Claudia Amatruda | Good Use Of My Bad Health
Claudia Amatruda | Good Use Of My Bad Health
Arte, Cultura & Spettacoli

Claudia Amatruda, io e il mio corpo

Il progetto ''Good Use Of My Bad Health''

Il progetto Good Use Of My Bad Health  è entrato nella rosa dei finalisti del Premio Luigi Ghirri 2024, rivolto ai fotografi under 35 con un approccio alla fotografia votato alla ricerca artistica. L'autrice, Claudia Amatruda giovane artista visuale laureata in Fotografia e Visual Design alla Naba di Milano, mette al centro il suo corpo e le sue trasformazioni.

Nata a Foggia nel 1995, Claudia Amatruda ha deciso di focalizzare il suo lavoro sulla rappresentazione del corpo attraverso  fotografia e video installazioni. Le interessa sfidare le categorie tradizionali e binarie come uomo/donna, naturale/artificiale effettuando una serie di sperimentazioni attraverso lo strumento visuale.

Nel 2019 Claudia Amatruda ha pubblicato il libro fotografico Naiade, presentato attraverso talk nelle scuole e festival italiani per sensibilizzare sul tema delle malattie invisibili.Un suo progetto ''When you hear hoofbeats think of horses, not zebras'' (2021) è stato esposto in Italia, Grecia, Francia, Olanda e Inghilterra. Nel 2022 ha vinto la Menzione Speciale per la sezione Fotografia Emergente del Premio Francesco Fabbri.

L'abbiamo avvicinata.

Come è scattata la molla di scegliere questo tema di indagine fotografica?
Tutto è iniziato circa 7 anni fa, nel periodo in cui ho scoperto di avere una rara malattia degenerativa senza cura. Ho iniziato a documentare le trasformazioni del mio corpo attraverso l'autoritratto, ed è stato un processo abbastanza spontaneo ed istintivo, portavo la macchina fotografica con me anche negli ospedali e in piscina durante la mia fisioterapia.

Avevi già deciso di farne un progetto fotografico?
La consapevolezza di aver intrapreso un'indagine fotografica è arrivata dopo; più precisamente quando, dopo aver condiviso la mia storia con il pubblico, ho compreso l'importanza della rappresentazione dei corpi non conformi, della disabilità e di come lo strumento visuale fosse un potente mezzo di comunicazione capace di ampliare la percezione e la conoscenza. Tutto ciò coincideva anche con la maggiore presa di coscienza delle modificazioni del mio corpo date dalla malattia, e dall'accettazione degli strumenti d'aiuto che con il tempo entrano a far parte della mia vita e quindi anche della mia pratica artistica.


Nel corso del tempo la motivazione è rimasta inalterata oppure è cambiato qualcosa?
Adesso, seppur il fulcro della mia indagine sia rimasto lo stesso, è cambiato il processo: non documento più quello che mi accade, ma, ispirata al teatro e alla staged photography, metto in scena situazioni e azioni in cui il corpo diventa uno strumento, utilizzando anche il video e la performance.

Quale è l'obiettivo che ti prefiggi?
Il mio obiettivo è avere tanti piccoli obiettivi da raggiungere attraverso lo studio, la continua ricerca e la produzione di opere, è poter fare ogni giorno un passo verso la creazione di una più precisa identità artistica, cercando di alimentare costantemente le idee che arrivano se si ha qualcosa da dire.

Cosa speri possa avvenire nello sguardo di chi guarda i tuoi lavori?
Non ho la pretesa di riuscire a modificare lo sguardo o la percezione di chi osserva, magari di aprire a nuove ed inclusive interpretazioni, ma più che altro spero che guardando i miei lavori, le persone possano sentirsi libere di percepire il corpo, il movimento, la natura e la tecnologia in qualsiasi forma e direzione vogliano.

Dove si potrà vedere questa ricerca?
A fine aprile esporrò il mio ultimo lavoro "Good Use of my Bad Health" al Festival Fotografia Europea a Reggio Emilia, credo sia una bella occasione di crescita e confronto con il pubblico e con gli altri artisti che esporranno con me. Contemporaneamente inizierò una residenza artistica di quattro mesi al Parsec a Bologna, e sarà un bel periodo dedicato alla creazione di nuove opere, all'organizzazione di workshop e talk in uno studio d'artista a mia disposizione durante tutta la residenza.


Corona Perer
aprile 2024

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