Castello del Catajo, la casa del mercenario
Battaglia Terme, il gioiello di Pio Enea degli Obizzi
(Battaglia Terme, C.Perer) - Il Castello del Catajo, posto nella piana che collega Abano a Battaglia Terme, nacque grazie ad un business poco edificante: la guerra. E venne pensato in tempo di pace: bisognava mostrare quanto ricco fosse diventato con i suoi affari di stato il mercenario Pio Enea I degli Obizzi. Affascina per la sua severa struttura, immersa nella natura vulcanica dei colli.
Gli Obizzi, di origini borgognone, erano condottieri: facevano la guerra per mestiere, non importa per chi o a sfavore di chi. Pio Enea, da professionista di armi ed eserciti, combatteva per far vincere il committente. E guadagnò molto. L'ansia di mostrare le ricchezze accumulate in battaglia, lo portò ad ampliare la casa materna per farne un gioiello incastonato nel verde dei Colli Euganei, di gusto Rinascimentale e dal fascino moresco: il Castello del Catajo, a Battaglia Terme.
Ci fu un bel po' di lavoro: la Ca' del Tajo, oggi Catajo, si chiama così perchè tutto venne 'tagliato' cioè scavato dalla roccia (altre fonti farebbero discendere il nome da 'Cathai', leggenda legata a Marco Polo). Pio Enea chiamò l’architetto Andrea Da Valle e ne venne fuori una fortezza-castello dove tutto era stato pensato per stupire e fare festa. Una villa principesca che appunto doveva comunicare la potenza dei proprietari.
Basti pensare che nel cortile-fossato si allestivano per gli ospiti battaglie navali: le Neumachie, spettacolo in voga nell'antica Roma che consisteva nella simulazione di un combattimento navale. Ma se nell' antichità venivano allestite in bacini naturali o artificiali o in edifici appositamente predisposti (anfiteatri e circhi), qui lo si faceva allagando il cortile, con barche a fondo piatto. E la nobiltà assisteva divertita alla guerra navale dalle terrazze sovrastanti.
Pio Enea - racconta la guida - era attratto dalla bellezza dei Colli Euganei. La casa materna dei primi del ‘500, oggi chiamata Casa di Beatrice è l'ingresso alla villa. E' il primo e più antico nucleo del castello risalente al 1515.
I lavori per fare di quella casa un castello non furono facili, ma durarono solo tre anni, fra il 1570 e il 1573, alla fine gran parte dell'edificio era stato trasformato. Una struttura gigantesca, con 350 stanze.
Il Castello del Catajo incanta per i suoi affreschi perfettamente conservati, forse i meglio conservati del periodo.
Pio Enea aveva chiamato nel 1571 Gian Battista Zelotti, discepolo di Paolo Veronese, ad affrescare le pareti interne dando vita ad uno dei più spettacolari cicli di affreschi delle ville venete.
L'artita li realizzò in un solo anno di tempo raccontando la famiglia con l'albero genealogico, i matrimoni, i papi amici, le gesta della famiglia, battaglie, mogli e conquiste dei territori.
Tutto fu pensato per stupire gli ospiti nell'ottica della festa: il padrone di casa li faceva arrivare in barca.
Gli ospiti trovavano al molo un cavallo e salivano al castello lungo la ripida scalinata in groppa al quadrupede. Ecco spiegata l'originale forma dei gradini, adatti allo zoccolo di cavallo.
Ma gli Obizzi avevano un cruccio: non avere un titolo nobiliare, così fecero di tutto per mostrare ricchezza e potenza, fino a cercare di imparentarsi anche con un Papa. Avvenne con Papa Innocenzo IV perche l'ultimo discendente, mercenario come i predecessori, sposò una sua nipote.
Un matrimonio di interesse che ribadiva alle corti del nord l'importanza della famiglia. L'affresco che immortala la scena mostra però un Papa e una sposa poco convinti: in realtà al Pontefice interessavano solo le truppe mercenarie degli Obizzi per portare avanti le frequenti lotte per il dominio sui territori veneti.
Gli Obizzi invece miravano alla fama e al titolo nobiliare. ''Gli Obizzi diventeranno marchesi solo nel 1630. La fonte di queste informazioni è il "Ragionamento sul Catajo" scritto dallo storico Giuseppe Betussi" spiega la guida.
Curiosità: tutti i ritratti originali degli Obizzi sono finiti in Repubblica Ceca. Il Castello di Konopiště in Boemia conserva una collezione di dipinti dei signori Obizzi. Il Castello di Catajo ne mostra copie fotografiche nella Casa di Beatrice.
E c'è una novità: una volta completata la visita, si può fare proprio come facevano gli ospiti del Marchese. Salire in barca e visitare le meraviglie del Veneto (della quali il Catajo è certamente una delle perle) ...dall'acqua, grazie ad un progetto turistico che coinvolge una rete di 24 operatori (ve ne parliamo > qui). Si sono messi insieme per dar vita ad esperienze di slow-flow, navigazione lenta, lungo le antiche vie fluviali che collegavano la Serenissima all'entroterra.
info: www.slow-flow.it
Autore: Corona Perer
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