Scienza, Ambiente & Salute

Corvelva racconta la strage di Gruaro

Storia di una vaccinazione pediatrica finita male, molto male

La strage di Gruaro è la storia di una vaccinazione pediatrica finita male, molto male. Una tragica vicenda riesumata dall’oblio della Storia per merito di Adamo Gasparotto, nato a Pradipozzo di Portogruaro nel 1928 e cresciuto a Gruaro.

Lui era sopravvissuto alla “Strage di bambini di Gruaro” e ha smosso le acque con articoli di giornale e poi con un pressing sull’amministrazione comunale del paese perchè si ricordassero le vittime di una tragica campagna vaccinale antidifterica effettuata nel 1933.

E' merito della sua caparbia ricerca della verità, se ne è venuto un libro (commissionato dal Comune di Gruaro) e sono state apposte due targhe commemorative sulle cappelle cimiteriali dove riposano “i fioi de la pontura”.
A lui, come a tutti i bambini vittime di quella follia, Corvelva ha dedicato spazio nei Corvelva Papers dove si raccontano i dettagli di questa tragedia.

Siamo negli anni ‘30 e Gruaro è un piccolo centro della provincia veneziana dove opera il medico condotto Bettino Betti, originario di Occhiobello nel rovigotto. All’epoca dei fatti narrati il Dott. Betti è un classico medico di paese, lavora a Gruaro da 9 anni ed è stimato da tutto il paese. Nel dicembre del 1932, il Podestà fa recapitare sulla scrivania del Dott. Betti una circolare del Prefetto con un ordine preciso: eseguire la vaccinazione antidifterica dei bambini del paese. All’inizio il medico, forse sentitosi depauperato del suo ruolo, si è opposto anche in modo piuttosto deciso e risponde all’ordine del Podestà con una lettera per motivare la sua contrarietà a sottoporre i bambini, suoi assistiti, alla vaccinazione: “Mi pregio significarle che non ho creduto opportuno per il passato, né stimerei, se nient’altro accade, opportuno anche oggidì praticare la vaccinazione difterica ai bambini, per il fatto che nell’ultimo triennio sono stati denunciati alla Regia Prefettura di Venezia due soli casi di croup (tosse abbaiante sintomo della difterite, ndr) e che anche attualmente nei confronti di tale malattia le condizioni generali della popolazione sono più che soddisfacenti” (Gruaro 24-12-1932).
(...)
Il Prefetto Bianchetti (vero regista di questi fatti) ai primi di gennaio del 1933, incurante delle rimostranze del Betti, dà istruzioni al Podestà di ottemperare all’Ordinanza e, inoltre, impone che la vaccinazione venga eseguita con il vaccino fornito dall’Istituto Nazionale Sieroterapico di Napoli, diretto dal Prof. Terni...

Come è andata a finire? Tutti i 254 bambini vaccinati vengono ricoverati: i più gravi in ospedale a Padova e in quello di Portogruaro e nel dispensario comunale gli altri. A partire dal 24 Aprile e fino al 16 Maggio si contano 28 morti, 13 maschi e 15 femmine.

Ma ci sono molti dettagli di questo calvario e potete leggerli sul sito di Corvelva dove ci sono anche interviste e altri documenti alla pagina Corvelva Papers > clicca qui

 

 

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