Empty, lo spazio per le idee
La ''tana'' di Giornale SENTIRE in via Bezzi a Rovereto
EMPTY è il nostro pensatoio, la nostra thinking-room, il nostro progetto, la tana creativa di SENTIRE. Per chi lo ha creato è un foglio fisico e materiale, volutamente bianco, dove ciascuno può scrivere un pensiero o un'idea e comunicarsi come prodotto d'ingegno. Uno spazio dove la Musica è il primo abitante.
Ci ha ben rappresentato la lampada POLIFEMO creata da Elena Crosina e Illuminazione Masetto che tra architettura e elettricità hanno dato luce ad un globo oculare ricavato da piante di ulivo vecchie di 200 anni. Design e tecnologia led ad alta potenza e altissimo...risparmio. Polifemo, ricavata da secolari alberi di ulivo può stare accesa per 24 ore di seguito consumando solo 7 millesimi di euro.
EMPTY è uno spazio per mente e mani, nato per ospitare il genio di chi "fa". Ha agito come galleria ed anche come ludoteca. Una stanza ovattata ed essenziale e uno spazio vuoto (da cui il nome) dove concepire nuovi progetti oltre che mostrarli, e dove il vuoto è contenuto perchè attribuisce sazio e conferisce ispirazione a cose, persone e idee.
Il termine inglese ''empty'' significa vuoto e lo spazio - dotato di un innovativo sistema di illuminazione a led e di una “allure” minimalista - lavora sul "vuoto" come contenuto offrendosi come una sorta di slow-shop, che chiede ritmi lenti, voglia di andare alla scoperta delle mani e della mente che stanno "dietro" al prodotto.
Ed è anche uno spazio per godere la musica, l'impalpabile che ci fa sentire vivi, il sottofondo che accompagna ogni nostro atto creativo.
Nel 2015 le iniziative di EMPTY sono state rare, ma intense. Nel raffinato spazio di via Bezzi 34, a Rovereto, sono sfilati pezzi di artigianato e opere d'arte. Ricordiamo l'omaggio a Bruno Baroncini scultore, ricordato ad un mese dalla morte.
Abbiamo ospitato le opere dell'artista persiano Kuhe Nur con il suo monumentale albero ricoperto di specchi, una metafora sul potere e i suoi frutti malati: il denaro.
E poi lo strano bosco capovolto di Wuux, neologismo onomatopeico a metà tra legno (wood) e luce (lux) dell'architetto Flavio Galvagni, con studio a Rovereto. Da sottolineare che l'arch. Galvagni è artefice di alcuni importanti aspetti del concept di Empty del quale ha seguito gestazione e nascita.
Non era la prima volta che Empty ragionava intorno alla luce e al bosco o al tema dell'albero. Il "temporary-show room", ha ospitato i vetri artistici di Sandro Tomanin (San Bellino, Rovigo) che a Rovereto aveva portato una stupenda collezione di lampade Tiffany che è poi stata esposta anche al Salone del Mobile di Milano insieme a sculture di vetro e quadri scolpiti con la tecnica della sabbiatura, rosoni di arte sacra su vetro soffiato a mano e legato a piombo.
La vetreria è una piccola grande azienda: piccola perchè interamente a gestione familiare, grande perchè sa confrontarsi con la storia dell'arte e maneggiare un materiale antico e ancora misterioso con tecniche che prevedono l'uso di smalti, grisaglie in ossido di piombo, pigmenti sciolti in acqua e aceto, attente cotture, ritagli e composizioni: tutto rigorosamente a mano, pezzo per pezzo.
Sandro Tomanin, singolare figura di artista-artigiano, ha avuto il complesso compito di restaurare un antico rosone della Cappella degli Eremitani a Padova. Ad EMPTY ha presentato anche un ciclo dedicato ad Albrecht Dürer (foto sopra)
Tra i progetti dedicati all'artigianato, i tessuti artistici e stampati a mano di Costanza Giongo.
Il Laboratorio di Restauro di Emanuele Togni di Brentonico ha invece aperto uno squarcio su una storia aziendale che coniuga abilità manuale alla passione per il collezionismo.
L'artigiano ha esposto interessanti rarità: tra queste un modellino in latta di una Ferrari (1950), pezzo molto conteso fra i collezionisti ed una Summa Theologiae di Tomaso D'Aquino del 1760. Tra i reperti storici anche un manifesto raffigurante Dante autografato da Gabriele D'Annunzio e modellini da tavolo di aerei da guerra in legno. E grande spazio è stato dato ai mobili antichi oggetto del suo sapiente lavoro di restauratore. Tra le cose più ''strane'' il libro su un'operazione di guerra del regime nazista in Francia, corredato di foto originali e in formato 3D e di appositi occhialini per poterle vedere (anno di produzione attorno al 1940!).
E come non ricordare il suo magnifico esercito di soldatini in maiolica siciliana?
L'ultimo progetto è stato dedicato agli Arazzi di Anna Lorenzetti.
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