La riabilitazione neurocognitiva si fa a Rovereto
Nuova direttrice del Centro la neurologa Costanza Papagno
Memoria, attenzione, linguaggio: sono le tre parole chiave di un centro che ha nella ricerca la premessa e nella prassi clinica la prima applicazione pratica. Sono già 142 dall’inizio dell’anno gli accessi al Centro di Riabilitazione Neurocognitiva (CeRiN) che ha sede a Rovereto fa parte dell’Università di Trento e da anni si occupa della diagnosi e della riabilitazione dei disturbi linguistici e cognitivi causati da lesioni cerebrali.
Il Centro, che fa parte del Centro Mente Cervello (CiMeC), svolge non solo attività di ricerca e formazione, ma è attivo anche come punto di riferimento clinico per la diagnosi e il trattamento di disturbi cognitivi e motori determinati da lesioni cerebrali in persone adulte. I disturbi cognitivi presi in considerazione includono, ad esempio, i deficit del linguaggio, della memoria, dell’attenzione, dell’analisi visuospaziale, dell’uso dei numeri e del calcolo, delle funzioni esecutive, del controllo di movimenti complessi.
La sua attività si svolge in stretto collegamento con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. Solo nei primi mesi del 2017 (tra febbraio e maggio) sono state 142 le persone in trattamento, provenienti soprattutto dai reparti dei neurologia e geriatria degli ospedali di Trento e di Rovereto, ma anche dai vari distretti e in piccola parte da fuori provincia. Una soglia di accesso che però si può ulteriormente aumentare.
Il Centro opera in raccordo con l'azienda sanitaria. La nuova direttrice clinica del CeRiN, Costanza Papagno, in servizio da alcuni mesi al centro di Rovereto, spiega che il centro ha tre vocazioni.
"Fornire servizi clinici essenziali alla comunità; preparare professionisti nelle discipline cliniche delle neuroscienze cognitive; effettuare ricerche nelle neuroscienze, sui meccanismi alla base delle patologie neurocognitive e sul loro recupero in seguito ad interventi di neuro-riabilitazione. La coesistenza di servizi clinici, attività formative e di ricerca (clinica e di base) nelle neuroscienze cognitive è il vero punto di forza, perché garantisce la costante innovazione della pratica clinica".
A portare avanti le attività, uno staff composto da ricercatori e ricercatrici, personale medico e sanitario e, personale amministrativo e tecnico di supporto alle attività.
Il servizio alla comunità - Il CeRiN tratta una serie di patologie causate da disturbi neurologici di natura vascolare, degenerativa, traumatica. Si è specializzato nel seguire persone con lesioni cerebrali focali in fase subacuta o post-acuta in condizioni mediche stabili, che non abbiano necessità di ricovero; persone con lesioni cerebrali focali che abbiano terminato il ciclo di riabilitazione della fase acuta; persone con patologie degenerative sospette o documentate. L’accesso alla struttura avviene tramite richiesta di un neurologo, fisiatra o geriatra convenzionati con l’APSS.
Le prestazioni diagnostiche mirano ad identificare i disturbi linguistici e cognitivi dovuti a lesioni neurologiche, e a valutare quanto incidano sulle capacità comunicative e sullo svolgimento autonomo delle attività quotidiane. Permettono anche di stabilire se esistono le possibilità di un trattamento riabilitativo e di identificare i criteri da seguire nello svolgimento del trattamento stesso. In questo contesto, il paziente completa prove che permettono di stabilire la presenza e l’entità di eventuali disturbi cognitivi. L’équipe coinvolta nella diagnosi include neurologo, neuropsicologo e uno o più riabilitatori (logopedista, fisioterapista).
Come parte integrante del Centro Interdipartimentale Mente/Cervello (CIMeC), il CeRiN è coinvolto nella ricerca sui disturbi linguistici e cognitivi, che si svolgono sia a Rovereto, sia nelle strutture di Mattarello. Le persone seguite per diagnosi o per riabilitazione possono partecipare come volontari ai protocolli di ricerca in corso, dopo aver dato il loro consenso informato. I progetti hanno l’obiettivo di indagare il funzionamento del cervello nel corso di attività cognitive, e gli effetti della riabilitazione nel recupero dei disturbi cognitivi causati da lesioni cerebrali.
La ricerca clinica si concentra sullo sviluppo e la standardizzazione di strumenti per la diagnosi dei deficit neurocognitivi e di nuove tecniche di neuro-riabilitazione, tra cui la neuro-modulazione. La ricerca di base include studi sui processi di elaborazione del linguaggio, percezione attiva, apprendimento e plasticità. Più in dettaglio, si indagano i meccanismi neurali alla base di determinati processi cognitivi, in particolare l'elaborazione dei nomi e dei verbi, l'eloquio, la scrittura e l'analisi visuo-spaziale. Nel centro si cerca inoltre di raffinare la diagnosi precoce di demenza, raccogliendo dati multi-livello da pazienti che presentano deficit cognitivi lievi o demenza.
L’attività di formazione riguarda il personale medico e paramedico, giovani ricercatori e ricercatrici interessati/e alle neuroscienze, studenti dei corsi di laurea triennale e specialistica dell’Università di Trento grazie a seminari durante i quali sono presentati e discussi casi clinici di interesse neuropsicologico e riabilitativo.
Autore: Segreteria di Redazione
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