Apnea notturna, il nemico silenzioso
Cosa succede nel caso delle sindromi da apnea
Osservare il funzionamento del cuore e del cervello di una persona durante il sonno può fornire preziose informazioni per la diagnosi di malattie croniche molto diffuse come insonnia, apnea del sonno, ipertensione e broncopneumopatia cronica ostruttiva.
''Nel caso delle sindromi da apnea notturna il soggetto interrompe continuamente la fase REM. In questi soggetti si è dimostrata la modifica dei meccanismi regolatori cuore-cervello e nel medio periodo l’insorgenza della sindrome ipertensiva''. Sono le conclusioni di un studio condotto da Luca Faes, giovane ricercatore che dopo il dottorato in Dispositivi elettronici all’Università di Trento, attualmente è impegnato come ricercatore nel laboratorio di Biosegnali del BIOtech, Centro interdipartimentale di ricerca in Tecnologie biomediche dell’Ateneo.
Nel suo lavoro Faes ha applicato algoritmi di teoria dell’informazione, di solito utilizzati in campo informatico e cibernetico, per descrivere la complessa rete di interazioni tra i diversi ritmi cerebrali, e tra essi e i ritmi cardiaci, durante i diversi stadi del sonno.
Faes spiega: «Passando dalla veglia al sonno, da sonno leggero a sonno profondo e sonno REM, i ritmi cardiaci e cerebrali subiscono evidenti variazioni. Osserviamo una generale riduzione del metabolismo con riduzione dell’attività cardiaca e respiratoria e una più complessa modificazione dei ritmi cerebrali. Il nostro studio ha dimostrato per la prima volta come tali variazioni si riflettano nella rete di interazioni cuore-cervello».
Il lavoro, dal titolo “Information dynamics of brain-heart physiological networks during sleep” (“Dinamiche di informazione nelle reti fisiologiche cuore-cervello durante il sonno”) è stato pubblicato dal New Journal of Physics.
La ricerca di Luca Faes si inserisce nell’area della “Network Physiology”, nella quale rientrano gli studi sulla complessità delle relazioni tra sistemi fisiologici quali quello cardiovascolare, cerebrale e respiratorio. E nell’ambito della quale i ricercatori stanno tracciando i presupposti della fisiologia dei sistemi e in prospettiva della medicina dei sistemi.
“Lo studio è di grande interesse per la comunità scientifica poiché alterazioni di queste dinamiche sono legate a importanti malattie croniche a grosso impatto epidemiologico” afferma Giandomenico Nollo, responsabile del laboratorio Biosegnali al BIOtech.
Si spera ora che i dati raccolti da soggetti con disturbi del sonno, possa contribuire a districare ulteriormente la questione degli indicatori diagnostici predittivi delle patologie ipertensive.
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