L'ultima cena di Brigitte Niedermair
Moda, arte e linguaggi contemporanei
Brigitte Niedermair, artista sudtirolese, da oltre vent’anni fotografa l’universo femminile. Nel panorama della fotografia di moda, è una presenza del tutto unica, che declina la moda contemporanea con un linguaggio che si nutre di riferimenti alla storia dell’arte. Il suo sguardo femminile si impone con forza in un sistema di immagini dominato da una visione che è solitamente maschile. Vive a Merano e lavora tra Parigi, Milano, Londra e New York.
Brigitte Niedermair lavora inserendo i suoi tableaux di foto di moda e di natura morta, con una potente intenzione installativa.
Fascino ricercato ed eleganza formale negli scatti di Brigitte Niedermair c'è storia e c'è futuro. In modo poetico, talvolta provocatorio, l'artista crea un corto-circuito intorno al tema dell’identità e del genere. L’ideale di donna ritratto nelle immagini di Brigitte Niedermair è una potente figura femminile, consapevole della propria identità e del suo ruolo nella società contemporanea.
Brigitte Niedermair (Merano, 1971) dagli anni Novanta, i suoi progetti si sono incentrati sul significato dell’identità, le modalità di rappresentazione del corpo femminile e il ruolo dell’osservatore. In generale, l’approccio di Niedermair alla fotografia è stato una costante esplorazione del tempo e della memoria che si riflette sui linguaggi della storia dell’arte.
Il suo lavoro è stato oggetto di mostre internazionali e le sue immagini di moda sono state incluse in prestigiose pubblicazioni internazionali tra cui CR Fashion Book by Carine Roitfeld, Harper’s Bazaar, Wallpaper*, Dior Magazine, W, Citizen K, and Vogue Italia. Le sue opere appartengono a collezioni private, musei e istituzioni pubbliche in Italia e all’estero.
Palazzo Mocenigo ha allestito nel 2019 nell’ambito di MUVE Contemporaneo, il progetto promosso da Fondazione Musei Civici di Venezia, una personale a lei dedicata curata da Charlotte Cotton con la direzione scientifica di Gabriella Belli negli ambienti un tempo privati della famiglia Mocenigo, proporendo una interazione tra le fotografie dell’artista e l’architettura e gli arredi del XVII e XVIII secolo del palazzo.
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