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Battiato, trionfale concerto a Rovereto

Ovazioni e anche tanti brividi: non solo di freddo

(Corona Perer) - Ovazioni e anche tanti brividi: non solo di freddo, in una serata certamente pungente dal punto di vista della temperatura. Brividi di emozione, perchè a sentirlo cantare in questo momento "Povera Patria" ad oltre 30 anni dal momento in cui l'ha composta ci si accorge di come in questo paese ibernato la primavera tardi ad arrivare.

La gente lo accompagna nella piazza del Mart a Rovereto quando intona "Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere, di gente infame, che non sa cos'è il pudore, si credono potenti e gli va bene quello che fanno; e tutto gli appartiene". Queste cose Battiato le ha cantate in tempi in cui il futuro e un miglioramento sembravano ancora possibili. Ed invece si sono ancora tra i governanti "....perfetti e inutili buffoni. Questo paese è devastato dal dolore" così le sue domande sono ancora di tremenda attualità: "...ma non vi danno un po' di dispiacere, quei corpi in terra senza più calore?" cantava Battiato riferendosi all'epoca della guerra in Iraq. Un brano cantato con grande intensità a Rovereto nel concerto di Rovereto (supporto di Fiaba Music).

Non sono prive le sue canzone di speranza. A quel "Non cambierà, non cambierà, no cambierà, forse cambierà" possiamo certo dire che molte speranze sono andate disilluse, ma non il desiderio che ancora abita nei cuori di chi spera che anche vergognandosi di quel che accade come le inscusabili  "iene negli stadi e quelle dei giornali...nel fango affonda lo stivale dei maiali" si possa ancora trovare il modo di dire che nonostante faccia male vedere un uomo come un animale ..."vedrai che cambierà". Così commuove sperare, cantando, che il mondo torni a quote più normali, "... che si possa contemplare il cielo e i fiori, che non si parli più di dittature, se avremo ancora un po' da vivere" anche se la primavera tarda ad arrivare.

Magia allo stato puro, quando trascinato dalle ovazioni del pubblico concede il bis e le ultime tre canzoni, lasciandosi andare un poco e abbandonando il rassicurante sedile per accennare a qualche passo di danza in "Voglio vederti danzare". Pubblico in visibilio per la "canzone degli amanti perduti" e per una scaletta che privilegia brani meditativi sospesi tra galassie, meccaniche celesti, desideri di perfezione e di senso che hanno fatto dello sperimentatore anni '70 un vero intellettuale, un poeta e un punto di riferimento della canzone d'autore dopo aver  attraversato con la sua musica le avanguardie europee. Con Battiato c'erano sul palco i compagni di viaggio di sempre: Carlo Guaitoli al pianoforte, Angelo Privitera alle tastiere e programmazione e il Nuovo Quartetto Italiano.

Il concerto era stato appositamente pensato per Rovereto (Battiato infatti non è in tour). Andato in sold-out in soli tre giorni di prevendita aveva una finalità benefica: il ricavato andrà alle popolazioni terremotate del Centro Italia. La giornata dell'artista siciliano era iniziata verso le 12 con l'arrivo in hotel (ha alloggiato al Nerocubo), dopo il pranzo e un riposino, l'arrivo al Mart e prima del sound-check una visita al museo dove ha ammirato estasiato la scultura di Boccioni "Forme uniche della continuità nello spazio". Verrebbe dire che Boccioni oggi sarebbe stato certamente tra i fans di Battiato.

Il compositore-cantante e regista, è anche artista pittore. Ha iniziato a dipingere attorno al 1990, inizialmente per sfida e per una sorta di esperimento ed analisi di se stesso. "...Io che sto diventando sabbia del deserto, ringrazio i venti che mi cambiano forma e punto di osservazione. Un ideale perseguo, anacronistico e ridicolo: il miglioramento" aveva scritto nel 1994  Süphan Barzani che aveva così spiegato la genesi della sua attività pittorica.

Fino a qualche tempo fa la sua firma era  appunto Süphan Barzani, ora il Battiato cantautore ha rotto gli indugi e si firma con il suo nome-brand. Agli esordi - è stato lui a raccontarlo - si trovò di fronte ad una sorta di incapacità a disegnare che motivava con la mancanza ad una naturale predisposizione. I tempi successivi lo hanno smentito e posto di fronte al mistero di essere 'anche' un pittore.

"...Una volta, pensavo che la mia totale incapacità nel disegno dipendesse dalla mancanza di una naturale predisposizione, come nel caso di uno stonato che non riesce ad emettere la stessa nota che ha in testa. Col tempo ho scoperto invece che avevo un'idea astratta, archetipa, dell'oggetto che osservavo: quello che mi mancava era la possibilità di coglierlo nella sua esatta forma".

Molte anche le sue battaglie politiche: fu il primo ad opporsi ai tempi di Saddam Hussein all'embargo che decimava i bambini malati iracheni. Un artista e un intellettuale a tutto tondo. Ciò che per lui è davvero importante è spendere del tempo con qualcuno che abbia davvero qualcosa da dire. Lo ha detto in una intervista televisiva confermando la sua tipicità: artista di pensiero, non da vetrinette televisive.

9.12.2016 (Corona Perer)
 


Autore: Corona Perer

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