Biennale: ''Due qui / To Hear''
Massimo Bartolini propone un percorso sull'esserci e 'sentire' Arte
Venezia 20 aprile 2024 - E' stato inaugurato ieri il Padiglione Italia alla 60^ Biennale di Venezia nel Giardino delle Tese delle Vergini, all'Arsenale di Venezia (20 aprile – 24 novembre 2024).
Si intitola Due qui / To Hear il progetto a cura di Luca Cerizza (con l’assistenza di Francesca Verga), ed ha il progetto ha il suo nucleo centrale in una grande installazione sonora e ambientale dell’artista Massimo Bartolini, che torna alla Biennale dopo la partecipazione al Padiglione Italia alla Biennale Arte 2013.
Il titolo del progetto suggerisce come l’ascoltare, il “tendere l’orecchio”, sia una forma di azione verso l’altro grazie ad un gioco di parole “Two here” (due qui) e “To hear” (sentire/udire). Incontro e ascolto, relazione e suono sono, d’altronde, elementi indissolubili nella pratica ultratrentennale di Bartolini. In Due qui / To Hear il paradigma è metafora e invito all’attenzione, all’apertura verso l’altro.
Il progetto per il Padiglione Italia dialoga in questo senso con il tema della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia Stranieri Ovunque / Foreigners Everywhere, a cura di Adriano Pedrosa, proponendo un’ulteriore declinazione per la quale il non essere straniero deve iniziare con il non essere stranieri a se stessi. “Ascoltare se stessi” è dunque cruciale per comprendere la posizione dell’individuo nel mondo e nella serie di relazioni che stabilisce all’interno della società.
Questa attitudine all’ascolto di se stessi e dell’altro è evidente anche nel dialogo che il progetto instaura tra forme e stilemi della tradizione culturale italiana (il giardino e la musica barocca), se non veneziana (la musica antifonale e la tradizione organistica), con quelli di altre culture e latitudini (l’arte e la spiritualità buddhista), tra una rappresentanza nazionale e la partecipazione al progetto di Massimo Bartolini di musicisti e scrittori stranieri.
Due qui / To Hear è, infatti, il risultato più complesso e ambizioso di una pratica collaborativa usata con frequenza attraverso gli anni dall’artista. In un lungo processo di dialogo e scambio, curatore e artista hanno definito una rete di relazioni, che danno vita a un lavoro collettivo in cui vengono coinvolti artisti di diverse discipline e provenienze geografiche. Le giovani compositrici Caterina Barbieri e Kali Malone e uno dei musicisti più importanti della musica sperimentale degli ultimi cinquant’anni, Gavin Bryars (insieme al figlio Yuri Bryars), hanno contribuito alle opere sonore di Bartolini, mentre la scrittrice e illustratrice per l’infanzia Nicoletta Costa e il romanziere e poeta Tiziano Scarpa sono stati invitati a concepire nuovi testi per l’occasione, per diventare parte del Public Program.
Componendosi di opere scultoree, installative, sonore e performative, Due qui / To Hear propone un itinerario molteplice e multisensoriale. Il percorso si sviluppa anche per tutta la Tesa 1, attraverso una complessa struttura di natura labirintica costruita con materiali per ponteggi, il risultato di un sofisticato lavoro ingegneristico e musicale che rimanda alle macchine sonore barocche.
Un’ulteriore suggestione acustica è custodita dal Giardino delle Vergini incluso nel progetto del Padiglione: un coro per tre voci, campane e vibrafono composto da uno dei maestri della musica di ricerca e minimalista Gavin Bryars (1943, Gran Bretagna), insieme a suo figlio Yuri Bryars (1999, Canada). La composizione si ispira al testo del poeta argentino Roberto Juarroz (1925-95, Argentina).
La Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura ha contribuito alla realizzazione del Padiglione Italia con un importo pari a 800.000 euro formalizzato, come di consueto, con una convenzione con la Fondazione La Biennale di Venezia. TOD’S, in qualità di Partner, e di Banca Ifis, in qualità di Sponsor, ci hanno messo complessivamente a più di 400.000 euro.
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