SENTIRE 21 cartaceo
L'editoriale: ''Ma oggi cosa intendiamo per progresso?''
C'è una parola che monitoriamo da tempo: progresso. Un po' perché ci sembra di regredire, anziché andare avanti, e un po' perché 20-30 anni fa parlare di progresso era collocarsi dentro una dinamica “possibile”. Oggi sembra ardita. E allora: cosa intendiamo per progresso e come potevano intenderlo i giganti del pensiero sulle cui spalle saliamo così poco per vedere l'orizzonte?
Ecco, questo numero sosta su questa parola e sulla sua declinazione più prossima: innovazione, che spesso prende forma immaginando forme possibili. L'immaginazione come la creatività ed il coraggio sono poste alla base dell'agire politico, ci ha detto il Priore di Bose con il quale apriamo un numero che va a toccare alcune questioni cruciali del nostro tempo e di questo periodo: l'Europa, la comunicazione al mondo dei social (che si sono sostituiti alle relazioni vere), la manipolazione della verità, l'economia che determina il nostro presente e quella diffusa percezione di mancanza di futuro.
Cosa è progresso allora? Perchè non sembrasse troppo generica una risposta del tipo “fare bene le cose, farle meglio e farle in modo sostenibile”, siamo andati a cercare territori che fanno innovazione, storie ed esperienze.
Nasce così “speciale Valsugana” perchè nella terra che ha partorito uno dei padri dell'Europa, sono sorti laboratori e pratiche innovative, la sostenibilità è declinata a livello sociale, turistico ed economico, la cittadinanza è attiva e dimostra che il destino del singolo si compie sempre in uno scenario più vasto e collettivo.
Allargando lo sguardo abbiamo trovato storie di rigenerazione interessanti e territori che sembrano ancora sospesi sull'orlo di una crisi di nervi: da molto tempo raccontiamo su giornalesentire.it la Brexit grazie ad uno osservatorio speciale: una famiglia italiana che non sa se fare le valigie e ci aiuta a capire la Brexit vivendola giorno per giorno con occhi stranieri, occhi da italiani.
Ci ha colpito quanto ha detto di recente la giornalista che ha lavorato al caso di Cambridge Analytica. Ricordando che 100 anni fa erano i canarini a scendere per primi nelle miniere di carbone del Galles per rilevare presenze di gas mortale e invisibile (e se tornavano stecchiti, era meglio non scendere) ha fatto un parallelo. “Noi britannici siamo come quei canarini. La nostra democrazia è in crisi, le nostre leggi non funzionano più” ed ha indicato nella finta democrazia dei social la causa di questa deriva. “Il referendum sulla Brexit dimostra che la democrazia liberale non funziona più. Voi l’avete messa fuori uso” ha detto ai signori di Facebook. “Questa non è più democrazia: diffondere bugie anonime, pagate con denaro illegale, Dio sa proveniente da dove. Questa si chiama sovversione, e voi ne siete gli strumenti”, ha aggiunto riferendosi alle campagne social, foraggiate da fondi oscuri, che hanno pianificato e accompagnato la Brexit.
Ritrovarsi a dover maneggiare un mondo senza sapere da che parte stia la verità, fare i conti con larghe fette di cittadini inconsapevoli di tutto questo, rende tutto più complesso anche per chi spera ancora nel ritorno di una buona politica, nella possibilità che la parola ''progresso'' ritrovi cittadinanza.
E siamo qui a parlarne perché lo riteniamo possibile. Le storie che proponiamo in questo numero lo dimostrano. Occorre pazientare, pensare e ragionare, ricostruire l'uomo interiore, ridare alla politica la nobiltà originaria, guardare mondi e aprirsi al mondo.
Di tutto questo tentiamo di parlare in questo numero. Buona lettura
Corona Perer
direttore@giornalesentire.it
nella gallery la nostra concept-cover
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