Cipro e le 10 chiese patrimonio Unesco
Itinerari religiosi a partire dalla Piana di Galata
A vederla col suo tetto spiovente fino a terra, tutta sola nella piana di Galata, sembra di essere stati catapultati tutto d'un colpo in un angolo nordico. Ed invece siamo nel cuore di Cipro. La chiesa bizantina Panagia Podithou posta nel villaggio di Galata è Patrimonio Culturale dell’Umanità. L'Unesco l'ha iscritta tra i suoi beni nel 1985.
Il tetto è una sorta di guscio che protegge un secondo sistema di muratura interna con il timpano decorato da una scena di anastasi, un tema iconografico dell'arte bizantina, rappresentante la resurrezione di Cristo e discesa agli inferi, ricorrente nella tradizione artistica ortodossa.
A rendere prezioso questo luogo di culto edificato nel 1502, con annesso monastero, sono i dipinti in stile italo-bizantino, che fece la sua comparsa sull’isola verso la fine del XV secolo. Si respirano qui i primi influssi di quel Rinascimento che in Europa – all'epoca – si respirava a pieni polmoni. E così si notano movimento, prospettiva, dettagli inediti per la tradizione bizantina, come i boccoli dei cappelli.
Accanto alla chiesetta ne esiste una più piccola: la Chiesa dell'Arcangelo, eretta 12 anni dopo (1514). Malgrado sia coeva è preziosa non è entrata nella lista dei beni Unesco, ma non è meno interessante. Anche qui Maria Theotokos (cioè madre di Dio secondo la definizione data dal Concilio di Efeso del 431 dopo Cristo) domina il ciclo di dipinti murali. Una iscrizione indica la famiglia di origine veneziana che fece erigere il piccolo luogo di culto Conserva infatti un ciclo di dipinti cristologico e mariologico molto preciso e dettagliato. Una Bibbia per immagini che all'epoca serviva proprio per divulgare al popolo dei fedeli la vita di Maria e di Cristo.
Il sito, immerso nella pace e tra i fiori, è certamente la gemma più preziosa di un tesoro che a Cipro conta ben 10 chiese iscritte nel patrimonio Unesco. Si trovano tutte sui monti Trodos.
La ricchezza del patrimonio religioso cipriota è cospicua. Il turista interessato a percorrere i sentieri della fede cristiano-ortodossa sull'isola ha solo l'imbarazzo della scelta. Esistono infatti ben 46 monasteri, tra eremitaggi, laure, santuari e la possibilità di costruire almeno una decina di itinerari diversi tra monachesimo e ascetismo, arte bizantina, chiese e basiliche degli apostoli.
Racconta un capitolo di storia veneziana il complesso del Monastero di Agia Napa, di origine medioevale che oggi funge da Centro Conferenze per le Chiese di Cipro e del Medio Oriente, il cosiddetto Ecumene. E' dedicato a “Nostra Signora delle Foreste” e si trova nel centro di Agia Napa oggi località molto alla moda della costa est di Cipro. Il complesso è circondato da alte mura ed originariamente era un castello, molti dei suoi locali si trovano nel sottosuolo e sono stati ricavati dalla roccia. All'entrata sud vi è un mastodontico sicomoro, di almeno 600 anni.
Emozionante la visita alla Chiesa dove sono conservate le spoglie di San Lazzaro. La Basilica Ortodossa con tre cupole e il campanile, subì vari danneggiamenti da parte degli Ottomani, che la trasformarono in moschea. Si trova nel centro di Larnaka, terza città dell'isola (dopo la capitale e Lemesos sulla costa). La chiesa è splendida e tutta in pietra. All'interno icone bizantine e una splendida iconostasi in legno, intagliata rivestita in oro di fine '800.
La Basilica è però più antica e risale ai primi anni del X secolo. E' uno dei più importanti monumenti bizantini ciprioti. Costruita dall’Imperatore Leone VI, fu al centro di un accordo: l'edificazione era subordinata al trasferimento delle reliquie del Santo a Costantinopoli. Sorge proprio sul sito della tomba di Agios Lazaros. E' il Lazzaro risuscitato da Gesù che una volta recuperata la vita lasciò Betania per recarsi a Larnaka (all'epoca nota come Kition) nel 33 d.C. dove divenne Vescovo. La cripta della Chiesa è la tomba del Santo. Vi si nota il sarcofago in pietra accanto ad altre urna sepolcrali. All'interno della Chiesa una teca d'argento oggetto di culto conserva invece le spoglie, ma secondo altre tradizioni, le ossa sarebbero conservate anche a Marsiglia.
Il monachesimo come noto è articolato in varie forme di vita ascetica. La più radicale fu quella di Agios Neofytos: san Neofito, eremita e scrittore, scelse un luogo isolato sui monti a pochi chilometri da Pafos. Su una roccia scavò la sua “Egkleistra”, una clausura dove si ritirò a pregare, scrivere e contemplare il Cristo. L’eremita scavò la sua laura sulla parete della montagna alla fine del XII secolo. Due piccolissimi locali: una chiesa e una cella dove alla morte venne pure sepolto. Alle pareti affreschi bizantini. Ai piedi dell'eremo sorge la chiesa eretta qualche secolo dopo con icone del XVI secolo.
Nella capitale Lefkosia (Nicosia) è imperdibile la Cattedrale di Agios Ioannis (San Giovanni il teologo) posta all’interno delle mura, a fianco del palazzo da dove governava Makarios, e a pochi passi di distanza dal museo diocesano che conserva una straordinaria raccolta di icone bizantine. E' certamente il monumento religioso più prezioso, una tappa è d'obbligo. E' sorta sul sito dove sorgeva una cappella benedettina eretta intorno al XIV secolo, con annesso monastero intitolato a San Giovanni Evangelista. Nel 1662 l’Arcivescovo Niceforo fece ricostruire tutto sin dalle fondamenta. Lo stile franco-bizantino si legge dalla navata unica con volta a botte e una magnifica mandorla che raffigura Gesù Re dei Re.
I sedili posti ai lati dell'iconostasi in legno dorato (secondo la migliore tradizione artigianale cipriota del XVIII secolo) sono quelli su cui seggono il Capo del Governo e Sua Beatitudine Crisostomo II, in occasione delle cerimonie più solenni. Alzare gli occhi è d'obbligo: il dipinto occupa ogni centimetro di parete, i lampadari hanno le caratteristiche uova di struzzo simbolo della vita nuova inaugurata da Cristo. Vi sono conservate quattro grandi icone, dipinte John Kornaris, iconografo cretese che impiegò due anni (tra il 1795 ed il 1797) per portarle a termine. Al lato opposto dell'iconostasi, un matroneo dipinto e alle pareti superbe rappresentazioni della storia cristiana, compreso l'albero genealogico generato dal germoglio di Jesse.
Il vicino Museo Bizantino conserva la maggiore collezione di arte bizantina di tutta l’isola. L'iconografia bizantina raggiunse il suo acme nel XII secolo, ma la collezione include icone di periodo anteriore e posteriore. Severamente vietato fotografare il patrimonio che vi è conservato: le 230 icone antiche (tra l'anno 1000 e il 1800), si possono solo contemplare. Ma vi sono anche paramenti sacri, arredi liturgici, calici, evangelari e documenti vergati in rosso, come vuole il privilegio di cui godeva la Chiesa autocefala di Cipro, e persino parti di mosaici del VI secolo miracolosamente recuperati dopo vari trafugamenti. E' il caso di quelli del VI secolo, appartenuti da una chiesa del Nord dell'isola (oggi nel territorio occupato dai Turchi) che furono rubati, venduti all'estero e infine recuperati e riportati in patria.
La devozione ai santi dell'Ortodossia porta sull'isola molti pellegrinaggi, sono turisti soprattutto di provenienza greca e russa. E del resto la tradizione religiosa popolare sull'isola di Cipro è quanto mai curiosa: a Nicosia - ad esempio - si celebra ogni anno il Katalismos, cioè la fine del Diluvio Universale, una festività che arriva dopo la Pentecoste e che - tra sacro e profano - porta sul lungomare della capitale una pacifica invasione di bancarelle. La città vive giorni di festa e celebra il connubio di questa terra con l'elemento più importante della sua origine e natura: l'acqua. E nel villaggio di Omodos, una piccola imperdibile “chicca” del territorio cipriota, il centro del paese è dominato dal Monastero della Croce dove si conserva la corda della crocifissione recuperata dall'imperatrice Sofia.
www.visitcyprus.com
Autore: Corona Perer
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