Autismo ed epilessia, il lavoro del Cibio di Trento
Marta Biagioli: ''Vi spiego il mio brevetto''
Ha 44 anni, è toscana di nascita, lavora come biologa molecolare dal novembre 2014 al Cibio Centro di Biologia integrata dell’Università di Trento. Ha esperienza in genetica umana maturata alla Harvard Medical School di Boston.
Marta Biagioli, dirige al Cibio il laboratorio di NeuroEpigenetica. Di recente è stata premiata da due fondazioni americane con una dote di 120 mila dollari da utilizzare in tre anni, per un’idea innovativa che si basa sull’utilizzo di una classe di molecole riescono a stimolare la produzione della proteina mancante all’origine di alcune malattie neurologiche come autismo ed epilessia.
«Diversi disordini neurologici, come le malattie dello spettro autistico e l’epilessia, possono insorgere da un deficit di specifiche proteine. Nonostante i recenti progressi della biologia e della genetica, le patologie causate da una produzione insufficiente della proteina d’interesse, sono al momento incurabili. Creando delle molecole artificiali di RNA non-codificanti che possano appaiarsi a delle molecole di RNA normalmente presenti nelle cellule, si può indurre un aumento selettivo e specifico della produzione di quella specifica proteina, carente in alcune patologie».
Alla fondazioni americane impegnate nello studio di malattie neurologiche non poteva sfuggire le opportunità che si aprono da questa ricerca. Arrivano così lì “Innovator Award” da 50 mila dollari, che le è appena stato attribuito dalla Citizens United for Research in Epilepsy, e un “Young Investigator Award” di 70 mila, che ha ricevuto per il biennio 2016-2017 dalla Brain and Behavioral Research Foundation.
La novità del metodo messo a punto da Marta Biagioli e dal suo team puù essere utile alle malattie dello spettro autistico ed epilessia. che possono derivare dalla produzione insufficiente di specifiche proteine. Consiste nell’impiegare RNA non-codificanti artificiali per stimolare, in maniera precisa e controllata, la produzione di "quello" che manca (Biagioli faceva parte del team di ricerca che arrivò per la prima volta nel 2012 a riconoscere l’utilità di un sottogruppo di RNA non-codificanti. Lo studio, che venne pubblicato su Nature).
«Abbiamo capito – racconta Biagioli – che alcune specifiche molecole di RNA non-codificante, hanno la capacità di legarsi a corrispondenti molecole che codificano per proteine e di facilitarne il reclutamento nelle “catene di montaggio” (i polisomi) che servono per la produzione delle proteine stesse. Questo meccanismo di funzionamento è stato brevettato e chiamato “SINEUP”».
«È importante sottolineare – continua Biagioli – che alla base di questa idea c’è un gruppo unito di ricercatori che ha cominciato a lavorare insieme per studiare il potenziale terapeutico di questa nuova classe di RNA non-codificanti per autismo ed epilessia». Il team di Biagioli si avvale infatti delle competenze tecnologiche del gruppo di ricerca di Stefano Gustincich, dell’esperienza di Silvia Zucchelli, ricercatrice all’Università del Piemonte Orientale e membro di TransSINE Technologies, che lavora da tempo con Gustincich ed è impegnata nella comprensione dei meccanismi molecolari del funzionamento del SINEUP.
Il gruppo può inoltre contare sulla collaborazione e lo scambio scientifico con altri due laboratori del Cibio, diretti rispettivamente da Simona Casarosa e da Yuri Bozzi, che hanno comprovata esperienza nello studio del funzionamento del sistema nervoso centrale.
www.giornalesentire.it - febbraio 2017
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