CAMON POST - Malasanità e industria farmaceutica
di Ferdinando Camon
Un ortopedico di Milano è stato arrestato con l’accusa di operare pazienti che non ne hanno bisogno, e mettere protesi costruite da ditte dalle quali è pagato. Avrebbe “spezzato il femore” a un’anziana paziente, allo scopo di “impratichirsi” per meglio eseguire lo stesso intervento su un paziente a pagamento.
Conoscevamo medici che prescrivevano medicine prodotte da case farmaceutiche che li compensavano con la sponsorizzazione di convegni in paesi esotici, o con omaggi di computer o cellulari. Sono medici? No. Prescrivere un farmaco perché la ditta che lo produce ti regala un cellulare, non vuol dire fare il medico, ma fare il promotore di quella ditta.
Questo tipo di corruzione fa un passo avanti quando la casa farmaceutica stabilisce a priori che per una stagione deve produrre tot confezioni di un dato farmaco, e i medici a lei legati s’impegnano a fargliele vendere. Così si rovescia il rapporto: nel rapporto normale prima esiste il malato, e poi la casa farmaceutica produce i farmaci come risposta alla malattia.
Ma con questa alterazione prima esistono i farmaci, e poi s’inventano i malati. L’ortopedico di Milano, che avrebbe spezzato il femore all’anziana signora e impiantato protesi non necessarie, farebbe un inaudito passo avanti: lui creerebbe i malati.
Sono casi di malasanità. Ognuno può decidere qual è per lui il peggiore. Per me, l’ultimo.
Autore: Ferdinando Camon
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