Ridate dignità ai bambini
Biasi ''Togliete la mascherina, quantomeno al banco''
Stavolta il Garante dei Minori di Trento, Fabio Biasi, ha scritto a Mario Draghi, ai ministri della salute e dell'istruzione (Speranza e Bianchi), alla ministra per gli affari regionali (Gelmini) alle autorità provinciali e a chi tiene le redini del sistema scolastico.
''Ormai da troppo tempo i bambini ed i ragazzi sono sottoposti, all’interno delle
scuole (ma non solo) ad imposizioni irragionevoli e vessatorie, che turbano severamente il loro processo di crescita, con gravi ricadute sul loro benessere psichico e fisico. Sarebbe tempo di restituire loro la giusta dignità e la piena libertà, in primis
quella di poter finalmente respirare senza impedimenti di sorta" scrive il Garante dei minori di Trento (qui il testo integrale della sua nota).
E' dunque giunto il tempo e le condizioni per un ripensamento immediato e radicale dell’obbligo delle mascherine nei contesti scolastici, quantomeno in posizione statica, cioè al banco, nonché negli spazi aperti di pertinenza scolastica e nelle attività motorie.
E citando le precedenti richieste (rimaste senza risposta!) indica gli studi sui danni che i bambini patiscono sul piano emozionale e fisico dall'obbligo di una mascherina che peraltro non è meno stata pesata e brevettata per l'utenza pediatrica.
Ricordando come si fosse già ipotizzato che l’uso prolungato delle mascherine da parte di bambini e ragazzi potesse essere causa dell’insorgere di problematiche legate alla sfera psichica degli stessi, specie sulla qualità delle relazioni umane, Biasi cita la stessa O.M.S. che consiglia l’uso di mascherine negli spazi pubblici indoor, solo se manca una buona ventilazione e/o non può essere mantenuta la distanza di un metro. Ma ora ci sono anche studi che affermano i danni nero su bianco.
Biasi segnala di aver ricevuto segnalazioni di molti malesseri come il mal di testa, a volte accompagnato da nausea o vomito, dolori di stomaco.
"Metto a vostra disposizione alcuni studi effettuati da gruppi di ricerca scientifica, che parlano espressamente di effetti collaterali, quali problemi psicologici, dermatologici, nonché problemi respiratori dovuti alla concentrazione di anidride carbonica che si respira sotto le mascherine.
Alcuni studi evidenziano che l’uso prolungato delle mascherine può comportare effetti dannosi sulla performance cognitiva di scolari e studenti, mentre, nel lungo periodo, l’aumento di anidride carbonica è stato collegato a malformazioni fetali, danni al sistema riproduttivo, danni neurologici, cancro, infiammazioni polmonari e cardiovascolari".
Il Garante ritiene che qualsiasi limitazione di diritti fondamentali delle persone debba essere giustificata da situazioni di fatto verificate e ben determinate e debba rispondere a precisi criteri di proporzionalità, di ragionevolezza e di precisi limiti temporali. "Va osservato che da due anni ad oggi le cose sono notevolmente cambiate, essendo assodato che ci troviamo di fronte ad un Coronavirus molto diverso da quello originale, nel senso che la variante OMICRON – pur se caratterizzata da un’infettività maggiore – ha una pericolosità ed una letalità di gran lunga inferiori".
''Ricordo che tutte le persone, in quanto esistenti (e quindi anche i bambini) sono
portatori di diritti fondamentali all’integrità fisica (che comprende quella mentale, spirituale e psicologica), al libero sviluppo della loro personalità, al rispetto della dignità umana, a conoscere modelli educativi non violenti".
Ma non è tutto. Secondo Biasi il permanere di queste misure per un tempo non più ragionevole comporta una evidente violazione di precise norme contenute nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del Fanciullo. Questi gli articoli segnati a Draghi da Biasi:
- l’art. 3, sul superiore interesse del bambino, da considerarsi primario rispetto ad ogni
azione da intraprendere;
- l’art. 16, che vieta le interferenze arbitrarie o illegali nella vita privata o familiare;
- l’art. 19, sulla protezione dalla violenza fisica e mentale;
- gli artt. 28 e 29, sull’educazione nel rispetto della dignità umana del bambino, anche
quale obiettivo specifico della Scuola;
- l’art. 37, sulla proibizione della tortura e di ogni trattamento degradante.
Biasi cita anche l’ordinanza del Tribunale di Weimar dell'08 aprile 2021, con la quale veniva proibito agli amministratori scolastici “di ordinare o richiedere per i bambini, gli studenti e gli
insegnanti, di indossare mascherine facciali di tutti i tipi, specialmente copri bocca-naso, le
cosiddette maschere qualificate (maschere OP o maschere FFP2) o altre durante le lezioni
o nei locali della scuola” e veniva altresì proibito di ordinare o richiedere di “mantenere
delle distanze minime tra di loro o con altre persone che vanno al di là di ciò che era noto
prima del 2020”.
E quindi ribadisce l'urgenza di prendere nella dovuta considerazione gli studi scientifici.
Per essere sicuro che premier e ministri li conoscano, glieli inoltra.
Leggeranno? Risponderanno?
7 marzo 2022
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Covid19, mascherine sì o no
Studio sperimentale sull'effetto della mascherina sull’ascolto
11.03.2021 - Un gruppo di ricerca dell’Università di Trento ha dedicato uno studio sperimentale all'effetto della mascherina sull’ascolto e sulla comprensione di una conversazione e ha dimostrato qualcosa che tutti in qualche modo abbiamo sperimentato, ovvero l’impossibilità di una vera relazione. Non vedere la parte inferiore del volto coperto da una mascherina, rende più faticoso l’ascolto e più incerta la comprensione del messaggio anche a parità di informazione acustica ricevuta.
La ricerca dell’Università di Trento è stata realizzata da Elena Giovanelli, Chiara Valzolgher, Elena Gessa, Michela Todeschini e Francesco Pavani del laboratorio Cognition Across the Senses (CAtS) del Centro interdipartimentale Mente/Cervello CIMeC dell’Università di Trento.
Francesco Pavani, coordinatore dello studio, commenta: «In questi mesi si è discusso molto di quanto le mascherine potessero costituire un vero problema per le interazioni, una barriera sociale aggiuntiva».
Elena Giovanelli, prima autrice dello studio, spiga come si è proceduto. «Abbiamo ricreato una situazione simile a una video-chiamata con tre diversi scenari d’ascolto. Nel primo si vedono le persone in volto, nel secondo le persone con la mascherina, nel terzo solo i loro nomi. In tutti i casi, però, l’informazione uditiva proposta era costante: si trattava sempre dell’audio registrato senza mascherina. In questo modo abbiamo voluto separare gli effetti acustici legati all’uso della mascherina da quelli audio-visivi legati alla visione delle labbra del parlante. Abbiamo mostrato che vedere una persona che parla con la mascherina può essere equivalente a non vederla affatto. Rispetto alla condizione del volto pienamente visibile, i partecipanti hanno più difficoltà nel comprendere il messaggio e devono sostenere un maggiore sforzo di ascolto. Inoltre, vedere gli altri che ci parlano con mascherina aumenta il timore di non aver compreso la conversazione in modo preciso».
Questa ricerca dimostra il contributo cruciale dell’esperienza audio-visiva nella comprensione del parlato anche per le persone udenti. Elena Giovanelli e Francesco Pavani segnalano che il lavoro aiuta a comprendere per quale ragione le mascherine possano trasformarsi in un ostacolo invalidante alla comunicazione per tutti coloro nei quali l’ascolto può essere più difficoltoso: persone con problemi di udito, persone che stanno ancora imparando la lingua – bambini o adulti – persone che lavorano quotidianamente in contesti rumorosi.
«Bisogna cogliere l'opportunità per informare le persone su come fare un uso consapevole delle mascherine e suggerire di ricorrere a soluzioni alternative (mascherine trasparenti, schermi, incontri a distanza dove però si possano vedere i volti) quando la mascherina diventa un vero ostacolo all'interazione sociale e alla comunicazione. È il caso delle persone sorde o ipoacusiche, anziane o giovani, che proprio per via di questi problemi legati alle mascherine rischiano di usarle meno o rimuoverle laddove non dovrebbero» conclude Pavani.
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