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Due bimbi, due testimoni

L'Occidente vedeva nella Primavera Araba una nuova ondata di democrazia e di libertà. Ed invece...

di Fr. Ibrahim Faltas* - Dinnanzi a migliaia di persone che fuggono dalla violenza della guerra, la cronaca giornaliera ci fornisce numeri e tragedie che si ripetono quotidianamente,  facendoci quasi dimenticare che dietro ad ogni uomo, ad ogni donna, ogni bambino c’è una storia di vita, un sogno di continuare a vivere nel diritto di ogni singolo uomo, nella rispetto della dignità di ciascuno.

L’Occidente dava una lettura della Primavera Araba, come una nuova ondata di democrazia e di libertà per tutte queste popolazioni, le stesse popolazioni che oggi chiedono aiuto all’Europa, impreparata e divisa a far fronte a questo grido dell’umanità. E invece...

Le immagini dei reportage televisivi che arrivano dall’Europa, fanno rabbrividire, quando si vede gente ammassata nelle stazioni o marchiati con codici sulle loro braccia! Paesi poveri in confronto ai paesi Europei come la Giordania e il Libano, hanno accolto milioni di iracheni, siriani e palestinesi, nelle loro terre.

Un grande gesto di solidarietà è arrivato dall’Egitto, dal miliardario Naguib Sawiris, che si offrì di acquistare un’isola nel mediterraneo, per dare una terra e un lavoro ai profughi. Non un ghetto, e non megalomania: Sawiris, sa bene cosa può accadere al suo paese, l’Egitto, se il potere dei fratelli musulmani continua.

Io sono egiziano, e nei due anni dopo la caduta di Mubarak e il governo dei Fratelli Musulmani, che hanno trovato spazio di imporsi a seguito della primavera araba, ricordo molto bene l’oscurantismo, la violenza, che era presente in Egitto, che è stata fermata con le nuove elezioni che hanno messo a capo della nazione Egiziana il generale Al Sissi, che ha ripristinato ordine e rilancio del paese. Mi rammarico quando i giornalisti europei leggono in questo un altro golpe.

Una breve testimonianza sulla risposta dell’Egitto al terrorismo, ci dovrebbe aiutare a riflettere sulla situazione di tutto il medioriente.  Lo ha detto bene Kinan Masalmeh, di 13 anni un ragazzino siriano, dall’espressione profonda dei suoi occhi e dalla gravita’ della sua voce, durante un ‘intervista in Ungheria ha  lanciato un appello. “Fermate la guerra, la Siria ha bisogno di aiuto adesso”.

L’appello di questo ragazzo rafforza la mia convinzione che oggi sia necessaria, più che in ogni altra epoca, un’economia “di solidarietà” la cui costruzione non può che provenire dal dialogo di tutti i popoli che condividono questo mondo. Dobbiamo lavorare per costruire una nuova economia mondiale capace di saper interpretare il fabbisogno materiale delle popolazioni e rendere l’economia in un senso più “umano”.
Una sfida che ha urgenza di essere affrontata, per far cessare i tanti focolai di guerra e consegnare ai nostri giovani la visione in  un futuro, che  possa guardare negli occhi di uno straniero e non chiamarlo più “nemico”.

La comunita’ internazionale, tutti noi dobbiamo avere il coraggio che ebbe San Francesco: coraggioso da muoversi “dal necessario” al   “possibile” per poi ritrovarsi a fare “l’impossibile”. Ce lo chiedono i bambini di oggi e di domani.

* Ofm, Custodia di Terra Santa


Autore: Ibrahim Faltas

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