Cimice asiatica: la vespa samurai funziona!
In Trentino in 3 anni rilasciate 35 mila vespe samurai insediate nel 53 % dei siti
La cimice asiatica (Halyomorpha halys) è una specie invasiva proveniente dall’Asia, che si alimenta pungendo foglie e frutti di oltre 200 piante ospiti. Tra le specie interessate troviamo anche importanti colture frutticole quali per esempio melo, ciliegio e piccoli frutti, ma anche colture quali mais e soia.
In Europa la robusta cimice asiatica ha pochi nemici, mentre nella sua area di origine un piccolo avversario: la vespa samurai o Trissolcus japonicus. Questa piccola vespa parassitizza le uova dell'insetto, inibendone così la moltiplicazione e la diffusione.
Sono positivi e incoraggianti i primi risultati che arrivano sia a livello nazionale che in Trentino dal programma di lotta biologica classica basato sull'uso di insetti per contrastare in modo sostenibile, riducendo l’uso dei fitofarmaci.
In Trentino in 3 anni sono state rilasciate 35 mila vespine samurai che si sono insediate nel 53 % dei siti (23 su 43) I rilasci di Trissolcus japonicus hanno avuto successo: la percentuale di uova parassitizzate è costantemente aumentata nei tre anni e il parassitoide si è insediato nel 53% dei siti di rilascio. Parallelamente la Fondazione Edmund Mach ha registrato una significativa riduzione dei trattamenti insetticidi e una altrettanto importante contrazione dell’attacco sui frutti.
La lotta ha riguardato la cimice asiatica e la Drosophila suzukii, due importanti emergenze fitosanitarie che preoccupano da alcuni anni il mondo agricolo. I lanci durati tre anni delle vespine samurai contro la cimice hanno visto la Fondazione Edmund Mach impegnata in prima linea anche con campagne di raccolta dell’insetto con il coinvolgimento dei cittadini.
In Trentino il programma di rilascio degli insetti utili è stato gestito nell’ambito del progetto SWAT nato nel 2020 e finanziato dalla Provincia autonoma di Trento e che proseguirà per un altro anno.
Per la cimice è stata richiesta l'estensione dell'autorizzazione per il quarto anno e le prospettive sono che diventi una delle diverse specie fitofaghe del meleto da gestire normalmente con una provincia di Trento, che si è rivelata un areale ideale per l’insediamento dei parassitoidi.
Il tema è stato affrontato, oggi, nell'ambito del convegno lotta biologica patrocinato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, dal CREA e dalla Provincia autonoma di Trento, realizzato da FEM in collaborazione con il Servizio Fitosanitario Nazionale, preceduto ieri da un tavolo tecnico con esponenti del mondo accademico e degli enti di ricerca che hanno discusso delle strategie comuni da adottare per la gestione, anche preventiva, delle specie aliene a rischio di introduzione nel prossimo futuro e delle modifiche normative necessarie per accelerare i processi di autorizzazione al rilascio di antagonisti naturali.
Dal giugno 2020, nell’ambito di un programma nazionale si è quindi proceduto al rilascio anche in Trentino del parassitoide oofago esotico Trissolcus japonicus (35.000 individui) finalizzato al ristabilimento di nuovi equilibri naturali e al conseguente contenimento al di sotto di soglie di danno delle popolazioni della cimice asiatica. I siti di rilascio sono stati 20 nel 2000, 41 nel 2021 e 43 nel 2022. I parassitoidi rilasciati provenivano da un allevamento realizzato nei laboratori della FEM su ovature prodotte da cimici (catturate in apposite trappole o provenienti da una campagna di raccolta realizzata con il supporto dei cittadini:circa 36.000 cimici che nei tre anni hanno prodotto circa 350.000 uova).
Il monitoraggio ha evidenziato un tasso di parassitizzazione da parte di T. japonicus a fine stagione crescente nel corso dei tre anni, passando dal 12, al 18 e al 29% rispettivamente nel 2020, 2021 e 2022 mentre a livello nazionale il dato è stato pari rispettivamente al 4,9 e 17 per cento. Anche per la drosofila i risultati sono positivi; si attendono i risultati del terzo anno per poter fare delle previsioni circa l'evoluzione e il programma di lotta biologica proseguirà anche nel 2023.
Un successo significativo per il Trentino che si dimostra un areale ideale per l’insediamento dei parassitoidi.
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