Dinosauri, non sono del tutto estinti
Studio del Muse:le grandi crisi naturali e la vita
I nonni dei dinosauri superarono la più grande estinzione dei massa di tutti i tempi. Come? Lo spiega uno studio del MUSE Museo delle Scienze di Trento, coadiuvato dall’Università di Birmingham (UK) e del Saurierwelt Paläontologisches Museum di Neumarkt (Germania), svela come poco prima della comparsa dei dinosauri, i rettili arcosauri dai quali sarebbero discesi assieme a coccodrilli e uccelli, furono in grado di superare la più grande catastrofe biologica di tutti i tempi: l’estinzione di fine Permiano, avvenuta circa 250 milioni di anni fa.
Grazie all’analisi di campioni fossili di scheletri, denti e tracce fossili rinvenuti in tutto il mondo, un team di ricerca guidato da Massimo Bernardi e Fabio Massimo Petti, paleontologi del MUSE – Museo delle Scienze di Trento, è riuscito a far luce sulla più profonda storia evolutiva di questo gruppo di rettili.
Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista internazionale “PLOS ONE”, mostra come prima della grande estinzione di massa i rettili arcosauri fossero molto più diversificati rispetto a quanto noto sino a ieri. Nelle rocce affioranti nella regione dolomitica, e in particolare nell’area del celebre sito paleontologico del Geoparc Bletterbach, in Alto Adige, sono state infatti scoperte una serie di tracce fossili che, analizzate assieme a resti scheletrici recentemente rinvenuti in Germania, Tanzania e Sud Africa, hanno permesso agli studiosi di documentare un’inattesa diversità, sia nelle forme, che nella meccanica della locomozione e soprattutto l’ampia distribuzione di questo gruppo di rettili sulle terre emerse del Permiano.
“Se quelle poche specie di rettili arcosauri non avessero superato la devastante estinzione di massa avvenuta circa 250 milioni di anni fa, oggi non vedremmo alcun uccello svolazzare sopra le nostre teste e nessun libro di paleontologia parlerebbe di dinosauri” afferma Massimo Bernardi, paleontologo del MUSE e primo autore dello studio.
Grazie alle ecologie diversificate, all’ampia distribuzione geografica e, indubbiamente, a una “buona dose di fortuna” i primi rettili arcosauri riuscirono non solo a superare un periodo di generalizzata crisi biologica che portò all’estinzione di oltre il 90% delle specie allora viventi, ma anche a diversificarsi durante il periodo indicato.
Tra gi altri meriti dello studio quello di mostrare come sia indispensabile ricostruire la storia evolutiva degli organismi integrando dati provenienti da discipline e metodologie diverse. Grazie a questo approccio, infatti, i ricercatori sono riusciti a far dialogare competenze differenti, superando la ricorrente competizione tra ricercatori. Lo studio vede infatti la collaborazione di più enti europei che hanno unito le competenze al fine di elaborare un’ipotesi comune”. Uno spirito di collaborazione che parte proprio dai musei locali, di Trento e Bolzano, che hanno condiviso strategie e obiettivi.
Gli studi pubblicati dal team del MUSE sono parte di un progetto di ricerca finanziato dal MUSE e dalla Provincia autonoma di Bolzano, grazie alla collaborazione tra il Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige e il MUSE di Trento. Ed è proprio l’interazione tra i due musei che ha permesso di riunire in un unico studio tutti i dati disponibili riguardanti i rettili arcosauri.
Lo studio è stato condotto nell’ambito del progetto denominato “DoloPT” che, grazie a una serie di ricerche culminate in importanti pubblicazioni scientifiche, ha riaperto le discussioni su cosa sia successo nella regione dolomitica durante la più profonda crisi biologica della storia, l’estinzione di massa di fine Permiano (circa 250 milioni di anni fa).
Ancora una volta le montagne dolomitiche hanno fornito risposte a interrogativi dibattuti su scala globale, contribuendo alla conoscenza della storia della vita sul nostro pianeta ed il Il MUSE consegna alla comunità scientifica un importante studio sui dinosauri che conferma un assunto: la natura muta, si evolve, si adatta: le grandi crisi naturali e la vita sanno convivere insieme e cooperare. Dobbiamo sperarci anche in tempi di Covid19.
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