La caffetteria, must di un museo
I servizi per la cultura
Che cosa è un Museo senza i servizi essenziali di una caffetteria e di un bel book-shop dove si attua anche un intelligente merchandising museale? Ormai si tratta di servizi basic e le soluzioni adottate dai migliori musei d'Europa insegnano che il visitatore museale adora una sosta lenta magari intervallata da un break e da uno spuntino.
Prenderemo due esempi con un volo ideale di circa tremila miglia da Nord a Sud passando anzitutto per il centro. A Pesaro i Musei Civici hanno una self cafeteria: il visitatore si serve. A disposizione ha caffè in bustina, tè, bollitore, biscotti e quanto serve per prepararsi civilmente una pausa avedo cura di lasciare tutto in ordine per chi arriverà dopo. Tutto free. Un bell'esempio di civiltà e di educazione all'uso di beni comuni. Chiediamo alla biglietteria: "avete mai dovuto fare i conti con abusi o mancanza di cura da pare dei visitatori?". La risposta è "mai". Significa che chi entra si sente oltre che gratificato, anche resposonsabilizzato.
In Belgio a Lovanio (foto in alto) il Museo di Arte Moderno il bellissimo M-Cafè offre specialità tipiche e soft drink a base di frutti ghiacciati e birra. E' fronte strada per intercettare i passanti, e questo l'ha reso un punto privilegiato anche per i giovani universitari. Un luogo intimo e molto friendly, quasi una taverna dove c'è chi legge, chi degusta una birra e chi studia. Basta varcare la soglia per essere già connessi wi-fi, ma è la scelta gastronomica ad invogliare il visitatore ad una sosta: l'offerta è variegata ed economica.
Con un balzo di 2800 km di distanza, ad Atene i due principali musei della Grecia, il Nazionale Archeologico (che ha 150 anni) ed il modernissimo Museo dell'Acropoli (che di anni ne festeggia quest'anno 10 essendo stato inaugurato nel 2007), sono dotati entrambi di ottime caffeterie. Quella del Museo archeologico è stata ristrutturata di recente e si trova al piano interrato del museo, affacciata su un elegante patio neoclassico con i tavolini immersi tra il verde e blocchi marmorei. E' molto elegante ma l'offerta cheap lo rende appettibile a tutti i target. Tanti i giovani ma anche gli ateniesi che lo raggiungono per una quieta lettura.
Il caffè è accessibile direttamente dalla hall e quindi c'è anche chi vi si reca appositamente,per una pausa ovattata e molto rilassante.
L'avveniristico bistrot del nuovo Museo dell'Acropoli ad Atene è invece all'interno del museo di vetro di Bernard Tschumi, in diretto contatto visivo con il Partenone. E' sempre pieno di gente e offre la possibilità di un ottimo lunch a prezzi in media con quelli delle taverne greche della vicina Plaka: si può gustare dell'ottima insalata greca, la moussaka, sorseggiare la birra greca (che è ottima) o pasteggiare come vorrebbe la tradizione con lo ouzo. Si sta bene e si compie un'esperienza estetica anche solo sorseggiando un caffè greco. Inoltre ogni giovedì la caffetteria rimane aperta fino a mezzanotte.
Venendo ad esempi più vicini a casa nostra si può compiere un veloce parallelo tra le due maggiori istituzioni museali dedicate all'arte moderna passando per un classico: ci riferiamo a Museion Bolzano, Mart di Rovereto e Castello del Buonsiglio a Trento.
Iniziamo da quest'ultimo: al Buonconsiglio che resta una delle mete top per il turista in Trentino, la caffetteria del Castello funziona da sempre molto bene. D'estate si avvantaggia di essere collocata dentro uno dei giardini del palazzo vescovile e quindi di giovarsi di una nobile ed elegante scenografia. D'inverno è il luogo intimo per una sosta breve ma anche per un fast-lunch.
Il Bistrot di Museion è certamente un caso: da subito è diventato luogo di incontro, funziona meglio del museo, che invece non è ancora riuscito a diventare un "caso" nell'arte contemporanea italiana, se si esclude l'esordio con la famosa rana crocifissa che tanto fece parlare. Il neo del museo è la mancanza di un parcheggio riservato, quindi per il visitatore esterno è importante documentarsi sulle aree di parcheggio delle vicinanze.
A Rovereto la Caffetteria del Mart - che è stata riaperta grazie allo chef stellato Alfio Ghezzi - è rimasta desolatamente chiusa per tre anni. Le serrande si erano abbassate nel bel mezzo del Ponte di Ognissanti 2016. La procedura di licenziamento per i dipendenti della cooperativa bolzanina che si era aggiudicata l’appalto per la gestione del bar, è stata inesorabile e senza appello. Sono rimasti a casa in dieci. La cooperativa è andata in liquidazione coatta e una soluzione non è stata trovata e così per tutto il periodo del Natale i turisti hanno trovato tre tre anni un Mart senza la possibilità di un caffè. Non c'era nessuna possibilità di una bevanda calda nemmeno in occasione del concertone dell'Immacolata del 2016 che ha visto nella piazza del Museo un artista del calibro di Franco Battiato. Tre anni che hanno guarda caso coinciso con il costante calo di ingressi al museo.
Ora si riparte: era ora.
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