Scienza, Ambiente & Salute

Aumento dell'uso di droga e di overdose da cocktail

I dati della Relazione annuale al Parlamento

(foto di Margherita Vitagliano) - Di droga si continua a morire. Secondo la Relazione annuale al Parlamento (con i dati del 2019), documento che viene redatto dal Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del   Consiglio lo scorso anno vi sono state 14.356 condanne inerenti gli stupefacenti, i detenuti sono 21.213, il 35% della popolazione carceraria, mentre 3.578 sono coloro affidati a misure alternative al carcere.

«Le conseguenze sociali ed economiche della pandemia da Covid-19 avranno un impatto di medio e lungo periodo più gravoso sulle popolazioni vulnerabili ed emarginate, che sono anche quelle maggiormente esposte ai rischi dell'uso di sostanze stupefacenti» afferma il rapporto.

Sono 136.320 i soggetti in trattamento, vi sono stati 7480 ricoveri ospedalieri e 373 decessi, sono state effettuate 25.876 operazioni antidroga, al primo posto nell'uso primario è l'eroina (63,5%), seguono cocaina (20,5%) e cannabis (11,3%).

La pandemia ha fatto passare quasi sotto silenzio la Relazione annuale al parlamento sulle tossicodipendenze in Italia anno 2020 (dati 2019). "Di droga si continua a morire. Questa la realtà italiana che già conoscevamo, ma che ci è balzata agli occhi ad una prima lettura della Relazione" commenta la Comunità di San Patrignano. "La cocaina è ormai la droga più diffusa, ma assistiamo anche a un preoccupante abbassamento del prezzo dell'eroina. Non a caso sono in crescita i casi di overdose, non solo dovuti agli oppiacei, ma anche alla polvere bianca, senza contare che per un terzo delle overdose la sostanza responsabile dell'evento rimane imprecisata, probabilmente a causa di quella poliassunzione diventata ormai un classico fra chi utilizza sostanze".

Dai dati della relazione emerge che i ricoveri ospedalieri droga-correlati, in particolare tra i giovani e gli adulti under 45, sono dovuti non solo alla cocaina, ma anche alla cannabis. Significa che qualcosa è cambiato e sarebbe dovuto al maggior principio attivo contenuto nella sostanza. Per questo occorre dire che non esistono droghe leggere: esistono le droghe e tutte sono pericolose.

Il continuo sdoganamento, banalizzazione e accettazione dell'uso delle sostanze legegre nella nostra società fa solo danno. "Servirebbe da parte di tutti un maggiore senso di responsabilità quando si parla di stupefacenti, senza minimizzare il loro effetto" affermano a San Patrignano.

 

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Commenti (0)