Il gelsomino e l'amore
Erbe & Streghe
di Gloria Canestrini - Il gelsomino e l'amore. Persino una pianta gentile come il gelsomino, dal profumo suadente e priva di controindicazioni di sorta nel suo utilizzo erboristico (per lo più impiegata, come vedremo, per arricchire bagni e tisane con le sue suggestioni delicatamente inebrianti) è entrata a pieno titolo nel novero delle essenze “proibite” durante la caccia alle streghe.
In quella che fu, secondo una lettura etnografica e etnostorica, una strenua lotta del potere medievale contro la sopravvivenza di una religiosità antica (praticata soprattutto dalle donne) che doveva essere estirpata, condotta con una violenza che oggi a noi appare del tutto sproporzionata nella sua crudeltà, il tenue e gentile gelsomino fu anch'esso protagonista di alcuni processi per stregoneria.
Per comprendere l'accanimento e la pretestuosità di un fenomeno storico durato dal quindicesimo al diciottesimo secolo in tutta Europa, annota Pinuccia Di Gesaro nel suo saggio Sante medichesse e streghe nell'arco alpino: “La caccia alle streghe certamente trovò una cultura favorevole sulla quale attecchire... non era la cultura del singolo a sentirsi minacciata, l'angoscia era quella delle istituzioni”.
Questa lettura del fenomeno mi è sempre sembrata affascinante: l'angoscia degli apparati civili e religiosi, istituzioni all'epoca totalitarie, di fronte all'incertezza, alla crisi e alla diversità si concretizzava in persecuzione e sterminio.
Mai prima di allora il povero gelsomino era entrato in questa spirale di odio e di annientamento, come invece altre specie dotate di proprietà medicinali e rituali: a lungo era stato accostato all'innamoramento e alla grazia muliebre, ma niente di più.
Sembra, sempre secondo la leggenda, che il primo a coltivarlo in Italia sia stato il granduca Cosimo I dé Medici, il quale ne era geloso a tal punto da proibirne la diffusione al di fuori dai suoi giardini. Però un suo, giardiniere ne spiccò di nascosto un rametto, che messo a radicare cominciò a produrre un gran numero di fiori. Da quel rametto, sempre secondo la leggenda, nacquero tutte le piante di gelsomino che si trovano in Italia.
Coltivare Jasminum, un genere botanico appartenente alla famiglia delle Oleacae che comprende circa 200 specie arbustive e rampicanti a scopo ornamentale, è estremamente facile. Aggiungo anche soddisfacente, dal momento che l'arrampicamento delle piante è un elemento essenziale per aggiungere fascino e struttura al nostro giardino.
Il segreto sta soprattutto nello scegliere una varietà che regali fioriture abbondanti, come il Jasminum Officinalis, e dotarla di un supporto robusto, dal momento che il nostro magnifico cespuglio raggiunge facilmente i 6-10 metri di altezza. Una strategia vincente che può essere anche una scorciatoia per arricchire un piccolo rustico ristrutturato o un muro al grezzo, senza dover ricorrere alla tinteggiatura!
Ma torniamo al nostro tema e alla persecuzione che persino una pianta innocua e soave ha potuto ispirate e scatenare. In un processo valtellinese di fine Cinquecento ad esempio è imputato un giovane ventunenne, tale Giovanni del Tortino, nipote di Maddalena. In quanto iniziato dalla zia alle “arti diaboliche”, è accusato di aver corrotto a sua volta alcune persone che lo hanno poi denunciato.
I delitti confessati dal giovane sotto tortura sono quelli contemplati usualmente nei manuali di demonologia dell'epoca, sulle cui farneticazioni si istruivano i processi. Ossia di aver accompagnato altri compaesani a congressi notturni con il diavolo, di aver fatto “tempestare” sui raccolti, di aver intrattenuto commercio carnale con donne sposate e via dicendo. Una delle accuse più specifiche riguarda anche l'utilizzo di “polveri” di origine vegetale per irretirle e di averle indotte a seguirlo omaggiando loro rametti fioriti di gelsomino dall'intenso profumo. Insomma: come demonizzare la galanteria degli omaggi vegetali...
Nella tradizione popolare da sempre il gelsomino viene accostato all'amore. Aggiungendo qualche fiore profumato a un barattolo di miele si ottiene, secondo queste credenze, un composto in grado di far innamorare chiunque...Per allontanare la tristezza d'amore invece basterebbe prendere tre grosse manciate di petali e metterli sotto il getto dell'acqua calda del bagno o della doccia prima di lavarsi.
Per trovare l'amore è possibile confezionare un sacchetto di cotone rosso e inserirvi tre foglie di alloro, una manciata di petali di gelsomino e un quarzo rosa. Il talismano va sigillato con un filo rosso e portato sempre con sé. Regalare gelsomino nel linguaggio dei fiori comunica il desiderio di dare e ricevere delle carezze.
Potremmo proseguire a lungo annoverando altre magnifiche leggende amorose, la cui varietà è davvero sorprendente. Una delle quali trova “applicazione “ ancor oggi: quella di aggiungere un rametto di gelsomino al bouquet della sposa come segno e augurio di un matrimonio felice. Perché non provare?
Autore: Gloria Canestrini
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