Raffaello e gli amici di Urbino
L'omaggio della sua città per i 500 anni dalla morte
(nostro servizio) - Urbino ha celebrato i 500 dalla morte di Raffaello nel 2020 con la mostra “Raffaello e gli Amici di Urbino”, che ha raccontato, per la prima volta, l’artista urbinate da una prospettiva diversa: quella delle sue relazioni con altri artisti attivi ad Urbino, che accompagnarono la sua transizione verso la maniera moderna e i suoi sviluppi stilistici durante la stagione romana. Promossa ed organizzata dalla Galleria Nazionale delle Marche,è stata curata da Barbara Agosti e Silvia Ginzburg.
Fondamentale il ruolo giocato da Pietro Perugino nella formazione e nel primo tratto dell’attività di Raffaello, letta in parallelo con quella dei più maturi concittadini Timoteo Viti e le personalità di Raffaellino del Colle, Giulio Romano e soprattutto con i modelli formali e decorativi raffaelleschi di Girolamo Genga all’indomani della morte di Raffaello in piena continuità con la sua lezione.
È muovendo dal retroterra comune, dalle esperienze condivise, e dal confronto con le differenti reazioni di fronte ad analoghe sollecitazioni di cultura figurativa, che meglio risalta l’eccezionale ‘stacco’ compiuto dal giovane Raffaello, e che si intendono caratteri e limiti del percorso degli artisti urbinati contemporanei a lui in quel momento più legati.
Indagare e raccontare il mondo delle relazioni di Raffaello con un gruppo di artisti operosi a Urbino che accompagnarono quel periodo fa emergere lo spirito dell’umanesimo e l’atmosfera di creatività che c’era nella seconda metà del ‘400 a Urbino, proprio lì dove è nato Raffaello.
Una meraviglia che ancora oggi incanta.
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