Slovacchia: Bratislava, la sorella meno nota di Praga
Da visitare la città vecchia ricca di musei e il castello
Nel 1993 ci fu il divorzio: consensualmente Repubbliche Ceca e Slovacca si separararono. Ma nel 2018 entrame celebravano una ricorrenza: il centenario della fondazione della Cecoslovacchia e i 50 anni della Primavera di Praga (1968).
Il diplomatico, scienziato e generale delle Forze Armate Milan Štefánik, è venerato come un padre della patria. Ecco cosa ne scrive lo studioso e giornalista Sergio Tazzer, che da storico ha dedicato molti saggi a questa parte di mondo:
"Quando si parla di Cecoslovacchia, oltre a Masaryk ed a Beneš, si deve obbligatoriamente parlare di Štefánik. Si diceva allora: Masaryk pensa, Beneś dice, Štefánik fa. Milan Rastislav Štefánik nacque il 21 luglio 1880 a Košariská, allora Kosaras, Alta Ungheria (Felvidék), oggi Slovacchia. Il ricordo delle sollevazioni degli slovacchi del 1848-49, represse nel sangue, era vivo e il sentimento irredentistico si rafforzò nel tempo, con il rifiuto all’assimilazione imposta dalla classe dirigente ungherese. Il padre di Štefánik, il pastore protestante Pavel, era un fiero slovacco che allevò i numerosi figli nel timore di Dio e nella fedeltà all’idea di Nazione slovacca..." clicca qui
Ma cosa si intende oggi con Slovacchia? Si parla di un territorio di un piccolo tassello d'Europa con 5 milioni di abitanti e un'area di circa 49.000 chilometri quadrati, che confina con Polonia, Ucraina, Ungheria Austria e la sorella Repubblica Ceca. Fa parte dell' Unione Europea, della Nato e dell'Onu.
Se Praga è molto nota ed è la capitale Ceca, meno nota è Bratislava che - vicinissima a Vienna - è la capitale della Slovacchia della quale rappresenta il centro economico e culturale. E' una suggestiva città medievale che sorge lungo il Danubio. Di Austria e Ungheria porta evidenti tracce nella sua architettura.
Nel centro storico monumenti e palazzi: spicca da ogni punto il Castello di Bratislava, simbolo della città, e tra le piazze caffè storici, pasticcerie e siti culturali.Bratislava offre molti siti storici, musei, teatri e centri culturali. La prima università del Regno d'Ungheria fu l'Accademia Istropolitana, fondata nel 1465 dal re Mattia Corvino. Oggi è un articolato ateneo composto dall'Università Comenio (Komenského Univerzita), che conta circa 30.000 studenti, dal Politecnico che ne ospita altri 20 000. L'Accademia d'Arte Slovacca e la Public University of Economics e la City University of Seattle, sono scuole trendy. L'Accademia slovacca delle scienze è il centro dei nuovi saperi. Di grande prestigio anche il Conservatorio della città, che ha formato musicisti importanti.
Da visitare: la città vecchia. L'architettura è stata influenzata da diversi popoli, ungheresi, cechi, austriaci. Il castello domina la città dall'alto di una collina. E' l'edificio più noto e parte integrante dello skyline della città. È una costruzione massiccia, a pianta rettangolare, con quattro torri angolari sorto su un sito abitato già nel periodo di transizione dall'Età della pietra all'Età del bronzo. E' di fatto una acropoli celtica che ha assistito a secoli e secoli di storia e venne trasformato in fortezza gotica in funzione anti-hussita sotto Sigismondo di Lussemburgo nel 1430, divenendo un castello rinascimentale nel 1562, ricostruito nel 1649 in stile barocco. Sotto la regina Maria Teresa d'Austria, il castello divenne dimora reale. Nel 1811 fu distrutto da un incendio e rimase un cumulo di rovine sino agli anni 1950. Oggi è il simbolo della città e luogo di visita per ogni turista.
Una curiosità: la città prese il nome di Bratislava nel 1919, in seguito ad un concorso pubblico indetto per scegliere un nome, slovacco. Prima si chiamava Prešporok, derivato da Pressburg, nome tedesco della città; nel corso della storia ebbe nomi diversi. Il primo fu Brezalauspurc, "Castello di Braslav" a cui si rifà il toponimo odierno.
Nel centenario della consegna della bandiera di guerra, all’Altare della Patria in Piazza Venezia, si è svolto un convegno-dibattito italo-ceco-slovacco. Da Praga è giunto il direttore dell’Istituto di Storia della Facoltà di Filosofia dell’Università Carlo, Jan Sedivy, da Bratislava il direttore dell’Istituto di storia dell’Accademia slovacca della scienze, Slavomir Michàlek, per l’Italia il giornalista e scrittore Sergio Tazzer, presidente del CEDOS Centro di documentazione storica sulla Grande Guerra. Due ore di approfondimento e di dibattito, cui hanno assistito i due ambasciatori a Roma Hana Hubackova (Repubblica Ceca) e Jan Soth (Slovacchia), generali italiani, cechi e slovacchi, esponenti dia della Associazione dei Legionari Cecoslovacchi che della Associazione “M.R.Stefanik”. Sono state consegnate anche alcune onorificenze, ed alla fine - con sorpresa dell’autore, Sergio Tazzer, che non era stato avvisato - è stata presentata l’edizione slovacca del “Banditi o eroi? Milan Rastislav Stefanik e la Legione Ceco-slovacca” (Kellermann editore), edito a Bratislava da Kanimex, un testo che sulla stampa slovacca il libro ha avuto lunghe e lusinghiere recensioni.
Un busto di Milan Rastislav Štefánik, è stato esposto alla Campana dei Caduti di Rovereto. L'Ambasciatore della Repubblica Slovacca in Italia Ján Šoth intervenuto per l'occasione ha ricordato come la Repubblica Slovacca abbia in Rovereto un luogo simbolo considerati i 151 caduti legionari cecoslovacchi ricordati ancora oggi all’Ossario di Castel Dante dove molti cecoslovacchi si recano in pellegrinaggio ogni anno.
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