Beverly Pepper, pioniera della Land Art
La scultrice americana amava l'Italia, un amore ricambiato
(di Mariella Morosi) - Se n'è andata nel febbraio 2020, Beverly Pepper, scultrice americana regina della land art, ma la sua arte, estratta dalla pietra e forgiata nel metallo ora appartiene a Todi, dove aveva scelto di vivere mezzo secolo fa. Il borgo umbro ospita ora nel parco monotematico di scultura contemporanea tante sue opere monumentali e architettoniche che trovano armoniosa collocazione tra le mura medievali. Lineari e imponenti, coniugano materia e spirito, natura e ambiente urbano.
Todi le ha reso omaggio con il Festival delle Arti, iniziativa della Fondazione Progetti Beverly Pepper realizzata in collaborazione con il Comune di Todi e la Beverly Pepper USA Foundation su tre città: L’Aquila, Todi e Venezia città accomunate proprio dal fatto di ospitare alcune delle opere di land art di Beverly Pepper.
La Fondazione Beverly Pepper, nata nel 2018, con la scomparsa dell'artista ha rafforzato la sua missione di garantire la corretta informazione, divulgazione e conservazione sulle sue opere.
Ma chi era Beverly Pepper? Classe 1922, allieva di André Lothe e Fernand Léger, negli anni '40 si dedica allo studio della fotografia e del design pubblicitario e industriale all’Art Students’ League a Brooklyn e, a Parigi, all’Académie de la Grande Chaumière. A Roma incontra il giornalista Curtis Bill Pepper, suo futuro marito. Il suo esordio nel mondo dell’arte avviene nel 1952 con una mostra di pittura a Roma presentata da Carlo Levi. Negli stessi anni, Pepper frequenta l’ambiente artistico capitolino e stringe amicizia con Achille Perilli, Pietro Consagra, Piero Dorazio e Giulio Turcato del Gruppo Forma1. Nel 1960, dopo un viaggio in Cambogia ad Angkor Wat, cambia radicalmente il suo linguaggio artistico, avvicinandosi alla scultura e realizzando piccole forme in materiali naturali come legno, sabbia, ferro, argilla e fieno.
Espone per la prima volta come scultrice nel 1961 a New York e a Roma alla Galleria Pogliani, con la presentazione di Giulio Carlo Argan. Partecipa poi alla mostra "Sculture nella Città" nell'ambito del V Festival dei Due Mondi di Spoleto. Negi anni '70 realizza il suo primo progetto ambientale a Dallas, la "Dallas Land Canal and Hillside" e partecipa alla 34ma Biennale di Venezia. Da allora sceglie di vivere e lavorare a Todi, nella sua casa-atelier.
Di Todi la Pepper era cittadina onoraria. Lo storico borgo umbro affacciato sulla media Valle del Tevere, prima etrusco, poi romano e bizantino, ha accolto l’eclettismo dell'artista statunitense nel suo tessuto urbano. E' opera sua il Parco monotematico di scultura contemporanea della città di Todi e si estende dal Tempio rinascimentale di Santa Maria della Consolazione fino alla chiesa di S. Fortunato, passando per la Rocca, punto più elevato del centro storico.
“Il Parco è come una grande porta -aveva detto Beverly Pepper all'inaugurazione, avvenuta nell'autunno scorso- e cela tante possibilità a chi vorrà aprirla. Sento di aver dato alla città una nuova energia, sento di aver trasmesso coraggio e vitalità. Molte delle mie opere monumentali vanno verso il cielo, cercano un legame con il paesaggio. Mi piacerebbe che accompagnino chi le guarda verso questa sensibilità, la percezione dello spazio che penetra l’osservatore attraverso la materia, la natura e la storia”.
Nel New Jersey c'è una delle sue prime opere di Land Art. Tra le sue opere più anmmirate, le Todi Columns, totem alti tra gli 8 e i 12 metri installate per la prima volta nella Piazza del Popolo di Todi nel 1979, un evento anticipatore in quegli anni, e là ricollocate 40 anni dopo, nel 2019. Sono state esposte anche a Washington, New York, Venezia, Firenze.
www.fondazioneprogettibeverlypepper.com
Autore: Mariella Morosi
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