La melissa della strega
Erbe & streghe - di Gloria Canestrini
La melissa della strega. Questa pianta ha proprietà sedative: agisce sulle sindromi ansiose, su quelle depressive e sui disturbi di origine nervosa (come diremo più avanti). Ovvio... che potesse essere in uso alle streghe.
Ma...perchè la caccia alle streghe insanguinò l'Europa dal XVI al XVIII secolo? Perché le persecuzioni furono dirette principalmente contro le donne? Come si può spiegare che per tre secoli migliaia di donne in Europa divennero la personificazione del nemico interno, del male assoluto? E come conciliare la mitica immagine che gli inquisitori e i demonologi crearono delle loro vittime (dipinte come creature infernali, terroriste, mangiatrici di uomini, avvelenatrici, asservite al Demonio, che cavalcavano selvaggiamente i cieli sulle loro scope) con la figura indifesa delle donne reali, in carne ed ossa, accusate di simili crimini e poi torturate e bruciate sui roghi?
A queste domande ha dato esauriente risposta la filosofa e storica Silvia Federici, nel suo celebre saggio “Caccia alle streghe, guerra alle donne), ormai tradotto in tutto il mondo.
L'insigne studiosa connette la persecuzione delle “streghe” agli sconvolgimenti causati dal capitalismo nascente, e in particolare allo smantellamento delle forme comunitarie di agricoltura prevalenti nell'Europa feudale.
“L'impoverimento travolse un ampio settore della popolazione rurale e urbana come conseguenza dell'avanzare dell'economia di mercato e dell'espropriazione delle terre. Le donne furono le più immiserite da tali cambiamenti, soprattutto le donne più anziane, che si ribellavano al declassamento e all'esclusione sociale e che costituivano la gran parte delle accusate”.
Le donne anziane, le depositarie dei saperi popolari, le guaritrici, le ostetriche ambulanti, le erboriste, diventavano così un intralcio al modello capitalistico nascente, che voleva imporre altri modelli femminili, orientati esclusivamente verso la riproduzione e il supporto servile alla nuova forza lavoro maschile di cui l'assetto economico necessitava.
Questa fu anche, sottolinea Federici, “la strategia che le élite feudali, la Chiesa, i proprietari terrieri e i mercanti misero in campo in risposta alle lotte del proletariato urbano e rurale che, nel XV secolo, mettevano in crisi il loro dominio”.
In che modo la svalutazione del sapere della figura femminile passò anche attraverso la criminalizzazione dell'impiego di erbe medicinali, l'abbiamo già visto in numerosi esempi nel corso di questa rubrica: oggi parleremo della melissa, protagonista di un “caso”in quel di Innsbruk, come riporta il capitolo XII del Malleus Maleficarum, il famigerato manuale dei due inquisitori tedeschi Jakob Sprenger e Heinrich Institoris, che lo redassero a metà del 1500 per farne la base “teorica” delle accuse contro le donne nei processi. Ecco il loro racconto.
“Nel tempo in cui avveniva l'inquisizione sulle streghe nella città di Innsbruck, ci fu riferito tra gli altri questo caso: una persona onesta, sposata con uno dei domestici dell'arciduca, davanti al notaio depose secondo la forma di legge che quando era giovane era stata a servizio al castello. Ora accadde che l'arciduchessa soffrisse di un forte dolore di testa, e che una donna, presentatasi per la sua guarigione, volesse mitigare il dolore con certi riti”. La domestica riferì di aver osservato attentamente le sue pratiche, notando che, “contrariamente alla natura, l'acqua versata in una bacinella passava in un'altra pentola contenente un'erba profumata...”
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Vedendo che il mal di testa della nobildonna non era mitigato da queste pratiche, la domestica disse adirata alla “strega”: Io non so di cosa voi vi occupiate, ma certo non fate altro che cose superstiziose e ciò per il vostro tornaconto!”
Sempre secondo il resoconto dei due demonologi depositari ell'asserita testimonianza, la “strega” (loro la chiamano sempre così, secondo quella logica di “ribaltamento” per cui la guaritrice diventa l'avvelenatrice) avrebbe risposto: “ Fra tre giorni si capirà se sono riti superstiziosi o no”.
Ecco ancora la testimonianza della domestica:” Ciò che seguì lo provò. Infatti al mattino del terzo giorno mentre scendevo nella cantina del castello, improvvisamente un forte dolore invase il mio corpo con terribili trafitture alla testa...”.
Sentendola urlare, l'arciduchessa (la quale nel frattempo era totalmente guarita dalla sua emicrania) condusse la poveretta nella stalla, dov'era custodito un fagotto di stoffa contenente dei semi.
“Vidi semi e erbe come mai non avevo potuto mangiare né vedere....”
Insomma, in barba ai due inquisitori, anche la domestica recuperò la salute insieme alla sua padrona, entrambe grazie a quella che oggi chiamiamo, senza più demonizzarla, fitoterapia.
In particolare, l'”erba profumata” di cui riferisce la domestica, era la Melissa Officinalis, allora come ora molto diffusa (impiegata per infusi e decotti, non appena raccolta dalla primavera all'autunno e seccata l'inverno). Di facilissima coltivazione, io la tengo nei vasi (con i primi freddi gli steli si seccano e vanno tagliati, per poi tornare a vegetare dal colletto) perchè, unica controindicazione, si propaga ovunque. Qualcuno la definirebbe “invasiva”, ma preferisco tacciarla di esuberanza!
La Melissa (chi non ne ha mai assaporato il profumo pungente un po' citrino e il suo aroma delizioso nel té?) ha infatti proprietà sedative: agisce sulle sindromi ansiose, su quelle depressive e sui disturbi del sonno di origine nervosa. Utilissima per risolvere in breve tempo le emicranie tensive, risolve palpitazioni ansiose, extrasistoli, tachicardia, vertigini e acufeni, sintomi attraverso i quali spesso si manifesta lo stress.
Nella loro ansia persecutoria, ne avrebbero beneficiato anche i due demonologi, ossessionati dalla psicosi della “stregoneria”, se solo si fossero soffermati a prepararsi con quest'erba portentosa un benefico infuso...
Gloria Canestrini
novembre 2024
Autore: Gloria Canestrini
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