Carl'Antonio Grue e la maiolica barocca castellana
L'artista abbruzzese (1655-1723) inventò lo stile ''ornato a paese''
Quando si ammira, su un vaso in maiolica o porcellana, il paesaggio che viene riprodotto, dovremmo dire grazie a Carl’Antonio Grue (Castelli 1655-1723) insigne ceramista abruzzese inventore dello stile ''ornato a paese''.
Indubbiamente considerato il più importante decoratore di maioliche del panorama artistico italiano del suo tempo, molto noto anche in ambito internazionale, moriva trecento anni fa ed un bellissimo volume dà conto e rende omaggio della sua arte ed inventiva.
''Carl’Antonio Grue (1655-1723). Capolavori della maiolica barocca castellana dalle collezioni pubbliche abruzzesi'' è stato presentato nella Cappella dei Condannati del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma, grazie al lavoro di ricerca promosso dalla Fondazione Pescarabruzzo, dal Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università degli studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara e dal Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo con il sostegno di Fondazione dei Musei Civici di Loreto Aprutino, unitamente alla Regione Abruzzo.
ll territorio abruzzese custodisce un notevole patrimonio di beni culturali che testimoniano l'opera degli illustri maestri della maiolica. Carl'Antonio Grue fu certamente uno dei principali protagonisti. Un'arte ceramica di assoluto rilievo, tant'è che è conservata nei principali musei di tutto il mondo come il Louvre di Parigi, l'Hermitage di San Pietroburgo, Il British Museum di Londra.
Questa arte conservata nei musei d'Abruzzo porta anche testimonianza di un collezionista lungimirante quale fu il barone Giacomo Acerbo che ha lasciato una prestigiosa collezione acquisita dalla Regione Abruzzo.
Carlo Antonio Grue è stato capostipite di una fiorente e assai prolifica bottega dedita alla produzione artigianale di maioliche. L'importanza di Grue sta nella sua intuizione: inaugura l'istoriato castellano e supera il Barocco Romano portando il paesaggio nell'ornato di vasi e porcellane. Con il termine "ornato a Paese" ovvero a soggetto esclusivamente paesaggistico nasce lo stile più caratteristico delle produzioni di Maiolica castellana di età barocca.
Fu dunque Grue l'indiscusso iniziatore di questo stile decorativo. Nato a Castelli nel 1655 e lì morto nel 1723, Grue introdusse nei motivi decorativi ampie vedute campestri e boschive spesso animate da scene venatorie nei suoi manufatti.
"Figlio di Francesco, ne accolse l'eredità artistica e consolidò questo centro di produzione che fu di sostanziale riferimento nel panorama delle arti decorative applicate tra 600 e 700" scrive Laura Salerno della Direzione Regionale Musei d'Abruzzo che firma uno degli interventi.
Le fonti iconografiche che avevano ispirato le raffigurazioni di paesaggio vanno ritracciatenelle opere grafiche dell'incisore fiorentino Antonio Tempesta, detto anche il Tempestino, ma altri importanti e modelli di ispirazione furono i paesaggisti francesi del 600 come Claude Lorraine, Gaspard Dughe, detto il Poussin, Gabriel e Nicolas Perelle.
Carlo Antonio inventò una decorazione ceramica completamente nuova, al passo con i tempi, in un periodo in cui l'arte italiana differenziava i suoi generi (figura, natura morta, paesaggio) mentre lui decise di tradurre tutto questo su vasi, piatti, alzate con un repertorio figurativo tratto dalle pitture a olio o a fresco dei suoi artisti contemporanei.
Mariastella Margozzi, storica dell'arte già direttrice del Museo nazionale di Castel Sant'Angelo e dei musei statali della città di Roma, fa notare che l'attività di ceramista di Carl'Antonio Grue è centrale nella lunga catena di predecessori e discendenti, a partire da suo padre Francesco per finire con i figli Francesco Antonio Saverio e Aurelio Anselmo i quali raccolsero l'eredità artistica di questa famiglia che diede un enorme contributo allo sviluppo artistico ed economico della Città di Castelli.
Per due secoli la famiglia ha sfornato prodotti di eccezionale qualità artistica e tecnica fino all'ottocento inoltrato.
E pensare che Carlo Antonio doveva diventare un letterato, ma fu la produzione di ceramica tipica della bottega di famiglia ad attrarlo. Tanto più che sposò Ippolita Pompei figlia di un proprietario terriero e capo di una storica Fornace. La bottega che aveva acquisito come proprietario unico nel 1695 proseguirà la sua attività fino all'anno della sua morte nel 1723 e proseguì con i figli fino alla cessione nel 1742.
Una meravigliosa storia d'arte italiana di cui andar fieri.
(Corona Perer)
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LA MONOGRAFIA
La monografia inserita nella Collana “Arte e Cultura” della Fondazione Pescarabruzzo, getta luce e pone in rilievo l’opera del grande maestro castellano in relazione alle pubbliche raccolte presenti nel territorio abruzzese, fondamentali per documentare e promuovere l’alto valore della sua opera.
Il Museo Acerbo di Loreto Aprutino, tramite l’attuazione di questa ambiziosa iniziativa culturale e attraverso la stretta collaborazione instaurata con il Museo d’Arte Costantino Barbarella di Chieti, il Museo Capitolare di Atri, il Museo delle Ceramiche di Castelli, la Fondazione Museo R. Paparella Treccia e M. Devlet di Pescara, ha assunto il ruolo di capofila e referente delle collezioni pubbliche regionali, nell’attività di divulgazione e valorizzazione del considerevole patrimonio ceramico, dislocato sul territorio abruzzese e conservato nei musei sopra citati.
Il Volume a cura di Pierluigi Evangelista, direttore dei Musei Civici di Loreto Aprutino e di Maria Cristina Ricciardi del Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, è arricchito da saggi e contributi sui repertori museali.
Carl’Antonio Grue (1655-1723).
Capolavori della maiolica barocca castellana dalle collezioni pubbliche abruzzesi
Il volume è stato pubblicato nella ricca
Collana “Arte e Cultura” della Fondazione Pescarabruzzo
(2023 - Pagine 133)
Autore: Corona Perer
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