Pietrasanta, patria eterna di Ferdinando Botero
Il grande artista aveva eletto la città toscana a buen ritiro e laboratorio
Aveva eletto Pietrasanta a sua dimora e lì riposavano le spoglie di sua moglie. A Pietrasanta riposerà anche lui.
L'artista colombiano Fernando Botero è morto a 91 anni nel Principato di Monaco, ma aveva Pietrasanta nel cuore.
Caratteristica della sua pittura era l'insolita dilatazione dei suoi soggetti, tondi e pieni di innocenza, con sguardi persi nel vuoto, immobili. Secondo Botero, il dipingere deve essere inteso come una necessità interiore, un bisogno che porta ad un'esplorazione ininterrotta verso il quadro ideale. Tuttavia, questo bisogno rimane sostanzialmente inappagato. Ai temi sacri Botero dedica molte sue creazioni, attratto dal soggetto della maternità, nel quale talvolta l'autore identifica la Madonna con il Bambino.
Figlio di un uomo d'affari di una sarta, fin da bambino subisce il fascino dell'architettura barocca e delle illustrazioni della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Investe i primi soldi vinti al IX Salone degli artisti colombiani di Bogotà in un viaggio di studio in Europa che inizia al Museo del Prado di Madrid, dove conosce le opere di Francisco Goya e Tiziano. A Parigi medita sull'arte d'avanguardia francese e in Italia entra in contatto con le maggiori opere del Rinascimento italiano, soprattutto di Giotto e di Andrea Mantegna che lo ispirano particolarmente tanto da riprodurre diverse copie dei loro capolavori.
Nel 1955 Fernando Botero ritorna in patria dove si sposa con Gloria Zea, poi ministro della cultura della Colombia, ed inizia ad esporre le sue opere, ma sentendosi incompreso dall'ambiente colombiano, si trasferisce in Messico, ed inizia a dipingere con quel tratto conservato fino alla fine: forme tonde e dilatate. Il rapporto con il suo paese sarà sempre problematico. Nel 1958 ottiene la cattedra di pittura all'Accademia d'arte di Bogotá ma la sua nomina alla Biennale colombiana viene contestata, per cui Botero è costretto ad abbandonare il suo Paese, in precarie condizioni economiche.
Innamorato di Pieter Paul Rubens, diviene come lui un importante collezionista di opere d'arte, che più tardi donerà al museo di Bogotá che porta il suo nome. E' l'Europa negli anni '60 a dargli soddifazioni. Nel 1969 espone a Parigi, dove si stabilisce nel 1973 e continua a dedicarsi alla scultura. A metà degli anni settanta si dedica per un certo periodo quasi esclusivamente alla scultura, e presenta i suoi lavori a Parigi nel 1977. Nel 1983 ritorna in Italia e apre uno studio a Pietrasanta, dove soggiorna per alcuni mesi dell'anno, per essere vicino alle cave di marmo. Nella cittadina versiliese realizza due affreschi sul tema del Paradiso e dell'Inferno nella chiesa della Misericordia .
Il 21 ottobre 2007 vengono rubate dal suo studio di Pietrasanta sette statue di bronzo (Adamo, Il cane, Gatto codone, Donna con mano nei capelli, Ballerina vestita, Ballerina in movimento e Passero) per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro. Nel maggio 2008 tre delle statue sono ritrovate e i responsabili arrestati.
Ma il rapporto con Pietrasanta non si è interrotto e qui infatti ha deciso di rimanere.
cp.
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