Gypsotheca di Possagno in restauro
Qui si celebra Canova, l'artista chiamato a immortalare George Washington
19 ottobre 2023 - Il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno è in restauro, i lavori si sono resi possibili grazie al Fondo Cultura. L’intervento proseguirà fino alla primavera del 2024. Previsti miglioramento sismico e valorizzazione del patrimonio architettonico di una sezione della Gypsotheca.
Il restauro riguarderà infatti la seconda e la terza campata dell’Ala Ottocentesca, struttura realizzata su progetto dell’architetto Francesco Lazzari fra il 1831 ed il 1836 per volere del fratello dello Scultore, Giovanni Battista Sartori. Resteranno completamente accessibili al pubblico l’Ala Scarpa e la Casa natale di Canova, luogo che conserva ancora l’arredo originale e che custodisce oggetti personali e strumenti di lavoro dell’Artista.
La Casa natale è attualmente la sede della Pinacoteca che conserva il corpus dei suoi dipinti, 16 tele dipinte ad olio realizzate dal 1783 al 1799. Oltre a questi dipinti nell’edificio sono conservati i suoi disegni, le tempere su carta, alcune incisioni e i marmi.
Gli Anniversari Canoviani sono stati occasione per portare una rinnovata attenzione ai luoghi natali, all’arte e alla figura di Antonio Canova che ebbe fama in vita.
Così famoso, che nel 1816 il Parlamento di Raleigh, nella Carolina del Nord, incaricò Thomas Jefferson di individuare lo scultore più adatto a realizzare una statua, a figura intera, di George Washington da collocare nella sala del Senato. A Jefferson fu chiaro che nessuno scultore americano poteva essere all’altezza dell’incarico, e per questo propose il nome di Antonio Canova, uno degli artisti europei più celebrati.
Per Canova, nel pieno della sua carriera era la conferma di essere entrato tra i grandi. Il compito che gli giungeva dalla lontana Carolina parve subito suggestivo: lo scultore ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo in scultura e soprannominato per questo «il nuovo Fidia», Washington era un modello, un eroe romantico. Ai suoi occhi era stato un evento eccezionale l'aver rinunciato al potere in nome di un ideale di libertà. Un gesto quasi artistico e comunque grandioso. Accettò.
L'artista veneto riteneva “Washington un galantuomo” e rappresentò il primo Presidente degli Americani nelle vesti di un condottiero romano, mentre sta scrivendo la rinuncia al terzo mandato da Presidente degli Stati Uniti. L’opera arrivò nel Campidoglio di Raleigh nel 1821 e fu subito un gran successo. Purtroppo era destinata a durare poco: dieci anni dopo andò persa nell'incendio divampato nel palazzo del Parlamento. Rimase solo polvere. La Gypsotheca di Possagno ha ricostruito qualche anno fa questa storia che ci restituisce la grandezza di Antonio Canova.
Nato a Possagno nel 1757, era figlio di uno scalpellino. Morì il 13 ottobre 1822. Aveva fatto il suo apprendistato a Venezia, ma poi si era trasferito a Roma, dove poteva attingere a quello stile classico che solo l'Urbe dispensava a piene mani. Il prossimo anno si ricordano i due secoli dalla morte.
Ha 200 anni anche il Tempio dedicato al Canova. Solo una pandemia ha fermato il museo che ha sempre proseguito il suo corso in due secoli eccettuato 5 anni durante la prima Guerra Mondiale in cui riportò severi danni come ricordiamo in questa pagina. La prima pietra del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno fu gettata l'11 luglio 1819.
Il Tempio era stato progettato da Canova stesso in più riprese tra il 1804 ed il 1818, aiutato per i disegni da Pietro Bosio e Luigi Rossini, con i consigli epistolari di Giannantonio Selva e Antonio Diedo. La spesa del Tempio fu sostenuta quasi per intero dallo scultore e ai lavori partecipò praticamente tutta la comunità di Possagno (che fornì anche alcuni materiali e lavoro volontario) e lavoranti del circondario.Il Tempio Canoviano di Possagno, prese il via tra grandi feste in paese e la partecipazione di Antonio Canova in persona, l'artista al quale era stato chiesto persino di raccontare il genio politico del tempo, George Washington.
Nel 1917, subito dopo la grande Guerra, alle soglie dei suoi primi 100 anni, il Tempio fece i conti con una tragedia collaterale del conflitto: oltre alla carneficina, i danni al suo inestimabile patrimonio. Quel 1917 fu per la Gypsotheca un anno Horribilis: un bombardamento tra la notte di Natale e di Santo Stefano delle truppe austro-ungariche colpì la prima campata della Gypsotheca, squarciò il tetto e danneggiò la maggior parte dei modelli originali in gesso che nel Museo erano conservati. La Gypsotheca rimase chiusa fino al 1922.
Autore: Corona Perer
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