I 2500 anni di Napoli
Augusto De Luca racconta una 'signora' che si rivela nei dettagli
(Corona Perer) - Napoli, ci raccontano le cronache è città violenta, popolare, sanguigna ma quella che stiamo per presentarvi è una Napoli diversa: 'spiata' dai dettagli, colta nella pietra tra antico e nuovo, ampliata e diminuita nelle forme, in continuo dialogo con il territorio circostante e quindi quieta ed elegante, per nulla segnata dalle sue contraddizioni e dalle rughe della sua veneranda età: Napoli festeggia a breve 2500 anni.
Il 21 dicembre 2025 la città ricorda l'antica ''Neapolis," o "città nuova," fondata nel 475 a.C. dai Greci. Divenuta importante porto del Mediterraneo fu crocevia del commercio e quindi incrocio di culture: dai Bizantini ai Romani, dai Normanni a Svevi, Angioini, Aragonesi e Borboni. Le tracce di questo avvicendarsi di popoli e dominazioni sono scritte sul patrimonio architettonico cittadino.
Augusto De Luca, napoletano doc, fotografo e performer, racconta con le sue immagini rigorosamente in bianco e nero una città del tutto diversa dagli stereotipici che si hanno spesso di lei. Napoli era tappa obbligatoria per gli uomini di cultura di tutta Europa. La Napoli che ha ispirato e influenzato artisti di ogni genere, diventa nelle foto di Augusto De Luca una ''Signora''.
Studi classici, laureato in giurisprudenza, De Luca è diventato fotografo professionista nella metà degli anni '70. Si è dedicato alla fotografia tradizionale e alla sperimentazione utilizzando diversi materiali fotografici.
Il suo stile è caratterizzato da un'attenzione particolare per le inquadrature e per le minime unità espressive dell'oggetto inquadrato. Noto per aver esposto in molte gallerie italiane ed estere, ha avuto la grande soddisfazione di vedere le sue fotografie entrare in collezioni pubbliche e private come quelle della International Polaroid Collection (USA), della Biblioteca Nazionale di Parigi, dell'Archivio Fotografico Comunale di Roma, della Galleria Nazionale delle Arti Estetiche della Cina (Pechino), del Museo de la Photographie di Charleroi (Belgio).
Augusto De Luca ha ritratto i volti di molti personaggi celebri. Poteva dunque mancare all'appuntamento con il volto della grande madre dove è nato? Ce la facciamo raccontare da lui sfogliando il suo progetto fotografico, che ci racconta attraverso parole e immagini.
Questo progetto è un omaggio alla città dove si è nati o qualcosa di più?
Non è solo un omaggio alla bellezza della mia città, è anche una profonda esplorazione del suo spirito, è un viaggio visivo attraverso una città sospesa nel tempo, rappresentata senza la presenza umana, solo attraverso le sue architetture, i suoi spazi e i giochi di luce che la attraversano.
Lei che è nato a Napoli, e se ne è anche staccato, cosa ha trovato da fotografo che da residente non aveva colto?
Io sono nato a Napoli, dove ho vissuto stabilmente fino a qualche anno fa. L'allontanamento mi ha fatto scoprire il grande segreto di questa città che, con i suoi abitanti, rappresenta un unicum straordinario. È lo scontro del fuoco del Vesuvio con l'acqua del Golfo che governa le funzioni vitali di tutto l'universo partenopeo. Così nascono stimoli creativi e grandi passioni. Nelle mie immagini esce una Napoli enigmatica che si offre inchiave onirica.
Questa città cosa ha scritto nel suo animo?
Ci sono cento, mille Napoli nel mio animo. La Napoli di opere magiche quotidiane legate alle emozioni, alle angosce, alle paure di timbro infantile. La Napoli del mistero che, per quanto familiare e riconoscibile, conserva caratteri di mai veduto. Un mio vecchio e caro amico diche che Napoli è creatura inespugnabile e ruffiana, ''...sempre in trance e sempre sveglia, divisa in eterno tra ambulanti e deambulanti, in una sorte di frenetico disordine cellulare...".
Cosa voleva cogliere con le sue foto?
Una città surreale per eccellenza, con un santo che, nel surreale, brucia una particolare dedizione a quel popolo alchemico di cui è protettore. Il miracolo di San Gennaro, non è un miracolo qualsiasi, è un evento unico al mondo, un prodigio che si ripete ogni anno perché non vadano a vuoto le invocazioni più perentorie e più fantasiose d'una massa di fedeli che dialoga a modo suo col trascendente.
E poi c'è il contesto...
Esatto, a differenza di altre città, ogni elemento fondante è separato dal contesto urbano ed è incorniciato dall'ampio e luminoso golfo. Golfo e Vesuvio, insomma, fanno da sfondo placentare al Maschio Angioino, al Castel dell'Ovo, al Castel Sant' Elmo, al Palazzo Reale. La particolare luce ed il particolare azzurro del cielo, contaminato solo da piccole e nitide nuvolette magrittiane, rendono l'atmosfera assolutamente surreale.
E poi c'è la città piena di contraddizioni...
Verità e finzione, realtà e immaginazione, sempre tutto esageratamente, eccessivo, contraddittorio, ma, sotto la Napoli del contrasto, della bella cartolina e del buio e tetro vicolo, c'è la città dal grande passato che mi incanta. Gli stessi abitanti con il loro linguaggio mi ricordano le rappresentazioni di due artisti del '500 che considero i precursori del surrealismo: Pieter Bruegel il vecchio e Hieronimus Bosh.
Cosa ama fare nella sua Napoli quando ci torna?
Quando sono a Napoli mi piace passeggiare alle 6 del mattino per via dei Tribunali. In questa strettissima via c'è un antico palazzo con un portico alto e nero sotto il quale, dopo aver chiuso gli occhi, aiutato da un particolare odore presente solo nei vicoli di Napoli, viaggio a ritroso nel tempo. È una sensazione meravigliosa rivedere immaginandoli quei posti popolati da personaggi con lunghe parrucche bianche, merletti e mantelli, "sentire" gli zoccoli dei cavalli e le ruote dei carri sul selciato sconnesso. È così che entro in sintonia con l'anima della città.
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Autore: Corona Perer
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