Arte, Cultura & Spettacoli

Asta Scheib, il Segantini privato

Arte, genio, dolori in una stupenda biografia romanzata (Brioschi Editore)

(Corona Perer) - La scrittrice tedesca Asta Scheib ha il merito di aver raccontato il Segantini privato, pittore apolide e inquieto, dentro un meraviglioso affresco letterario in cui convergono arte, genio, dolori. La biografia romanzata, edita da Francesco Brioschi Editore, narra la storia di Giovanni Segantini dall'infanzia agli esordi all’Accademia di Brera (dove approdò povero e analfabeta nel 1877) fino al grande successo dei quadri più celebri.

Una vita fuori dalle convenzioni di fine Ottocento, segnata dall’amore indistruttibile per la compagna Luigia Bugatti, la donna adorata che lo accompagnò nella genesi e nello svolgersi appassionante della sua grande arte e che con lui viaggiò tra l’Italia e la Svizzera, fino al trasferimento in Engadina. Infine la morte prematura dell’artista, a soli 41 anni con ancora tante ferite dell’anima aperte.

 

Tutto questo in un romanzo, non in una biografia. Una storia “scrupolosamente inventata dal vero” come la definisce Isabella Bossi Fedrigotti che ne firma la prefazione.

Il libro non si sostituisce al ricco panorama di testi sulla vita e l’opera di Giovanni Segantini, ma a suo modo lo completa e lo rende ancora più appassionante. Anche per l'amore che è narrato: lui senza arte nè parte da giovane e senza documenti, lei - Luigia - benestante. Sfidando le convenzioni di fine Ottocento, incuranti delle differenze d'età e ceto sociale, Giovanni e Luigia vissero un amore straordinario. La loro fu una  convivenza perchè mai poterono sposarsi nonostante i quattro figli. Un legame indissolubile e incurante delle difficoltà economiche li univa e che  solo la morte prematura del pittore ha spezzato.

Segantini era infatti un apolide. Nato ad Arco, in Trentino, all’epoca in cui la regione faceva ancora parte dell’Impero austroungarico, a causa di un incidente tanto banale quanto grave rimase ''sospeso a tempo indeterminato'': trasferito a Milano, al momento di rinunciare alla cittadinanza austriaca, per un disguido burocratico, la sorella si dimenticò di richiedere quella italiana.

Fu il grande cruccio dell'artista: rimase a vita senza documenti e mai poté sposare l’amatissima sua compagna Bice dalla quale ebbe quattro figli: in più, fu costretto di continuo a cambiare residenza a causa delle autorità, sia italiane sia svizzere, che di particolare malocchio vedevano un senza patria che non frequentava la chiesa e viveva con una donna in libera unione.

Asta Scheib, scrittrice tedesca, classe 1939, con in tasca una laurea in ingegnere tessile e nell'anima un grande amore per lo scrivere, entra nelle pieghe della vita di Segantini con grande eleganza. E' autrice di numerosi libri di impianto biografico ed ha lavorato anche attorno all’opera del regista Fassbinder. Per questo corposo lavoro, che consigliamo a tutti coloro i quali amano l'arte di Segantini, l’autrice ha raccolto la testimonianza di Gioconda Segantini-Leykauf, discendente del grande pittore, padre del divisionismo italiano.

La famiglia Segantini al completo sulle nevi a Maloja
 

A differenza di una biografia, il romanzo ha il pregio di non limitarsi ad elencare eventi e date, fortune e disgrazie ( "con cuore freddo, al massimo, tiepido” commenta Isabella Bossi Fedrigotti che di saghe familiari se ne intende). Una bigorafia annota solo ciò che è storicamente documentato, scartando tutto il resto, che pure fa parte della vita di ogni uomo, giudicandolo magari poco importante se non inattendibile.

Il romanzo invece libera la vita e pur con la precisione per i dettagli di una vera biografia va agli stati d'animo, alle solitudini del Segantini ragazzino, che rimane orfano della madre con un padre assente ed egoista, patisce la fame, coltiva il sogno di diventare ricco e famoso. Il lavoro di Asta Scheib fa tesoro non solo del ricordo della nipote del maestro, Gioconda, ma anche dei discendenti dei padroni della casa di Maloja nella quale a lungo egli aveva vissuto con la famiglia.

Dunque un libro che ha il suo pregio nella narrazione: scorre veloce pur non tacendo le pieghe più intime come la nevrosi del maestro, le ferite della sua inquieta adolescenza nella miseria nera,  “figlio non amato” e comunque rifiutato, infine spostato e ramingo.

“Più e meglio della più rigorosa biografia, la scrittura letteraria di Asta Scheib sa dare l’idea dello straordinario miracolo compiuto dal talento artistico, capace di trasformare in poco tempo un adolescente sbandato, un teppista buono per il riformatorio dove effettivamente finì nel migliore e ripetutamente premiato allievo della prestigiosa Accademia milanese di Brera” aggiunge Isabella Bossi Fedrigotti.

 

Un libro quindi attorno a un uomo e alle sue (tante) ferite. Giovanni Segantini tentò di guarirle lavorando freneticamente, dipingendo quadri sempre più grandi, per stupire e colpire il pubblico. Non manca il Segantini scialacquatore che guadagnava tanto e tanto gettava al vento con il tratto tipico di chi, nato povero e diventato ricco, si trova impreparato davanti all’improvvisa fortuna.

Resta costantemente come quinta la sua arte che aleggia in tutto il romanzo della Scheib fornendo una formidabile scenografia evocativa. Chi legge viene preso dalla storia ma conosce la forza di quel fare pittura intriso di pace, serenità, quieta e placida vita nella natura.

''Le sue meravigliose vedute di paesaggi bianchi,  di montagne, di boschi, di cappelle sepolte dalla neve, di animali al pascolo o all’abbeveratoio non fanno tanto pensare alle tormentose ansie dell’artista, quanto ai momenti quieti della sua esistenza, alla pace familiare, all’allegria con i piccoli figli, all’amore grande per la sua intrepida non-moglie, mai stanca, mai scoraggiata dalle non poche avversità che toccarono loro”.

Nessuno avrebbe mai immaginato che Giovanni Segantini, orfano e pressoché analfabeta, sarebbe diventato uno dei più grandi pittori del suo tempo.
E' successo grazie alla forza dell'arte che pulsava nelle sue vene.

(Corona Perer)

 

 


Autore: Corona Perer

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