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Fondi PNRR usati per una base militare a Coltano

Draghi destina fondi per 440mila metri cubi di nuovi edifici

Il Governo Draghi ha deciso di usare parte dei fondi del PNRR per costruire a Coltano una cittadella militare che coprirà 730mila metri quadri di area protetta all’interno del parco regionale di San Rossore, con 440mila metri cubi di nuovi edifici.

La notizia è giunta due settimane fa a Pisa. L’allarme è stato lanciato dalla lista civica “Una Città in Comune”. Si tratta di un progetto da centinaia di milioni di euro, destinati a realizzare poligoni di tiro, una pista di atterraggio per elicotteri, caserme, centri di addestramento, piscine, villette a schiera e molto altro, a servizio di tre corpi armati: il Gruppo Intervento Speciale (GIS), il reggimento paracadutisti Tuscania e il reparto cinofili di stanza a Pisa.

Pisa è una città dalla forte vocazione pacifista, che ospita il coordinamento della Rete delle Università per la Pace, in cui ogni anno decine di studenti e studentesse si laureano in Scienze per la Pace, eppure il Governo sembra evidentemente avere altri piani.

La Ong ‘Un Ponte Per’ esprime sdegno per una decisione assunta con decreto presidenziale saltando le procedure ordinarie ed evitando in questo modo di prendere in considerazione persino il parere del Parco Naturale. Il presidente dell’Ente Parco Biani aveva espresso già un anno fa valutazione negativa sul progetto al Comitato per la regolamentazione delle servitù militari (CoMiPar). Un progetto che Biani valuta ancora oggi come “devastante” in termini di impatto ambientale.

Poi nessuno ne ha più parlato e la Difesa ha deciso di procedere senza consultare né la Regione Toscana né Biani. D’altronde il parco di San Rossore è l’area protetta più militarizzata d’Italia, ospitando già due poligoni di tiro, la sede Centro interforze studi per le applicazioni militari (Cisam), il Centro di addestramento degli incursori Col Moschin e il Comando delle forze speciali dell’esercito, inaugurato due anni fa e costato 42 milioni di euro allo Stato. Per non parlare della base americana di Camp Darby, recentemente ampliata.

Ci chiediamo come sia possibile che il Governo Draghi - mentre aumenta la spesa militare al 2% del PIL - decida senza opposizione di deviare risorse del PNRR dalla ripresa economica italiana (e dalla transizione ecologica) verso le infrastrutture militari, a scapito dell’ecosistema di un parco che dovrebbe generare turismo sostenibile. É l’ennesima prova che le spese militari, oltre ad innalzare la tensione generando flussi di armamenti e truppe verso paesi in guerra, vanno a diretto detrimento del benessere economico ed ecologico dei nostri territori. Se ne sono accorte molte forze politiche e associative che in Toscana si stanno mobilitando per contrastare questo progetto: una convergenza di istanze pacifiste ed ecologiste, rifiutando qualsiasi “compensazione” con altri progetti a beneficio del Parco.

Un Ponte Per si associa a loro nel condannare il progetto e chiede invece al Governo di mantener fede ad altri impegni assunti e ribaditi più volte, ma mai rispettati: raggiungere lo 0,7% del Reddito Nazionale Lordo in Aiuti Pubblici allo Sviluppo (ora è lo 0,22%), aumentando i fondi per la Cooperazione, dedicare risorse a progetti di peacebuilding civile in stati fragili, completare la sperimentazione dei Corpi Civili di Pace in seno al Servizio Civile Universale.

Vogliamo che Pisa rimanga una fucina di pace, la città in cui si formano volontari e cooperanti che sviluppano molti dei nostri programmi di peacebuilding, educazione alla pace, sostegno alla partecipazione di donne e giovani ai processi di pace. Per la sicurezza dell’Europa servono meno armi e caserme, più cooperazione e operazioni di pace costruite dalla società civile.

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