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Monte San Vigilio, tra silenzi e antichi confini

La chiesetta in vetta è depositaria di storia antichissima

L'Arcidiocesi di Trento oggi è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto. Nel secolo X, al tempo della decadenza dell’impero carolingio e della tormentata esistenza del regno italico indipendente, la Chiesa di Trento era già potente e mantenne il suo ruolo politico, accrescendolo. Il suo confine più a nord passava di qua: sul monte San Vigilio dove la solidità istituzionale della sede vescovile tridentina attirava le attenzioni dei nuovi re e imperatori tedeschi.

La Chiesetta di San Vigilio che si erge solitaria in vetta è talmente semplice che a fatica si riesce ad immaginare il potere che rappresentava che era inversamente proporzionale, ovvero immenso. Segnava il confine nord del Vescovado di Trento: infatti nel Medioevo, i vescovadi di Coira e Trento avevano stabilito i loro confini a Monte San Vigilio chiamato anche Monte Bischofskofel.
La chiesetta si trova a quota 1793. Vi si arriva dopo una bellissima passeggiata sulla strada che prosegue verso la vetta e che parte dalla stazione di arrivo della Funivia posta a 1486 metri. Da lì ci vuole un'ora abbondante.

La vista della chiesetta, appaga del cammino compiuto per raggiungerla. Consacrata al santo patrono della diocesi di Trento, viene menzionata per la prima volta nel 1278. Era considerata anche un rifugio, a protezione del maltempo che in alta montagna può cogliere di sorpesa.

Le mura della navata sono in stile romanico, il coro ha volta a costole e il campanile del XVI secolo è sicuramente posteriore al primo nucleo, databile all'alto medioevo. Significativi affreschi della fine del XIV secolo sono ben visibili alle pareti e rappresentano gli apostoli sotto il baldacchino, la Passione, i ventiquattro anziani. Un magnifico crocifisso ligneo del XVI secolo orna il presbiterio.

Passaggi di antichi popoli  e di una leggendaria preistoria, sono stati testimoniati da ritrovamenti dell’età della pietra, tracce di riti sconosciuti, comprese misteriose incisioni nella pietra. Ci vivono ancora. Per strada incontriamo un boscaiolo che con le sue mani sta aggiustando la fonte e poco oltre possiede una stupenda casa in legno provvista di tutto il necessario per vivere in pace: legna e animali inclusi.

La montagna di Lana possiede un altro inestimabile tesoro: dalle sue profondità rocciose, infatti, sgorga una limpida acqua leggermente radioattiva che, all’epoca della captazione, veniva impiegata principalmente per approvvigionare i masi, le case per la villeggiatura e i ristoranti posti sulle pendici del monte.

Negli anni ‘60, quando le ricerche scientifiche confermarono le sue eccellenti qualità minerali, vennero costruite lunghe tubazioni dirette a Merano, dove, ancora oggi, viene imbottigliata e commercializzata da Aquaeforst - Acqua Minerale Merano, un’azienda che fa capo alla rinomata Birreria Forst. Non tutti ricordano con piacere questa storia: Madame Forst avrebbe di fatto distratto le ingenti risorse per fini propri e imprenditoriali, ma non si può negarle di aver avuto fiuto. La birra piacque subito ed era buona proprio per le virtù dell'acqua di San Vigilio.


Scoprire Lana:

- Lana, il sentiero del Castagno
- Monte San Vigilio
- www.lana.info/it
- www.hoteltiefenbrunn.com


Autore: Corona Perer

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