Corrado Augias, vi racconto Chopin
La musica può essere raccontata? Forse no, ma i suoi protagonisti sì.
Era il primo marzo 1810 quando a Zelazowa Wola (Polonia) Frédéric François Chopin uno dei più grandi pianisti e compositori di tutti i tempi, emetteva il suo primo vagito. Era nato un compositore.
Ci si potrebbe chiedere se la musica possa essere raccontata. Forse no, ma i suoi protagonisti sì. In occasione dei 200 anni dalla nascita l'esperimento fu tentato con successo da Corrado Augias giornalista dal piglio misurato ed elegante e da un pianista di talento, braccio destro di Abbado a Bologna: Giuseppe Modugno. Augias voce narrante e Modugno artista attraverso cui la musica di Chopin prende forma e diventa persona con succulenti assaggi in un crescendo musicale e narrativo che conduce verso la musica densa e piena di pathos dello Chopin adulto.
Una strana coppia? In realtà Augias, famoso anche come scrittore, ha sulle spalle una significativa carriera di autore teatrale. Non è quindi un caso se la coppia ha riempito ovunque i teatri con “Raccontando Chopin”. Non uno spettacolo e nemmeno una conferenza, neanche un concerto, ma un nuovo modo di proporre i concerti. Difatti Chopin emerge con la sua musica tra vicende private, amori, trionfi e sconfitte, che narrano il compositore nel suo divenire.
“Il nostro è un omaggio all’eredità musicale lasciata ai posteri. Influenzò innumerevoli pianisti. Allo stesso tempo indaghiamo lo Chopin privato” afferma Augias. “La proposta è stata proprio di Modugno” racconta Augias. “Lui pensa che il racconto sia la nuova forma del concerto. E ha ragione: ci segue ogni volta un pubblico enorme e molti giovani che ad un concerto non andrebbero visto che l'età media di solito è superiore ai 60 anni”.
La biografia del musicista narra un allontanamento volontario poco più che ventenne dalla natìa Polonia (ove non farà più ritorno). Spagna e Vienna, furono le prime mete, poi il trasferimento a Parigi, città in cui diventerà un compositore noto ed ammirato in tutta Europa. I suoi amori, e in particolare quello lungo e tormentato con la scrittrice George Sand, debilitò una salute già minata dalla tubercolosi e dalla depressione. Fu amico di Bellini, Liszt, Delacroix, contemporaneo di Paganini.
“Riuscì ad essere il maggior esponente del Romanticismo musicale trovando una perfetta sintesi tra la tradizione classica, la musica popolare polacca e il contemporaneo melodramma italiano” spiega Augias. “Mi affascina non solo la vita breve e romantica, ma anche la genialità inventiva“ afferma.
“Pochi sanno che fu lui a inaugurare l'uso del pollice nella tastiera quindi con Chopin cambia completamente il modo di suonare. La digitazione dei tasti è radicalmente nuova e nuove sono soluzioni compositive e gli accordi. Fin da ragazzo fu predestinato alla musica''.
l'unica foto di Chopin, genio romantico
Era definito il Paganini del pianoforte, quindi un genio, ma i suoi esordi non furono facili. Se a Varsavia era già noto, a Parigi doveva costruirsi un nome. Come si fece strada? “Scriveva musica per i molti nobili” risponde Augias “per vivere dovette scrivere cose mondane e valzer”.
La musica è assai poco aiutata nel paese del bel canto. “Questa è una delle nostre tragedie, ed è intollerabile – commenta il popolare giornalista -. L’idea che mi sono fatto e che spiega tutto questo viene da un’evidenza: tutti i nostri ministri della cultura sono da molto tempo degli incompetenti e non parlo solo di Bondi ma anche di chi quelli che l'hanno preceduto in questi anni. E’ l'unico ministero che se ben gestito ci permetterebbe si essere il primo paese al mondo con i tesori di cui siamo dotati. Ed invece è ritenuto un divertissement se non l’ultima delle preoccupazioni, siamo un paese che ha abbandonato la musica e questa è la nostra vergogna e tragedia” afferma Augias che a settembre sarà nella Parigi che lo ha insignito del titolo di Chevalier des Arte et de Lettres (Cavaliere delle arti e delle lettere) per un lavoro che riguarderà invece Napoleone e L’Italia.
Ma Augias, ha mai suonato il pianoforte? “Ho provato invano” risponde.
“Modugno invece è bravissimo, è infatti un musicista capace di raccontare la musica che suona. Spiega non solo i temi cari al compositore, ma anche la struttura di ogni brano. Cominciamo in genere dai brani giovanili per terminare con i cavalli di battaglia. Alla fine sono tutti contenti e registriamo ad ogni fine spettacolo entusiasmo e questo ci conforta di un’intuizione che avvicina alla musica colta. A Roma abbiamo avuto per tre serate consecutive mille spettatori paganti e questo fa capire che c’è un nuovo modo di offrire la musica, quasi portandola in braccio al pubblico. Ma dice anche che c’è una grande fame di sapere” afferma Augias.
Autore: Corona Perer
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