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Arte, Cultura & Spettacoli

Carlo Rizzarda poeta del ferro

Il catalogo della Galleria d'arte moderna di Feltre

(Corona Perer 23 agosto 2024) - ''Carlo Rizzarda poeta del ferro"  è il primo volume che pubblica le 400 schede dei manufatti conservati presso la Galleria d'arte moderna Carlo Rizzarda.

Carlo Rizzarda è stato uno dei più importanti artisti del ferro battuto dei primi anni del Novecento.

Nato a  Feltre il 23 gennaio 1883, frequentò la locale Regia Scuola di Tirocinio Professionale a orario ridotto, diretta da Giacomo Andolfatto, e, grazie ad una borsa di studio, nel 1904 si trasferì a Milano dove frequentò i corsi sul ferro tenuti dalla Società Umanitaria, creata alla fine dell’Ottocento a scopo filantropico in aiuto alle classi più deboli per qualificare il lavoro artigianale e produrre modelli di buon gusto da destinare all’industria.
 

La fortuna di Carlo Rizzarda fu quella di avere intuito che era necessario prendere al volo l'opportunità di lasciare la città natale dove avrebbe comunque potuto lavorare in una officina locale.

Al tempo, Feltre (dove era nato nel 1883), si trovava in condizioni di arretratezza che poi si acuirà con la Grande Guerra. Andare verso Milano ai primi del Novecento, in un'epoca in cui la città era già punto di riferimento, era atto di coraggio e certo ce lo immaginiamo con gli occhi pieni di speranza e di voglia di fare: i bellunesi sono sempre stati apprezzati per essere gran lavoratori e non aver paura di rimboccarsi le maniche.

"Milano era crocevia di culture e influssi, dove chi aveva ingegno e tenace volontà poteva riuscire ad emergere a fermarsi" scrive Tiziana Casagrande Conservatrice dei musei feltrini, nel saggio introduttivo all'enorme lavoro di documentazione e catalogazione che ha preso corpo nel volume  ''Carlo rizzarda poeta del ferro'' edito da Sagep Editori che raccoglie anche interessanti interventi di Mariateresa Chirico, Valerio Terraroli, Stefania Cretella, Matteo Fochessati, Stefano Andrea Poli, Damiano Iacobone, Alessandro Ervas, Valentina Pellegrinon.

Un'operazione culturale che - come spiega in prefazione il sindaco della città, Viviana Fusaro -  porta a compimento una delle volontà dello stesso Rizzarda il quale nel suo testamento accennava alla pubblicazione dei suoi lavori in ferro battuto e suggeriva al comune di Feltre - destinatario di un cospicuo legato testamentale - di procedere alla realizzazione del volume.

Dunque un catalogo che raccoglie le opere del famoso maestro feltrino, un lavoro enorme che prende in esame il prima e il dopo, ovvero i maestri del grande ''fabbro ornatista'' come lui amava definirsi,  ma anche i successori ovvero gli allievi che lui coltivò da docente nella scuola milanese dell'Umanitaria.

Il catalogo che rientra tra le opere di valorizzazione culturali del Feltrino, offre una carrellata entusiasmante sulle opere in ferro battuto di straordinaria bellezza che uscirono dalla fucina di questo autentico artista, davvero un poeta del ferro.

Il volume colma quindi un vuoto documentale, cataloga ed enumera il capitale della Galleria Rizzarda di Feltre (che ha la fortuna di essere sede di un museo unico nel suo genere) ma è anche una pietra di partenza, perchè si ha notizia di lavori esteri ancora da catalogare tra Buenos Aires, Florida, Malta.

Carlo Rizzarda aveva mosso i primi passi nel ferro come dipendente della ditta Bertoldin che a Farra di Feltre aveva aperto delle Officine dove già il padre del Rizzarda era stato assunto. E quello che emerge è che accanto al lavoro, Rizzarda studia. Si era iscritto ai corsi serali della scuola industriale di disegno e plastica del seminario vescovile di Feltre conseguendo premi e ottimi riconoscimenti. Si vide subito che era un uomo di enormi potenzialità. La scuola era diretta dal già citato Giacomo Andolfatto, vicentino di nascita, al quale Rizzarda rimarrà sempre legato anche quando a Milano raggiunge fama e rcchezza. Andolfatto gli aveva dato i primi rudimenti teorico-pratici comprendenti: disegno geometrico, copia del vero e molte delle informazioni di base che Rizzarda poi a sua volta trasferirà a suoi allievi. Rudimenti che si porterà in valigia a Milano e furono decisivi per lo sviluppo della sua estetica.

Gusto, sapiente dosaggio di vuoti e pieni, una composizione formale equilibrata ed elegante emergono subito nei suoi progetti. Arte che si fa notare e desiderare da prestigiose committenze. Le sue cancellate sono  meravigliose e ancor oggi sopravvivono al tempo, come quella che si può ammirare ancor oggi a Grum di Villabruna nella tenuta De Mezzan, a pochi chilometri fuori Feltre.

 

A Milano il  mestiere inizia sotto la guida di Alessandro Mazzucotelli, abilissimo artigiano e grande talento artistico capace di piegare il ferro alle sinuosità richieste dall’Art Nouveau.
Grazie a lui, Rizzarda sperimenta le infinite potenzialità artistiche del ferro battuto.

Nel 1910, poco dopo l’esposizione di arte decorativa di Bruxelles, si mette in proprio. I suoi manufatti, a questa data, mostrano un dialogo tra eleganze di sapore ancora Liberty e il nuovo canone geometrico di gusto ormai quasi Decò.

copritermo (foto perer - aprile 2021)

 

Lampadari, applique, lampade rialzate, portafiori. Il suo forgiare il vetro sembra divertimento e gioco tra materie forti e fragili: abbina il ferro battuto al vetro in opere di grande eleganza. La Sala dei Lampadari alla Galleria Rizzarda di Feltre ne dà ampia testimonianza.

Per quattro fortunati uccellini, realizza una voliera che più che una gabbia sembra uno scrigno prezioso:

 

Il catalogo è il giusto omaggio ad un grandissimo artista e dota la Galleria di un insostituibile strumento di divulgazione  sul patrimonio conservato.

Una visita alla Galleria Rizzarda (via Paradiso), permetterà di vedere da vicino quanto stile, capacità creativa e genio  Rizzarda aveva raggiunto nel tempo. Poesia applicata al ferro come giustamente aveva sentenziato il commediografo Gino Rocca, anche lui figlio di Feltre.

(Corona Perer)

 


Autore: Corona Perer

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