Crisi ed elezioni, le responsabilità di Mattarella
Quando è un uomo della DC a pregiudicare il Centro
A dire il vero ci sarebbe piaciuto un Mattarella col ciuffo. Ricordate? Quello che a causa del lockdown nemmeno lui aveva potuto tagliarsi in un celebre fuorionda, prontamente somministrato alle masse.
Ci sarebbe piaciuto insomma un presidente-rock, che fa le cose che stupiscono perchè inattese, ma giuste. Un Presidente alla Sandro Pertini, che quando non ci sta sbotta. Perchè Pertini le cose rock le sapeva fare, senza che nessuno potesse neanche lontanamente immaginare che fossero cose-rock: Lui era semplicemente giusto e vero, come Uomo e come Presidente. E gli italiani li rappresentava davvero.
Per cui ci è piaciuto tanto il Crozza-Mattarella quello saltato fuori come un coniglio dal magico cilindro dei marchingegni quirinaleschi che si chiedeva "Mi si nota?".
Ed ecco perchè oggi parliamo di ciuffi, conigli e presidenti. Rilanciamo infatti un bellissimo editoriale apparso sul mensile "IL LABORATORIO" organo della DC, diretto da Mauro Carmagnola, che nulla ha a che fare con Crozza e molto con Mattarella. Lo facciamo giusto per ricordare tre cose.
La prima: che la storia va avanti anche per 'resti', anzi grazie ai resti, e quel che resta della Dc è ancora politica con la P maiuscola. Carmagnola docet.
La seconda: che in un paese dove il popolo si riconosce tale solo quando diventa tifoseria le metafore calcistiche vedono lontano. "Resta il sospetto che l'arbitro non abbia voluto la moviola, ma abbia corso svelto per contrastare i piani di qualcuno" scrive Carmagnola.
La terza: è proprio quella che Crozza metteva in bocca al suo Mattarella. "Mi si vede?". "Mi si nota? Perchè a me non mi nota nessuno". Ebbene sì: qualcuno che vede c'è, fortuna del Presidente passare inosservato, sfortuna nostra vedere che certe cose passano inosservate.
Ma fortuna nostra che qualcuno resti e...le veda.
Corona Perer
17 agosto 2022
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MATTARELLA UCCIDE IL CENTRO
di Mauro Carmagnola
Se accade una volta può essere un caso,
ma se capita pure la seconda è un atto deliberato.
I nostri attenti lettori ricorderanno il
sistema elettorale che mandò in soffitta la
Prima repubblica: il Mattarellum.
Fortemente maggioritario, favorì la nascita del bipolarismo.
O di qua o di là predicava all'epoca Bruno Vespa.
Non c'è posto per un polo intermedio: o
si sta con Berlusconi o con Occhetto, soste-
neva il conduttore di Porta a Porta.
Questa fesseria non ha condotto alla sta-
bilità, nè a scelte politiche chiare e traspa-
renti, visto che gli italiani hanno subito più
leader tecnici che capi politici, da Dini a
Ciampi, da Monti a Draghi ed un numero
di governi brevi quanto quelli della vitupe-
rata repubblica dei partiti (i quali almeno
garantivano una certa continuità basata -
incredibile - su idee-forza).
Colpa in primis del Mattarellum che,
se avesse riservato una quota maggiore di
proporzionale, avrebbe permesso al Patto
per l'Italia di Martinazzoli e Segni di avere
una consistenza più accentuata ed evitare
la deriva bipolare.
Stessa cosa è accaduta con lo sciogli-
mento repentino imposto recentemente dal
Capo dello Stato, pur in presenza di una
non-sfiducia.
Il principale compito del Presidente del-
la Repubblica non è quello di tagliare na-
stri o pronunciare discorsi retorici, ma di
verificare l'esistenza di una maggioranza
parlamentare.
Anche se Draghi non vedeva l'ora di
scampare un autunno probabilmente caldo
(meno che nei termosifoni e negli altofor-
ni), Mattarella avrebbe dovuto verificare se
era possibile formare un governo, balnea-
re, del Presidente, con una nuova maggio-
ranza, grazie ai responsabili. Non importa.
Non lo ha fatto.
Ha mandato tutti frettolosamente a casa,
impedendo quella ricomposizione dell'area
centrale e centrista del Paese in grado di
mutare radicalmente la fisionomia del nuo-
vo parlamento, che aveva bisogno di un se-
mestre di gestazione.
Ha preferito mantenere la situazione esi-
stente, agevolando la riproposizione del
solito bipolarismo incapace ad affrontare i
problemi del Paese.
Probabilmente pensava che lo scontro
Sinistra-Destra con la demonizzazione di
quest'ultima salvasse il Pd.
Forse questa volta non andrà così.
Resta il sospetto che l'arbitro non abbia
voluto la moviola, ma abbia corso svelto
per contrastare i piani di qualcuno.Mauro Carmagnola
Editoriale
Luglio 2022 "Il Laboratorio"
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