Nasrin Sotoudeh, petizione per liberarla
Colpevole di aver difeso le donne e lottato contro la pena di morte
Nasrin Sotoudeh, la nota avvocata iraniana per i diritti umani, condannata a 33 anni di carcere e a 148 frustate dopo aver difeso una donna arrestata per aver manifestato contro l’obbligo per le donne iraniane di indossare il velo, è in carcere dal 2018.
Da giugno 2018 Nasrin Sotoudeh è detenuta nella prigione di Evin a Teheran per il suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani. Per aver protestato contro l'obbligo del velo è stata messa "dentro". Ha avuto un anno fa un permesso temporaneo perchè il governo di Teheran aveva concesso uscite "a tempo" dal carcere a migliaia di detenuti per evitare una diffusione dell’epidemia di coronavirus nelle sovraffollate prigioni iraniane e anche se i prigionieri politici sono stati in gran parte esclusi dalla misura, con braccialetto elettronico, Nasrin era tornata a casa.
Le accuse contro di lei sono la conseguenza del suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani, inclusa la sua difesa delle donne che protestano contro l’obbligo di indossare il velo in Iran e la sua pubblica opposizione alla pena di morte.
Rientrata in carcere, Sotoudeh è entrata in sciopero della fame per sei settimane per protestare contro le condizioni di detenzione dei prigioneri politici in Iran dopo lo scoppio dell’emergenza Covid-19: ricoverata in ospedale, è stata dimessa dopo pochi giorni ma senza le cure adeguate. Ha poi interrotto lo sciopero perché le sue condizioni di salute si erano troppo deteriorate.
Ma Nasrin è una prigioniera di coscienza e deve essere rilasciata definitivamente. L'attenzione del mondo resta alta.
Firma la petizione per liberarla
IL CASO DI NASRIN SOTOUDEH
marzo 2020 - Come si ricorderà la nota avvocata e difensora dei diritti umani iraniana fu condannata a 33 anni e sei mesi di carcere e a 148 frustate per le sue attività in favore dei diritti umani, tra cui l’opposizione alla pena di morte e alle discriminatorie norme sull’obbligo del velo.
Nel giugno 2019 Amnesty International ha consegnato all'Iran più di un milione di firme per chiedere l'annullamento della condanna e la scarcerazione dell'avvocata e difensora dei diritti umani Nasrin Sotoudeh. Pare che la coraggiosa avvocata sia stata trasferita dalla prigione di Evin al reparto pschiatrico dell'ospedale Imam Khomeini, nella capitale Teheran.
Nel corso degli anni in carcere le condizioni fisiche e psichiche di Nazanin sono peggiorate. In cella ha anche attuato uno sciopero della fame per chiedere la liberazione di tutti i prigionieri politici detenuti in Iran.
Dopo la condanna, la disperazione è arrivata a tal punto che Nazanin ha scritto al marito confessandogli di pensare al suicidio. Recentemente ha sviluppato noduli al seno e secondo il marito Richard, che da Londra porta avanti la campagna per la scarcerazione, non ha mai ricevuto cure mediche adeguate.
Le accuse contro di lei sono la conseguenza del suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani, inclusa la sua difesa delle donne che protestano contro l’obbligo di indossare il velo in Iran e la sua pubblica opposizione alla pena di morte. Una vergogna per uno stato che ora è in ginocchio per la pandemia e potrebbe approfittare per liberarla data anche la pressione della pubblica opinione internazionale.
(marzo 2020, fonte: Amnesty International)
www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*
Commenti (0)
Per lasciare un commento