Donne di Siria
L'obiettivo di Giovanna Dal Magro - fotoreporter
La Siria delle donne è oggi molto diversa da quella che Giovanna Dal Magro ha potuto raccontare circa 10 anni fa. "E sembra un secolo" afferma la foitreporter che in Siria ha avuto la possibilità di cogliere il calore femminile prima che la tragedia della guerra si abbattesse su di loro, trasformandole in vedove o orfane.
La loro situazione a dire il vero non è mai stata facile. Dietro a questi sorrisi raccolti nelle campagne siriane o in prossimità dei principali siti archeologici, c'era anche la repressione spietata delle forze governative che portò alla insurrezione armata e alla "primavera araba di Damasco" trasformatasi presto in un sanguinoso conflitto armato interno, nel quale la Siria si trova ancora oggi.
Giovanna Dal Magro "Ho incontrato solo donne felici. Questo era la Siria"
Dall'inizio della guerra si calcola che almeno 2 milioni di siriani siano fuggiti dalla Siria verso Giordania, Libano, Iraq e Turchia. Lungo il confine con la Turchia migliaia di persone hanno vagato nelle zone di confine senza acqua e cibo sufficienti, mentre centinaia di altre persone sono rimaste bloccate al confine con l'Iraq, per la chiusura di alcuni posti di frontiera.
Nell'attuale situazione di conflitto armato interno è la popolazione civile nel suo complesso a essere colpita da violazioni dei diritti umani, ma le attiviste per i diritti umani, individualmente o all'interno di comitato e organismi per i diritti umani, vengono prese specificamente di mira per la loro attività di denuncia o semplicemente per aver chiesto notizie sui propri congiunti, in carcere o scomparsi dopo l'arresto.
La loro eroina è sempre stata Razan Ghazzawi, una blogger di fama internazionale autrice di campagne in favore del rilascio di altri blogger e attivisti. In Rete si è sempre firmata con la sua vera identità. E' stata arrestata due volte: il 4 dicembre 2011 mentre si stava recando in Giordania per prendere parte a un seminario sulla libertà d'informazione; e il 16 febbraio 2012, nel corso di una retata delle forze di sicurezza nel Centro siriano per la stampa e la libertà d'espressione, di cui è addetta stampa. In entrambe le occasioni, dopo brevi periodi di carcere, è stata rilasciata su cauzione ma rischia comunque la corte marziale.
Le immagini di questa pagina sono state scattate ad Aleppo, fuori dalle mura della cittadella. "Era un giorno di festa e ricordo che le donne si fermavano a chiaccherare tra loro, sorseggiando una bibita. Poi sono stata a Syrgilla, Bosra, Sergiopolis, Maloula, Dura Europos, tutte zone che la guerra ha purtroppo violato" racconta Giovanna Dal Magro.
"In questi luoghi archeologici o di campagna, ricordo che ovunque ho incontrato la gioia che trasmettevano, i sorrisi e la disponibilità a farsi fotografare come volevo io. Provo immenso dolore per la situazione disastrosa in cui si trova la Siria".
Molte di queste donne erano contadine. "Non ho mai avuto l'impressione di spose forzate, ma di donne felici, appagate, accoglienti come del resto lo era tutta la Siria. A differenza di altri paesi non ho avuto problemi a ritrarle in foto e se c'erano uomini accanto, li facevo allontanare senza che opponessero resistenza".
Chiediamo alla fotoreporter cosa si è portata via. "Un ricordo indimenticabile di uno dei più bei paesi che io abbia mai visitato (e ne ho visti 77). Per questo motivo la distruzione a cui stiamo assistendo è per me davvero insopportabile".
E come avvenne la comunicazione?
"La maggior parte delle donne soprattutto le più anziane non parlava inglese e quindi io mi avvicinavo a loro con il mio istinto e con un sorriso sfiorandole magari con una leggera carezza e facendomi capire. Danilo Mainardi disse - presentando una mia monografia - che usavo una comunicazione non verbale con gli animali e con gli uomini. Forse è proprio quella che mi ha aiutato a entrare sempre in relazione con i miei soggetti. Così ricordo questi contatti sereni e forti. Mi chiedo spesso dove saranno queste donne, o che ne sarà stato di queste ragazze. MI piacerebbe che l'8 marzo fosse a loro dedicato. Ho tirato fuori queste foto dal cassetto, proprio per questo motivo" conclude Giovanna Dal Magro.
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