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Badia Polesine, il Giardino dell'Abate

itinerari: l'Abbazia della Vangadizza

Il magnifico complesso, simbolo della storia e della cultura di Badia Polesine, è nucleo fondante della località a cui ha dato anche il nome.

"Badia nasce con l'Abbazia" ci spiegano i locali. E la data a cui si fa risalire la storia del complesso è quella del '903. L’Abbazia della Vangadizza (secolo X) stupisce subito con la sua rotonda  e il suo campanile storto, nato probabilmente per essere torre e corretto in corso lavori. Lo si capisce dalla cuspide che è perfettamente a piombo e non lo sarebbe se ci fosse stato un cedimento strutturale, come causa della sua pendenza. 

Nella piazza antistante la chiesa, due sarcofagi custodiscono le spoglie degli Estensi che furono i primi benefattori e sono capostipiti degli Hannover, famiglia dalla quale discendono gli attuali regnanti inglesi. A loro si deve infatti la scelta di chiamare i Benedettini ai quali trasferirono diversi loro possedimenti che avevano in loco.

"Gli Estensi arrivarono qui dall'autostrada del tempo: il fiume Adige" spiega Mara Barison, storica dell'arte e memoria vivente di tante pagine di arte e cultura del Polesine. "Le terre dell’Abbazia della Vangadizza ed i monaci dipendevano soltanto dall’abate, senza diocesi intermediarie: l'abbazia infatti godeva del privilegio di "nullius diocesis" e l'abate che la governava veniva eletto dal capitolo dei Monaci e rispondeva direttamente al Papa".

Il chiostro conserva importanti tracce di storia a partire dai simboli: una croce che sembra far ipotizzare un passaggio nei secoli anche da parte dei Templari e lo stemma dei Calmaldolesi. Già nella prima metà del 1200 ai Benedettini regolari succedettero infatti i Camaldolesi che per secoli custodirano le terre, senza lavorarle: le affidano ai locali, per essere pienamente dediti alla preghiera da bravi cenobiti. Erano terre vastissime che si estendevano fino alle odierne province di Ferrara, Bologna, Verona e Padova. I Camaldolesi reggeranno le sorti del monastero fino alla sua soppressione (avvenuta in modo definitivo con il decreto napoleonico del 1810).

Del complesso rimangono: i muri perimetrali della chiesa con i resti delle tre antiche absidi, la cappella laterale dedicata alla Beata vergine della Vangadizza, il campanile con le tre campane (una delle quali con lo stemma  della Vanga, simbolo dei Camaldolesi), ed il chiostro del 1200 a base trapezoidale e con una loggia superiore più recente. Dal chiostro, attraverso un elegante portale in marmo rosso di Verona, si accede al refettorio e al Giardino dell’Abate, nome originale presente nella vecchia cartografia del monastero, che oggi ospita eventi.

L’area verde antistante l’ex chiesa della Vangadizza, demolita dai francesi nel 1836, è un angolo raccolto tra piante certamente secolari che adornavano il complesso monastico badiese.

Come detto l'Abate veniva eletto dal Capitolo dei Monaci, ma questo accadrà fino al 1430 quando il Pontefice, accortosi di cotanta ricchezza, decide di essere lui a nominare l'Abate (con status di Vescovo). A volte questa figura reggeva più sedi e così ecco arrivare i sostituti o sottoposti e questo avvia ad un progressivo declino dell'unità del complesso e della sua tenuta.

Alla fine del 1700 durante la dominazione francese in Italia, la Vangadizza diventa proprietà privata di un cittadino francese, perdendo la sua funzione di luogo di culto. Resterà di proprietà straniera fino ai primi anni del 1980, quando sarà acquistata dall'Amministrazione Comunale di Badia Polesine che qui sta lavorando per restaurare i locali che daranno sede alla Biblioteca Civica. Una tra le contese di questi ultimi decenni ha riguardato una imponente tela di  Girolamo del Bonsignore, coevo di Leonardo, che Badia Polesine  si vide strappare e che in seguito riuscì a riacquistare e a riportare a casa.

L'Abbazia è certamente uno dei gioielli preziosi del Polesine, da non tralasciare e visitare se ci si trova  in zona, per allungare magari il passo fino alla vicina Fratta Polesine dove si trovano due splendide ville venete (Villa Badoer e Villa Molina Vezzù) e un'altra importante pagina di storia: Villa Matteotti, casa natale di Giacomo Matteotti.

Il Giardino dell’Abate, all’esterno dell’Abbazia della Vangadizza, luogo che evoca la preghiera dei monaci benedettini medioevali, è anche una delle location di Tra ville e giardini 2018.


info: www.comune.badiapolesine.ro.it
per eventi: Rovigo Eventi Convention e Bureau

mice@rovigoconventionbureau.com

 


Autore: Corona Perer

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