Amori malati - Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio
Ad Asolo tutto parla di lei che rappresenta le donne che amano...nonostante tutto.
21.1.2024 - “Amo Asolo perché è bello e tranquillo, perché non è lontano dalla Venezia che adoro….allorché al mattino apro le imposte della mia camera, nel vano della finestra si inquadra il Monte Grappa. Allora metto due vasi di fiori sul davanzale.Questa sarà l’asilo della mia ultima vecchiaia, e qui desidero di essere seppellita….” scrisse Eleonora Duse nel 1919 e ad Asolo in un piccolo museo sono raccolti i ricordi del teatro e della vita di Eleonora Duse. Ricorrono quest'anno i 100 anni dalla sua morte e saranno numerose le celebrazioni. A Museo di Asolo è stata ricreata la sua casa.
Nata a Vigevano il 3 ottobre 1858 in una camera d'albergo, era figlia d'arte. Il padre Vincenzo Duse, in arte Alessandro, "artista drammatico", e Angelica Cappelletto, un’attrice della compagnia del marito, una famiglia di attori girovaghi. Eleonora Duse nacque e visse nella mentalità “provvisoria” che era comune a tutti gli attori della sua epoca. Fu una grande attrice, ma soprattutto una donna alla ricerca dell'amore totale.
Fu certamente la regina delle donne dannunziane. Amata e umiliata, visse d'amore per Gabriele d'Annunzio. E lui, il Vate se ne accorse troppo tardi di quanto la grande attrice fosse stata importante per la sua estetica. Ma la tradì, la umiliò.
La Duse fu, ai suoi tempi , una delle donne più fotografate, sia in scena, sia nella vita. Era la regina delle cronache per via di quell'amore così sofferto con il poeta. Disse Luigi Pirandello: “Eleonora Duse è stata una grandissima attrice, e il fatto che ella non abbia trovato il poeta che sapesse sviluppare l’intera ricchezza e la profondità ultima della sua arte, resta un aspetto tragico della sua esistenza”.
La mancanza di una casa, i continui spostamenti nelle piccole cittadine di provincia, l’assenza dell’affetto materno e di una guida sicura da parte del padre, plasmarono il carattere dell’attrice, che per tutta la vita non ebbe mai un minuto di sosta spirituale e una pace impossibile a trovarsi.
Un matrimonio avvenuto nel 1881 finisce male: Eleonora aveva sposato Tebaldo Checchi, attore modesto e di gran rettitudine morale. Lei cercava protezione e affetto. Quando incontrò Arrigo Boito, molto più anziano di lei, era il 1887. Si erano già conosciuti nel 1884, ma quando si incontrarono la seconda volta vissero una lunga storia d’amore. Era celebre in tutta Italia. La relazione tra la Duse e Boito si basava soprattutto sulla stima e la fiducia. Era un uomo in grado di guidarla sia intellettualmente sia professionalmente, da cui poteva imparare e a cui poteva rivolgersi in caso di difficoltà. Sarebbero rimasti vicini,nonostante la passione di lei per D’Annunzio, e pare che Boito l’abbia amata fino alla morte, avvenuta nel 1918. Tutto si ruppe nel 1897, quando lei si innamorò di D’Annunzio. Aveva vent’otto anni.
La collaborazione artistica con Gabriele D’Annunzio inizia quell'anno, recitando nel “Sogno di un mattino di Primavera”. Il legame sentimentale e artistico con Gabriele D’Annunzio, è forte e la residenza di palazzo Barbaro,con terrazza sul Canal Grande ne è la prima cornice. L’unione tra la Duse e Gabriele D’Annunzio attirò l’attenzione di critici e biografi spesso a scapito della carriera teatrale dell’attrice. La relazione durò 7 anni, dal 1897 al 1904. D’Annunzio la tradiva.
Dopo le pene patite per la rottura con D’Annunzio, Eleonora Duse si rifugia nella religiosità; alcuni biografi usarono il termine di “misticismo”. E anche la figlia Enrichetta fu molto osservante (entrambi i figli di Enrichetta presero i voti in Inghilterra).
Tornata sul palcoscenico per una trionfale tournée, dopo un ritiro di oltre dieci anni, nel 1916 girò il suo primo e unico film "Cenere" e dopo la Grande Guerra tornò a recitare ancora una volta. L’esperimento cinematografico l’aveva però profondamente disillusa. Chiuse i conti con la vita nel 1924, a Pittsburgh, lontana dalla sua Asolo alla quale però tornò per sempre. Venne sepolta per sua espressa volontà nel piccolo cimitero di S. Anna, a pochi passi dalla sua dimora asolana.
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