Cimici e Bromuro - di Alberto Mazzotti
Sergio Caputo e le facce da soldati, una canzone per la naja
In realtà, non ho “una” canzone del cuore. Amo la musica da sempre, ho lavorato per vent’anni in diverse radio, ho decine di canzoni che hanno accompagnato le diverse fasi della mia vita (così come diversi cantanti e diversi gruppi, italiani e stranieri). Spesso sono “piccole grandi canzoni”, quelle che scoprivi quando ti mettevi ad ascoltare un disco per intero, cosa che oggi forse non si fa più...
Questo delizioso - e poco noto - brano di Sergio Caputo (dal suo primo album, l’indimenticabile “Un sabato italiano”) è stato certamente uno di questi. Lo voglio citare oggi perché mi pare straordinariamente attuale, emblematico: non tanto nella “situazione” che racconta (un militare in infermeria, stanco di una logica assurda: e la scelta delle parole, come sempre in Caputo, è azzeccatissima, originale, divertente), quanto nella sua conclusione liberatoria, nell’ottimismo contagioso che lascia alla fine dell’ascolto:
"e non so come ma ti giuro che uscirò di qui
solo un brutto sogno da dimenticare
con in tasca le prove della nostra santità
sarà bello camminare ancora per le strade…"
Non è quello che speriamo tutti?
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