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Benjamin Netanyahu ora è un ricercato

Amnesty International: “Sollecitiamo tutti gli stati al rispetto della decisione della CPI

AMNESTY : “Sollecitiamo tutti gli stati, anche gli Usa alleati di Israele, a mostrare rispetto per la decisione della Corte Internazionale''. La Corte penale internazionale ha emesso tre mandati d’arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell’ex ministro della difesa israeliano Yoav Gallant e, in assenza di conferme sulla sua asserita morte, del comandante delle brigate al-Qassam Mohammed Diab Ibrahim al-Masri, noto come Deif.

“La giustizia internazionale si è messa finalmente al passo rispetto a coloro che sono sospettati di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi in Palestina e in Israele. I mandati d’arresto di oggi rappresentano un momento storico per la giustizia e devono essere il segnale dell’inizio della fine della persistente e diffusa impunità che è al centro della crisi dei diritti umani in Israele e nel Territorio palestinese occupato” afferma Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

“Il primo ministro israeliano Netanyahu è ora ufficialmente un ricercato. Dopo il mandato d’arresto emesso nei suoi confronti, così come dopo quelli contro Gallant e al-Masri, gli stati membri della Corte penale internazionale non dovranno fermarsi fino a quando queste persone non saranno processate dai giudici indipendenti e imparziali della Corte. Non può esservi alcun ‘riparo sicuro’ per chi è sospettato di aver commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.
“Emettendo questi mandati d’arresto, la Corte penale internazionale reca finalmente una speranza concreta di giustizia alle vittime di crimini di diritto internazionale e ripristina un po’ di fiducia nei valori universali degli strumenti legali internazionali e della giustizia internazionale”.
“Sollecitiamo ora tutti gli stati parte della Corte penale internazionale e anche gli altri, come gli Usa e ulteriori alleati di Israele, a mostrare rispetto per la decisione della Corte e per i principi universali del diritto internazionale arrestando e consegnando alla stessa Corte le persone ricercate”.
“Chiamare alti responsabili a rendere conto della loro sequela di crimini è un passo avanti cruciale per porre fine alle continue violazioni dei diritti umani in Israele e nel Territorio palestinese occupato e potrà contribuire ad affrontare il continuo spossessamento e la continua oppressione dei palestinesi sotto l’illegale occupazione e il sistema di apartheid di Israele”.
“I mandati d’arresto per Netanyahu e Gallant comprendono accuse di crimini di guerra che costituiscono ‘gravi violazioni’ delle Convenzioni di Ginevra. Ogni stato nel mondo ha l’obbligo di portare di fronte alla giustizia chi è sospettato di aver commesso tali ‘gravi violazioni’, a prescindere dalla nazionalità del sospetto autore o della vittima”.

Solo un mese fa Amnesty chiedeva una urgente indagine internazionale sugli attacchi in Libano dopo gli efferati  attacchi mortali tramite dispositivi portatili che hanno colpito popolazione inerme e innocente.

I responsabili delle esplosioni di massa simultanee che hanno preso di mira dispositivi elettronici in tutto il Libano e in Siria (Israele n.d.r.), causando oltre 4000 feriti devono essere  chiamati a risponderne davanti alla giustizia.

''Nel caso in cui venisse accertata la responsabilità di Israele, questi attacchi si inserirebbero nel contesto di un conflitto armato già in corso. Le prove indicano che coloro che hanno pianificato e compiuto gli attacchi non erano in grado di verificare chi, nelle immediate vicinanze dei dispositivi, sarebbe stato colpito al momento dell'esplosione, né se solo i combattenti avessero in dotazione i dispositivi in questione. Di conseguenza, gli attacchi sono stati perpetrati in modo indiscriminato, il che li renderebbe illegali secondo il diritto internazionale umanitario e quindi perseguibili come crimini di guerra. Inoltre, questi attacchi hanno violato il diritto alla vita, tutelato dal diritto internazionale dei diritti umani, che resta in vigore anche in situazioni di conflitto armato, e probabilmente anche altri diritti umani...''

Probabilmente? Certo che sì.
Dopo aver distrutto Gaza (nelle foto di copertina come appare oggi) il governo Israeliano non si ferma. E tutte le domande sulla libertà di uccidere, continuano ad essere senza risposta.


nella foto: Gaza ieri e ...Gaza oggi

 

 

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