Fausto Melotti, La Ceramica
Fino al 25 giugno alla Fondazione Ragghianti Lucca - a cura di Ilaria Bernardi
(Lucca 25 marzo 2023, Corona Perer) - A torto ritenuta una delle produzioni minori di Fausto Melotti, ''La Ceramica'', mostra allestita a Lucca alla Fondazione Ragghianti nel Complesso monumentale di San Micheletto, accende i fari su un mondo nel quale l'artista trentino entrò in punto di piedi.
Inizialmente Melotti non l'amava per colpa di quel fuoco che richia di sovvertire i piani dell'artista, ma poivdiventa un territorio da esplorare in cui il genio si manifesta togliendo agli oggetti funzione (un vaso, una tazzina, un piatto) ed elevandoli ad opera d'arte con cromatismi inediti che fanno di questo lavoro un dialogo tra cultura e design.
Fu proprio Carlo Ludovico Ragghianti, più di settant’anni fa quando avvenne il loro primo incontro, a intuire che la ceramica di Fausto Melotti era un evento a sè nel capitolo della storia dell'arte italiana del Novecento. Perciò lo invita ad una mostra sull'artigianato che si tiene a New York.
L'amicizia tra Carlo Ludovico Ragghianti e Melotti è datata 1948 quando il lucchese organizza “Handicraft as a fine art in Italy”, ospitata alla House of Italian Handicraft a New York. Qui tra le opere esposte c'erano i vasi in ceramica di Fausto Melotti. Insieme alle opere di Afro e Mirko Basaldella, Pietro Cascella, Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Leoncillo, Marino Marini e molti altri, stavano a dimostrare come in Italia la produzione delle cosiddette arti applicate fosse da considerarsi a tutti gli effetti fine art.
La mostra si concentra quindi su un ambito della produzione melottiana meno considerato e studiato. Racconta e approfondisce una dimenione a torto considerata secondaria ripetto alle grandi opere monumentali in metallo o a quelle piccole e discrete dei teatrini o dei pentagrammi musicali. Non a caso Germano Celant parlò di “galassia Melotti”. Emerge la grandezza di Melotti, a pieno titolo uno dei protagonisti dell'arte del Novecento.
A cura di Ilaria Bernardi e aperta da oggi 25 marzo fino al 25 giugno 2023, la mostra pone in luce le differenti tipologie di opere in ceramica di Melotti, a confronto con lavori in ceramica di artisti coevi, e il tutto (grazie anche ad un video nel quale Melotti racconta di essersi a lungo vergognato delle sue opere in ceramica) ci restituisce un ritratto dell’artista inserito nel suo tempo, con le sue solitudini ma anche con la sua tenacia.
Di grande qualità i pezzi esposti, accompagnati da un sottofondo musicale dolce e discreto che il maestro avrebbe gradito: i Notturni di Chopin interpretati dal nipote Maurizio Pollini.
E' per ricordare quel primo incontro tra Ragghianti e Melotti, nonché per celebrare il ventennale dell’edizione del “Catalogo generale della ceramica” di Fausto Melotti che la Fondazione Ragghianti ha organizzato questo viaggio tra le opere di un protagonista assoluto del rinnovamento artistico italiano del Novecento.
Con “Fausto Melotti. La ceramica” la Fondazione Ragghianti diretta da Paolo Bolpagni rende omaggio ad un artista che ha saputo coniugare la tradizione classica con le avanguardie europee, la conoscenza scientifico-matematica con quella musicale, l’abilità poetico-letteraria con quella di disegnatore, pittore e scultore, ma vuole soprattutto ricordare la sua multiforme e innovativa produzione in ceramica.
Scultore, pittore, disegnatore e poeta, Fausto Melotti (Rovereto, 1901 - Milano, 1986) è stato infatti un raffinato ceramista e, dal secondo dopoguerra fino ai primi anni Sessanta, nella ceramica ha trovato uno strumento di invenzione e trasformazione della scultura.
La curatrice Ilaria Bernardi sottolinea il peso specifico della produzione in ceramica. ''C'è sempre quella sua tensione verso il leggero, il senza peso, l'astratto, l'essenziale”. L'artista riesce a superarela materia: che sembra carta, sembra vetro''.
Realizzata in collaborazione con la Fondazione Fausto Melotti e il MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca (patrocininata dalla Regione Toscana e della Provincia e del Comune di Lucca, la mostra si sviluppa in quattro sezioni.
La prima contestualizza la produzione ceramica di Melotti attraverso documenti del suo archivio legati specificatamente alla produzione in ceramica, tra cui tre quaderni mai esposti finora.
La seconda sezione è dedicata alle più note tipologie di sculture in ceramica concepite dall’artista come tali: dalle ceramiche a carattere sacro ai bassorilievi, dagli animali alle “Korai”, dai cosiddetti “Bambini” fino ai “Teatrini”. Tra queste opere anche la preziosa “Lettera a Fontana” (1944), esposta nel 1950 alla Biennale di Venezia.
Nella terza sezione, il video “In prima persona. Pittori e scultori. Fausto Melotti” (1984), di Antonia Mulas, include l’unica intervista in cui l’artista, analizzando il proprio percorso e la propria concezione dell’arte, parli della ceramica.
Ed è meraviglioso ascoltarlo. Della ceramica dice ''...Mi vergognavo. Ma poi vidi quelle di Picaso''.
Ed ancora ''Ho avuto 100 vite'' ma anche ''ho sperimentato tanta solitudine".
Per la compagna di una vita, la moglie Lina, ha parole tenere "Non ha mai detto bugie e forse io le avrei dette ma ho imparato da lei".
Delle oscure profondità dell'animo dice ''...Ognuno ha qualcosa da nascondere, i suoi siparietti, i suoi teatrini, peccati e difetti da nascondere. Ma ciò che si nasconde è sempre la parte più importante'' e poi "...siamo tutti uguali".
Emerge il suo lato osservatore: "Di un albero vedo la forza ma anche gli organismi che lo abitano. Insetti in perenne e costante lotta tra loro per la soppravivenza. La vita... è cosi".
Tra le più note tipologie di opere in ceramica di Melotti ci sono i vasi, nelle loro innumerevoli forme differenti.E poi coppe, coppette, lampade, piatti, piastrelle che, anche se ispirate a oggetti d’uso quotidiano, sono state realizzate dall’artista svincolandole dalla loro funzione e rendendole vere e proprie sculture. Sono state cioè defunzionalizzate per elevarle ad opera d'arte.
Accanto alle opere di Melotti sono esposte quelle di importanti artisti e designers con cui direttamente o indirettamente ebbe contatti, concesse in prestito dal MIC - Museo interazionale delle Ceramiche di Faenza ("Per noi un invito a nozze'' ha detto alla presentazione la direttrice Claudia Casali). Il MIC conserva la raccolta d’arte ceramica più grande al mondo: da Giacomo Balla a Lucio Fontana, da Leoncillo ad Arturo Martini, da Enzo Mari a Bruno Munari, e ancora Gio Ponti, Emilio Scanavino, Ettore Sottsass e molti altri.
La mostra è accompagnata da un libro-catalogo in italiano e inglese pubblicato dalle Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte, con le riproduzioni di tutte le opere esposte, documenti e materiali d’epoca, i saggi di Ilaria Bernardi e Claudia Casali, direttrice del MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, e i testi introduttivi di Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti, e di Edoardo Gnemmi, direttore della Fondazione Fausto Melotti.
***
Fausto Melotti, La Ceramica - a cura di Ilaria Bernardi
25 marzo - 25 giugno 2023
Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Complesso monumentale di San Micheletto
Via San Micheletto 3, Lucca
www.fondazioneragghianti.it
Autore: Corona Perer
www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*
Commenti (0)
Per lasciare un commento