Valsugana: alla Cattedrale di Arte Sella
Magia nel Bosco, la grande idea nata a....Samarcanda
di Corona Perer - E' ormai una tappa obbligata per chi sceglie la Valsugana per una vacanza: Arte Sella è arte nella natura ma anche architettura della natura e la vicinanza al mondo dell’Architettura e del Design ha portato spesso i protagonisti internazionali a confrontarsi con la splendida Natura della Val Sella.
Cresce e muta nel tempo la "Cattedrale vegetale" di Giuliano Mauri. È rimasta il motivo principale di una visita ad Arte Sella e da sola ...vale la visita. Singolare la storia di questa opera che era stata progettata alla fine degli anni 1980 e pubblicata in Germania. Presentata alla Triennale di Milano, non era stata mai realizzata a causa della sua grande complessità strutturale. Ma Arte Sella ha dimostrato che poteva darle una casa e così è stato: l'opera ha avuto un grande successo di pubblico, fin dalla sua piantagione attirando molti visitatori, che periodicamente tornano per vedere i progressi. E la trovan sempre bella, d'estate come d'inverrno.
Poco prima di giungere alla Cattedrale che ha reso celebre Arte Sella, c'è una delle sue meraviglie, frutto dell'ultima stagione di opere. Si tratta di “Recevoir” di John Grade, realizzata di recente (2018) con cinquemila pezzi di plastica riciclata, tutti lavorati a mano fino a renderli dei cucchiai appesi ad una rete. Vanno a ricevere ciò che il cielo regala: pigne, aghi di pino, pioggia e grandine, e quando sarà tempo anche la neve. Un'opera di magistrale bellezza che prende corpo da una rete sospesa. Il tutto pesa 350 chili al vuoto, 700 se i cucchiai si riempiono. Durerà? Non è importante. Il risultato che produce è maestoso: sembrano due immensi lampadari di cristalli sospesi nel bosco. Il tutto vibra col lieve soffio del vento e la sua danza leggera è arte, musica nel bosco. Anzi è Poesia.
Arte Sella è un luogo magico e occupa ormai un posto di prima grandezza tra i musei a cielo aperto dove la vera e grande landart ha trovato spazio e scenari impareggiabili. Ma è anche un luogo dove si sta bene, dove è possibile attraversare l'anima proprio come invita a fare l'opera di Will Beckers che crea una stanza intima dentro le viscere di una pianta, un invito meraviglioso ad entrare, sentirsi, andare verso il cielo e ritrovare nella natura il piacere della lentezza che è fatta di pazienza, attesa, speranza.
La collezione si arricchisce di anno in anno e allo stesso tempo può impoverirsi. Tutti gli artisti che partecipano ad Arte Sella accettano di ingaggiare con la natura la sfida del decadimento e anche della distruzione. Se le opere marciscono vengono transennate per la sicurezza dei visitatori e poi bruciate, quasi mai rimpiazzate anche se in rarissimi casi è accaduto.
L'artista che viene invitato accetta dunque la caducità della sua opera d'arte che del resto - una volta consegnata al parco - non è già più sua, ma della natura. E' un dialogo tra artista e Madre Natura che ha chiamato di anno in anno i migliori performer impegnati ad immaginare anche l'oltre delle proprie opere, la possibile azione nel tempo di muschio, ramaglie, erbe invasive.
E' stato così anche per Michelangelo Pistoletto che ad Arte Sella ha portato il suo Terzo Paradiso, soprannominato anche trincea della Pace perchè questi luoghi hanno vissuto anche la tragedia della guerra. L'infinito entro il quale l'artista ha costruito l'armonia, trova un confine positivo: appunto una trincea non di guerra, ma di pace.
Il visitatore cammina tra il bosco geometrico intagliato negli alberi da Urs Twellmann (2012), che richiama al magico incastro che genera la vita, sorprendendosi continuamente dell'armonia che queste opere vanno a costituire con l'ambiente. Le 12 lastre di Rinus Roelos che sviluppa la geometria attorno ad una tessitura e richiama alla memoria la tela di Penelope, sono le più contese per uno scatto, ma ogni opera ha in sé un fascino magnetico: la chiocciola gigante, i nidi, il seme di Alison Stigora, Tana Libera Tutti di Patrick Dougherty (2011), la campana dove fermarsi a sentire il proprio respiro.
Esperienze forti che lasciano tracce positive nello spirito, ed è bello osservare soprattutto le reazioni dei bambini che si divertono ad attraversare l'arte, trascinando anche gli adulti. Per la famiglia e per un'iniziazione all'arte, questo è il posto giusto ad ogni età.
Il Solstizio di Roberto Conte realizzato con castagno proveniente dai boschi di Torcegno, lavora attorno al tema del prima e del dopo: del ritorno. Così come ogni giorno segue quello che precede e anticipa quello che verrà.
Completamente rinnovato da qualche anno il Teatro di Arte Sella dove Rainer Gross ha calato “The cube” l'esplosione di un cubo, ovvero la disarmonia di una figura geometrica compiuta. L'uso del rosso e del nero richiama anche la Guerra. L'opera realizzata nel 2015 è l'eco di quella che lo stesso artista aveva realizzato un anno prima, “The Square” dove due giganteschi triangoli in posizione apparentemente precaria vogliono accennare allo stesso tema: la disgregazione, la separazione, la distruzione che si origina dalla guerra e al tempo stesso la necessità della ricomposizione del quadrato.
Stupisce “Mood” (Stato d'Animo) Bob Verschueren, opera “viva” i cui rami risentono del tempo e possono piegarsi per tornar alla posizione originaria se idratati. Sta andando incontro ad un parziale disfacimento Ponte 2, di Stieven Siegel attraversarlo non è più possibile, ma i muretti che lo compongono e che sono stati realizzati con la carta di giornale tengono benissimo ancora. L'artista che l'ha realizzato lavorava in discarica e aveva notato la grande resistenza e pesantezza della carta bagnata. Da questa osservazione venne la sua pratica artistica.
Il percorso di Arte Sella ha nel Trabucco di Montagna di Arne Quinze (2017) un passaggio obbligato: il caos che esprime a prima vita regala nella sua parte più intima il colore dell'arte contemporanea. Sembra un monumento alla resilienza e una volta “esperita” si capisce che Arte Sella non sarebbe la stessa senza.
info su: www.artesella.it
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