Cesare Battisti, 1915
Cesare Battisti, 1915
Attualità, Persone & Idee

Cesare Battisti, l'eroe

...E l'intellettuale Ernesta Bittanti sua moglie

Cesare ed Ernesta, lui eroe, lei intellettuale. Passione e politica sono gli ingredienti di una storia che oggi può insegnare molto sul piano delle alte idealità.

Patriota, giornalista, geografo, politico socialista e irredentista, deputato e cittadino austriaco: Cesare Battisti veniva impiccato il 12 luglio 1916 accusato di alto tradimento. Quella mattina  fu condotto insieme a Fabio Filzi davanti al tribunale militare, che aveva sede al Castello del Buonconsiglio ed era adibito a caserma delle truppe austro-ungariche e impiccato. L'esecuzione fu ripetuta due volte: la corda per impiccarlo si era spezzata. Non si scusò, né rinnegò il suo operato e ribadì invece la sua piena fede all'Italia.

Personaggio complesso, Battisti: è socialista  e patriota, deputato a Innsbruck e a Vienna e insieme fermo oppositore di quell'impero perchè soffocava l'autonomia culturale dei popoli.Stava a cavallo di due mondi, il tedesco e l'italiano, e due culture: quella socialista e quella patriottico-risorgimentale. Naturale che la memoria sia stata controversa e strumentalizzata tanto dal fascismo come da una certa propaganda austriaca.

Ma per una volta diamo attenzione alla donna che lo amò e sostenne. Ernesta Bittanti Battisti, fu giornalista, scrittrice, insegnante. Fu anche tra le prime donne a guidare un’automobile. Fu la sua più fedele compagna di battaglie. Per tutti era la vedova di Battisti, oggi annoverato tra gli eroe nazionali insieme a Guglielmo Oberdan, Damiano Chiesa, Fabio Filzi, Nazario Sauro.

Il suo Cesare fu giustiziato il 12 luglio 1916, ma lei lo seppe soltanto il 17 luglio, mentre era a Padova. All’inizio le notizie erano state confuse: prigioniero? Caduto sul fronte? Poi arrivò la verità: il 12 luglio 1916 Cesare Battisti, giornalista, geografo, socialista, irredentista, massone, deputato al Parlamento di Vienna, arruolato nell’esercito italiano nella prima guerra mondiale, era stato impiccato a Trento per alto tradimento.

Nel gennaio 1923 rispose così agli auguri di Natale inviati da Mussolini, che aveva collaborato brevemente a «Il Popolo», il giornale socialista ideato da Ernesta e fondato da Cesare nel 1900: “Alla Storia non si dettano leggi: ma Vi ha scelto espressione di un ben terribile destino, di reggere l’Italia incatenandola ed umiliando il suo spirito vitale!”

Ernesta Bittanti non si lasciò mai tentare: restò all’opposizione, sempre, perfino con l’Italia democratica e repubblicana del 1946: contestò, fra l’altro, al presidente del consiglio Alcide De Gasperi, l’idea di una regione autonoma del Trentino Alto-Adige.

A parte le lettere a De Gasperi, Ernesta scrisse moltissimo sull’autonomia e la questione altoatesina. Secondo lei l’accordo De Gasperi-Gruber, che stabiliva i confini tra Italia e Austria dopo la seconda guerra mondiale e ne regolava i rapporti, avrebbe dovuto essere applicato soltanto all’Alto Adige.

Nonostante tutto sulla figura di Battisti in Trentino ancora si distingue e polemizza.

''Oggi quel che emerge non è l'eroe, non è il traditore, ma un Cesare Battisti che è comunque un gigante nella Trento d'inizio Novecento: un uomo dalla ricca umanità, che credeva nella democrazia rappresentativa. Un geografo competente e appassionato. Un intellettuale che si era impegnato strenuamente, insieme a un giovane Alcide De Gasperi, per un'università italiana a Trento. Un autonomista che combatteva non solo per la sua terra, ma per tutti i popoli oppressi'' è stato detto di recente alla annuale commemorazione sul Doss Trento.

 

14 luglio 2023

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