Attualità, Persone & Idee

''Quo Vadis?''

Festival Economia 2024 sempre più digitale e da remoto

Quo vadis? Verrebbe da rispondere: via digitalis! Il Festival dell'economia edizione 2024 ha registrato un record, ovvero l’audience digitale: gli eventi in diretta streaming sul sito del Sole 24 Ore e sui suoi canali social (Linkedin, Facebook, Twitter e Youtube) hanno raggiunto oltre 600.000 utenti.

A questi numeri si aggiungono gli oltre 40.000 utenti che hanno seguito le dirette e i video on demand sul sito del Festival, un dato destinato ad aumentare grazie alla possibilità di scaricare i video di tutti gli eventi del Festival. E del resto molti relatori erano in remoto (non la presidente del consiglio che non ha voluto rinunciare ad una passerella con molti esponenti di governo).

L'edizione di quest'anno  ha visto la partecipazione di 700 tra relatori e moderatori che si sono intervallati in questi 4 giorni con 5 premi Nobel, 20 ministri e la Presidente del Consiglio, oltre 80 relatori provenienti dal mondo accademico di oltre 40 università e business school, 40 tra i più importanti economisti internazionali e nazionali, 60 rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, 40 relatori internazionali ed oltre 60 tra manager e imprenditori di alcune delle maggiori imprese italiane e multinazionali.

Un ruolo non secondario l'anno svolto canali social del Festival su ben 4 canali. I contenuti postati complessivamente sugli account Facebook, Instagram, Twitter e LinkedIn sono stati visti quasi 10.5 milioni di volte tramite la pubblicazione di circa 1000 contenuti, totalizzando oltre 43.500 interazioni.

Il tema di quest’anno era "Quo vadis? I dilemmi del nostro tempo". Anche il prossimo anno, come per questa edizione, il festival sarà organizzato dal Gruppo 24 ORE e Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma di Trento e in collaborazione con il Comune di Trento e l’Università di Trento.
 

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IL NOBEL YUNUS: IL PIANETA BRUCIA
Parole dal Festival dell' Economia 2024

A Trento non è venuto, ma ha riempito la sala lo stesso. Muhammad Yunus Premio Nobel per la Pace 2006 e fondatore di Grameen Bank, in collegamento da Dacca, in Bangladesh, ha riempito la sala del cinema Vittoria dialogando con Paolo Brichetti, ideatore e manager di CreditAccess India, e Gigi Donelli, caporedattore centrale news di Radio 24.

Il suo messaggio: il pianeta brucia, e non siamo ancora usciti per spegnere l’incendio. Per Yunus non c’è solo il riscaldamento globale, ma anche la concentrazione eccessiva di ricchezza e uno sviluppo tecnologico che tende a sostituire l’essere umano con le macchine nelle tre “distorsioni” sulle quali è fondata l’attuale struttura economica globale. 

La sua ricetta: fondare una nuova macchina economica globale, che funzioni per tutti. “Una nuova civiltà” non più autodistruttiva e basata sulla massimizzazione del profitto, ma sui “tre zero”: zero emissioni inquinanti e alternanti del clima, zero concentrazione di ricchezza, zero disoccupazione. Anche attraverso il ruolo positivo dell’impresa sociale, l’apporto di una finanza che conceda risorse a tutti, e non solo a chi ne ha già, liberando le energie imprenditoriali individuali, e con il ruolo fondamentale dei giovani. È l’economia inclusiva disegnata

Per Yunus, imprenditore e banchiere, pioniere sui temi del microcredito e della microfinanza, non basta “riprogettare” la macchina economica globale che ci spinge a inquinare sempre di più il pianeta, a concentrare il reddito in modo troppo disuguale, con miliardi di persone in basso e una manciata di individui con tutta la ricchezza e in cui gli umani diventano robot per il profitto. Occorre rifondarla completamente, creando una “nuova civiltà” dove riscoprire noi stessi come esseri umani, la condivisione e cura dell’altro. E non è, sottolinea, una questione di Occidente ricco contro sud globale.

“Siamo tutti accomunati dalla massimizzazione del profitto e delle sue distorsioni. Non c’è Pil corretto e Pil sbagliato, il sistema è unico. Bisogna invece ‘distruggere’ uno ad uno gli errori che caratterizzano l’attuale macchina e fondarne una nuova”, aggiunge il Nobel.


''I giovani devono avere la possibilità di incidere, possono riunirsi in ‘club’ e promuovere i ‘tre zero’. Insomma le nuove generazioni vogliono creare un mondo sicuro, ma noi non stiamo dando loro opportunità. Cerchiamo quindi di mantenere la loro mente aperta al cambiamento perché saranno i protagonisti di domani” ha detto Yunus.

Esempi di modello di imprese sociali e inclusivi ce ne sono. Credit Access oggi è una realtà regionale, in India, Indonesia e Filippine, che offre credito in particolare alla microimprenditoria femminile. Oggi ha 25mila dipendenti e soprattutto 6 milioni di clienti, di donne che fanno attività straordinarie come piccolo commercio, artigianato, attività economiche in tanti settori.

Insomma, si può fare, basta volerlo.
26 maggio 2024

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MA L'EUROPA CONOSCE LA DEMOCRAZIA?
Parole dal Festival dell' Economia 2024


Produzione di beni pubblici, difesa comune e un nuovo organismo che - svicolandosi dal diritto di veto dei paesi membri - riprenda quanto scritto dai fondatori nel 1957 garantendo all’Europa un’adeguata rappresentanza governativa, oggi assente e quanto mai necessaria.
Sono queste le sfide che secondo il politologo Sergio Fabbrini possono segnare il passo e aprire all’Europa una nuova fase, consentendole sia di affrontare sfide per le quali oggi non è attrezzata - assorbimento di nuovi stati membri, potenziamento della capacità decisionale su temi di interesse comune - sia di avere un peso maggiore sul mercato internazionale, che la vedono oggi in una posizione di debolezza rispetto a Usa e Cina.

“Oggi l’Europa non è ancora un’entità politica e con i mezzi in suo possesso non può affrontare le sfide che ha di fronte - le sue parole -. Non è ammissibile che un singolo stato possa mettere un veto sull’intera azione europea. Si sta tendendo sempre più verso un modello dell’ Europa dei governi, un modello che indebolisce l'intera l’Unione Europea”.

Per uscire da questa dimensione, Fabbrini auspica che l’Europa investa per potenziare la visione europea vincolando, ad esempio, parte delle risorse distribuite ai singoli stati alla produzione di beni pubblici europei - infrastrutture, tecnologie - non legati ai singoli paesi ma disponibili a tutti gli stati membri. In questa direzione si dovrebbe ragionare secondo Fabbrini anche sul tema della difesa comune.

Circa il contesto internazionale e il rapporto con Stati Uniti d’America e Cina, secondo Fabbrini l’Europa non può posizionarsi come terza potenza tra la democrazia americana e l’autocrazia cinese pensando di poter agire da sola. Per il professore “l’Europa è dotata di priori strumenti di azione e legittimazione per dare concretezza ai quali occorre l’impegno di una élite che uscendo dagli attuali organi europei dia vita ad un nuovo organismo che riprenda quanto scritto nel 1957”.

Fabbrini ha appena dato alle stampe ''Il Cigno senza collo''. Spiega il titolo: “Ho scoperto che i cigni allungano il collo con il passare dell’età, mentre al contrario le democrazie lo riducono con il consolidamento democratico'' le sue parole.

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INFLUENCER: SONO ANCORA CENTRALI?
Parole dal Festival dell' Economia 2024

L'influencer è molto di più di una moda passeggera, e i numeri lo testimoniano: un mercato che lo scorso anno ha raggiunto in Italia un valore di 323 milioni di euro di investimenti, in crescita del 10% rispetto al 2022, mentre a livello globale, superando i 30 miliardi di dollari nel 2023, si proietta verso la soglia dei 50 miliardi nel 2028. Ma c'è un ma e  le Direttive europee cercano di trovare argini alle clausule abusive, la pubblicità ingannevole, il commercio elettronico, devono definire i diritti dei consumatori, la fornitura di contenuti e servizi. Questo progressivo sforzo per mettere paletti stabilisce responsabilità precise e una cornice di maggiore trasparenza su obblighi e conseguenze sul piano contrattuale.

Il fenomeno è complesso e sfaccettato: coinvolge anche dinamiche sociali di interazione online, costruzione di comunità e generatività dei contenuti che si intrecciano con tecnologie digitali a basso costo e a rapida diffusione, capaci di avere impatto su larga scala.

Un esempio, citato da Gianluigi Ballarani, imprenditore tech e creator Co-Founder di Hudi, è quello del caso GameStop, in cui tanti, tantissimi "piccoli" hanno unito le loro forze fino a sfidare i giganti del mercato finanziario mainstream. Nello spontaneismo delle community c'è tutta l'energia delle tecnologie di finanza sottile e decentralizzata, che implica però inevitabilmente responsabilità e cognizione delle conseguenze delle proprie azioni da parte di chi crea, diffonde, capitalizza.

In altre parole, c'è un bisogno emergente di educazione e formazione, un'azione di literacy ampia per evitare che le nuove opportunità si trasformino in trappole. L'educazione finanziaria non è mai abbastanza, basti pensare ad esempio che metà della popolazione italiana non conosce la distinzione tra un'azione e una obbligazione. Un esempio utile in tal senso è l'iniziativa Young Finance promossa dal Sole 24 Ore.  

Laura Corbetta, Presidente di OBE - Osservatorio Branded Entertainment, ha sottolineato l'importanza della formazione / educazione per i tanti e differenti attori di questo comparto effervescente che, dati alla mano, ha una dimensione rilevante ma, ancora, un quadro di regole frammentario, in corso di definizione.  

Su quest'ultimo aspetto si è soffermato Alessandro De Nicola, Presidente di ‘The Adam Smith Society’. Attraverso il commento di una serie di casi di studio, ha descritto le iniziative nazionali ed europee di carattere normativo che cominciano a configurare le regole del gioco.

“Gli influencer dovranno per forza rivolgersi alla seconda professione più antica del mondo, la mia: cari influencer, pensavate di esser entrati nel regno della libertà assoluta ma lo Stato adesso si occupa di voi” (Avv. De Nicola).

Anche in Italia le autorità indipendenti AGCM, AGCOM e Antitrust hanno cominciato a esercitare la loro azione, sia attraverso iniziative di soft law come le linee guida AGCOM che spiegano il Testo Unico delle Comunicazioni (principi di "buon senso" che se vengono violati possono far incorrere in sanzioni ingenti, dell'ordine anche di centinaia di migliaia di euro), sia attraverso provvedimenti ancora più severi come nel caso del pandoro Pink Christmas, in cui gli aspetti giuridici, non irrilevanti, riguardavano normative del codice per la protezione del consumatore.

 

Ph: Domenico Salmaso
 

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