Agitu, la combattente
di Luigi Casanova
La morte di Agitu, una pastora etiope. Il destino forte di tante persone simbolo.
Ieri è stata uccisa Agitu Ideo Gudeta una etiope che 24 anni fa era stata costretta a fuggire dal suo paese perché impegnata a difendere le terre agricole dalle violenze, dai furti delle grandi multinazionali. Ha trovato la morte in un paesino del Trentino, Frassilongo, in val dei Mocheni. Una zona dove è radicato un distorto valore dell’autonomia, oggi tanto caro a chi il trentino lo governa: la si confonde con la lotta contro le regole (a casa mia faccio come voglio io). E’ morta in un Trentino che da due anni cancella le leggi e gli aiuti rivolti ai rifugiati, a chi è diverso, a chi è disperato.
Agitu è stata una combattente, nella montagna ha trovato la sua autonomia. Da rifugiata si è laureata in sociologia, ha poi avviato un’azienda agricola “La Capra felice”, una ditta che ha come scopo la tutela di una sottospecie, la capra mochena, ma anche quello di sostenere una agricoltura totalmente biologica. L’azienda è stata un successo tanto da portarla ad aprire un negozio a Trento, aveva un punto vendita a Bolzano. Una donna autonoma, energica, determinata, capace. Simbolo di integrazione voluta: quanto ha dovuto lottare per difendere valori oggi fondamentali, il valore dell’essere donna, la sobrietà, l’integrazione dell’uomo con la natura e la montagna, la solitudine e la sua intensità negli incontri. In valle dei Mocheni ha dovuto imporsi anche contro i pregiudizi, contro le diffidenze, contro un razzismo diffuso (con le denunce). Ed alla fine era riuscita a farsi voler bene, accompagnata dal sindaco di Frassilongo e altre persone semplici. Simbolica è anche la data della sua nascita: 1° gennaio, un giorno che ci apre alla rinascita.
C’è bisogno di rinascita, specialmente dopo un anno tanto triste come quello concluso in Trentino con questa violenza: la morte di una donna, emigrata, forte, semplice che ha investito nella montagna del domani, una montagna aperta all’incontro e confronto.
E’ stata uccisa da un suo dipendente, anche lui africano. Una morte che è specchio di una umanità malata in profondità. Ci ha lasciato tanti esempi: Gandhi ha sempre sostenuto che la lotta politica e sociale si rafforza con l’esempio virtuoso. Nel dolore che ci accompagna tutti quante riflessioni ci apre questa morte! Mountain Wilderness non può che rimanere vicina a persone che diffondono nella società tanta ricchezza valoriale, tanto coraggio.
Pochi giorni prima, sui social, Agitu aveva postato una nota di speranza: “Buon Natale a te che vieni dal Sud e dal Nord”.
Luigi Casanova
Cavalese 30 dicembre 2020
www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*
Commenti (0)
Per lasciare un commento