Scienza, Ambiente & Salute

Acqua, cosa beviamo?

Il 77,7% delle acque minerali vendute nel nostro Paese hanno tracce di pesticidi

Acqua, cosa beviamo? Quanti di voi si pongono questa domada davanti al rubinetto?  Molti han risolto: la comprano. Altri la depurano con filtri disponibili nel mercato. Altri ancora cominciano a bollirla.

Per chi la compra un dato inquietante: nel 77,7% delle acque minerali vendute nel nostro Paese ci sono tracce di pesticidi. È quanto ha attestato la rivista dei consumatori Il Salvagente  in una inchiesta, in cui sono stati esaminati 18 campioni di altrettanti marchi. In 14 di questi campioni, infatti, sono stati rinvenuti residui di fitofarmaci.

Inquieta la presenza di pesticidi in acque che, venendo imbottigliate direttamente alla fonte, dovrebbero essere totalmente incontaminate. E invece residui di fitofarmaci sono stati infatti trovati dai laboratori anche nelle confezioni di acque imbottigliate oltre i 3.400 metri.

Fra i  principi attivi potenzialmente nocivi,  figurano interferenti endocrini tossici per la fertilità o che possono degradare in composti cancerogeni.

Il Salvagente ha esaminato i campioni delle acque Panna, Levissima, Sant’Anna, Rocchetta, Saguaro (Lidl), Ferrarelle, San Benedetto, Lete, Guizza, Uliveto, Eva, Vitasnella, Brioblu, Fiuggi, San Pellegrino, Fonte Essenziale, Lauretana e Evian.

Le uniche che non hanno dato traccia di pesticidi sono l’acqua Panna naturale, la San Benedetto Ecogreen naturale, la Evian naturale in vetro e la Fonte essenziale naturale.

E non si salvano nemmeno Uliveto naturale, Guizza naturale, Rocchetta naturale e San Pellegrino frizzante.

Al contrario, nei casi di San Pellegrino, Levissima e Guizza, sono stati trovati addirittura 4 diversi principi attivi come il Propiconazole e il Cypermethrins, sospettato di nuocere alla fertilità, o che possono diventare cancerogeni, come il Biphenyl.

 

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