Scienza, Ambiente & Salute

Donazioni sangue: è emergenza

Ma la carenza è dovuta alla scarsa qualità del sangue

Donazioni sangue: è emergenza. Ma la carenza è dovuta alla scarsa qualità del sangue. Prima della vaccinazione di massa, l’emergenza sangue si verificava soltanto nei mesi estivi, quando la gente andava in ferie.

Oggi, l’emergenza sangue dura da almeno un anno, nonostante siano aumentate le donazioni (a seguito delle campagne di sensibilizzazioni, l’impegno delle associazioni, i protocolli delle amministrazioni locali, ecc.).

Le rassicurazioni dell’Avis cira la qualità del sangue dei vaccinati purtroppo hanno valso poco: in buona parte (anche se si stenta ad ammetterlo) il sangue è di scarsa qualità, ricco di trombi, e tante sacche di sangue donato diventano inutilizzabili. Imputato di primo piano: il vaccino e la ridotta risposta immunitaria che induce nel vaccinato. Risultato: sangue cattivo.

Non è un caso, che durante il periodo di discriminazione ai no vax era impedito di entrare ovunque, tranne che nei centri di donazione.

Ed ora? La situazione è sempre drammatica. In queste ore l’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, ha lanciato un appello a causa della grave carenza di donazioni. Servono "adulti in buone condizioni di salute".

“C’è necessità di poter contare su nuove donazioni, di tutte le tipologie di sangue - spiega Scaccetti - per far fronte alle richieste del momento. Facciamo appello alla generosità e alla sensibilità della comunità ternana, da sempre attenta e pronta a muoversi quando c’è di mezzo la solidarietà e l'impegno civico” afferma il dottor Augusto Scaccetti, direttore del servizio Immunotrasfusionale del Santa Maria di Orvieto.

Si fa dunque appello al senso di responsabilità di tutti i cittadini, invitando sia i donatori periodici sia i nuovi potenziali donatori, cioè qualsiasi maggiorenne in buone condizioni di salute e con peso superiore ai 50 chilogrammi, a donare il sangue.

“La situazione è critica – conclude Scaccetti - e non ci conforta il fatto che la carenza di sangue sia nazionale”.

E tuttavia non esistono dati oggettivi sulla raccolta e sugli effettivi impieghi. Una semplice sottrazione consentirebbe di capire che molte sacche sono inservibili. Di plasma dei guariti da Covid, poi, neanche parlare.

Il sistema ha completamente dimenticato il lavoro del dr. Di Donno. Ad abilitarlo post-mortem sono stati solo i centri di ricerca esteri.

 

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