foto: C.Perer
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Attualità, Persone & Idee

Agostino d'Ippona - Sulla vita felice

Riflessioni sulla felicità (Graphe.it Edizioni)

''La felicità è desiderare quello che si ha'' scriveva Sant'Agostino. E la felicità più grande per il filosofo di Ippona stava in quel Dio che dopo una vita dissoluta aveva ritrovato. Nel ''De beata vita'' Agostino indaga l’antica domanda sulla felicità e svela il segreto per una libertà interiore che va oltre ogni credo.

Graphe Edizioni nella collana ''Parva saepe scintilla magnum excitat incendium'' (cioè: spesso una piccola scintilla è causa di grande incendio) pubblica "Agostino d'Ippona: 'SULLA VITA FELICE'' a cura di Francesco Roat (Graphe.it Edizioni) che sarà dal 26 agosto in libreria.

Chi vuole impegnarsi - in questi tempi così duri - a cercare di veder il positivo delle cose troverà la modernità di un testo che aiuta anche a prendere le distanze dal nostro ego.

La riflessione sulla felicità è forse la componente più antica all’interno della filosofia di qualunque civiltà. Quando il giovane Agostino, a riposo durante un periodo di convalescenza, affronta questo tema ha dunque alle spalle una tradizione classica ingombrante.

La leggerezza del De beata vita non tradisce questo fardello: si dipana piacevolmente in forma di dialogo entro una situazione conviviale. Lì si trova il concetto chiave dell’opera: il cibo che stiamo mangiando, si chiede Agostino, nutre il nostro corpo; tuttavia anche l’anima, insieme a esso, attraversa la vita – naviga fra onde impetuose che le fanno tanto desiderare la sicurezza delle coste – e a sua volta necessita di nutrimento.

La grande modernità di questo scritto risiede nel riconoscere che l'Ego è motore di un perenne languore, che ci tiene lontani dalla pace interiore. L’antidoto per sedare questa continua sensazione di mancanza non è semplicemente condurre una vita frugale, coltivare la conoscenza e praticare la moderazione: si tratta di perseguire quel modus che ci allinea con il ritmo del divino, il quale non teme la povertà, non teme la fame, non teme, in definitiva, la morte.

Il testo fornisce al lettore contemporaneo (assistito dal ricco apparato di note e dall’introduzione di Francesco Roat) spunti universali, restituendogli i mezzi per una libertà interiore che va oltre il credo del singolo.

[…] Tre sono, secondo l’Ipponense, le categorie di naviganti/persone che in modo dissimile affrontano tale percorso esistenziale. La prima è costituita da quelli che, una volta raggiunta l’età «della ragione», si stabiliscono agevolmente in quel porto e sono di guida agli altri. Alla seconda appartengono coloro che, ingannati dalla bonaccia marina, prendono il largo a rischio di naufragio. La terza – di cui fa parte Agostino – è caratterizzata da soggetti che, quantunque vaganti per il mare «fra i marosi», sanno come riprendere «il retto corso» e ritornare alla «dolce patria».  Ma per tutte e tre le specie di persone un grave ostacolo si profila all’orizzonte: «una montagna gigantesca» che svetta davanti al porto e attira a sé i viandanti, col rischio di farli sprofondare negli abissi che si aprono sotto il suo fragile suolo. Detto monte è espressione della vanagloria di coloro i quali si accostano alla filosofia accecati dalla superbia intellettuale. [Dall’introduzione di Francesco Roat]

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AGOSTINO D’IPPONA
SULLA VITA FELICE. Un percorso senza tempo

A cura di Francesco Roat

Pagine 66, 8,50 euro in libreria dal 26 agosto

Graphe.it

 

 


Autore: Segreteria di Redazione

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