testo e foto di Corona Perer
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Museo Zeppelin l'epopea dei dirigibili

Friedrichshafen - La tragedia dell'Hindenburg e la golden-age dell'industria aeronautica

Fu la Golden Age, l'età d'oro dell'industria aeronautica. La Zeppelinhalle di Friedrichshafen è il museo dedicato al dirigibile LZ 129 Hindenburg, il transatlantico dell’aria che bruciò a Lakehurst, nel 1937.La tragedia dell'Hindenburg  sconvolse il mondo (fu vista e commentata in diretta alla radio) e mise la parola fine a questa pagina di storia.



Nacque dalla mente del conte Ferdinand Adolf Heinrich August von Zeppelin che era nato a Costanza nel 1838 sulle righe di quello stesso lago su cui si affaccia anche Friedrichshafen: il Bodensee. Generale e progettista di dirigibili fu certamente un pioniere e il museo ne racconta anche la vita.

 

Il Museo Zeppelin è il più grande museo al mondo di storia della navigazione aerea con oltre 4.000 m². Espone affascinanti modelli, lavorati nei dettagli, e pezzi originali, e ricostruzioni grazie alle più moderne tecnologie.

Qui, fra i tanti modelli ed esperimenti che precedettero la costruzione  dell' Hindenburg, compresi meravigliosi filmati d'epoca, è esposto il relitto dell’Hindenburg più grosso che sia mai stato ritrovato: il braccio portante del timone.

Il giorno in cui l'abbiamo visitato la direttrice Claudia Emmert e lo staff festeggiavano il premio per l'innovazione che il museo ha saputo introdurre nelle scelte e negli allestimenti.

Grazie alla tecnologia 3D è infatti possibile entrare nel dirigibile e conoscerne ogni dettaglio. Perchè l'epoca dei dirigibili divenne anche un fatto di costume e per certi versi anche un simbolo della cultura nazista. Persino la moda dell'epoca si interessò e utilizzò la location degli hangar per lanciare le collezioni per la buona società del tempo. E anche se non è mai stato provato, le voci di una congiura sull'incendio che mise la parola fine a quella straordinaria epopea, resistono ancora oggi. Si disse che era stato un sabotaggio per mandare a picco il simbolo della ingegneria hitleriana.

Chiamato in onore del secondo presidente della Repubblica di Weimar, Paul von Hindenburg, il Dirigibile Hinderburg è stato il più grande oggetto volante mai costruito. 

Impressionante il pannello che mostra le proporzoni rispetto al Titanic o ad un moderno Boeing 737. Aveva una struttura innovativa, interamente in alluminio, il rivestimento era in cotone, impregnato con ossido di ferro e acetato butirrato di cellulosa, miscelati con polvere di alluminio.
 

245 m di lunghezza (24 m in meno del Titanic)
46,8 m di diametro;
conteneva 211.890 m³ di gas divisi in 16 scomparti, con una spinta utile di 112 tonnellate,
4 motori da 1200 CV (890 kW), 
velocità massima di 135 km/h.
capacità di 72 passeggeri alloggiati all'interno del corpo del dirigibile
fece 50 nei voli transatlantici
61 uomini di equipaggio.

Costruito dalla Luftschiffbau Zeppelin GmbH nel 1935 al costo di 500.000£ (in parte finanziato da Adolf Hitler), fece il suo primo volo nel marzo del 1936 e completò una doppia traversata atlantica, nel tempo record di 5 giorni, 19 ore e 51 minuti, nel luglio dello stesso anno.

L'Hindenburg era stato pensato per essere riempito con elio, ma un embargo militare statunitense su questa sostanza costrinse i tedeschi a utilizzare l'altamente infiammabile idrogeno. Conoscendo i rischi che l'idrogeno comportava, gli ingegneri impiegarono diverse misure di sicurezza per evitare che l'idrogeno causasse incendi in caso di perdite e realizzarono il rivestimento dell'aeronave in modo da prevenire le scintille elettriche che potessero causare il fuoco. Purtroppo però...accadde.

Il 6 maggio 1937, alle 19:25, mentre cercava di attraccare al pilone di ormeggio della Stazione Aeronavale di Lakehurst, nel New Jersey,  l'Hindenburg prese fuoco e venne completamente distrutto nel giro di circa mezzo minuto. Nel disastro morirono 36 persone (13 passeggeri e 22 membri dell'equipaggio, 1 membro dell'equipaggio di terra). Morte atroce: nello schianto o nell'incendio. Alcuni carbonizzati, altri saltarono dal dirigibile quando si trovava ad un'altezza eccessiva, altri ancora in seguito all'inalazione del fumo.

Fu una ragedia di immensa portata e scalpore. Eppure gli Zeppelin avevano accumulato un record impressionante in fatto di sicurezza. Ad esempio, il Graf Zeppelin aveva volato tranquillamente per più di un milione e mezzo di chilometri, comprendenti la prima circumnavigazione completa del globo. L'azienda era orgogliosa del fatto che nessun passeggero si fosse mai fatto un graffio sulle sue aeronavi.

L'incidente dell'Hindenburg, tuttavia, cambiò tutto. In frantumi finirono la fiducia sulle aeronavi restarono solo tremende sequenze cinematografiche e le tragiche registrazioni sonore della scena. Tragica e commovente la cronaca radiotrasmessa dall'annunciatore Herbert Morrison. Non smise di commentare lasciando alla storia un reperto drammatico vissuto in prima persona. I trasporti con gli Zeppelin erano al capolinea e l'evento segnò la fine dell'epoca delle aeronavi rigide.

Il Museo Zeppelin di Friedrichshafen non è solo un centro di eccellenza ma ha anche una grande collezione d'arte con opere dal Medioevo ai tempi moderni. Un'attenzione particolare è dedicata alle opere degli artisti che si sono ritirati nell '"Emigrazione interna" sul Lago di Costanza durante il Terzo Reich, come Otto Dix, Max Ackermann o Willi Baumeister. Attraverso imponenti mostre temporanee interdisciplinari, il museo è la destinazione ideale per chi aa la storia e le grandi avventure dell'Uomo.


A Friedrichshafen un dirigibile pronto c'è sempre. I bambini ci giocano al parco e in una delle migliori pasticceria della città la Weber&Weiss è stata sviluppata tutta una linea di cioccolatini a forma di dirigibile che è orai diventato un must-have per i turisti.

Il passato di questa città rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale  è stato cancellato:è rimasta l'epopea dei dirigibili che rende Friedrichshafen una destinazione in riva al Lago di Costanza molto interessante.

(Corona Perer)
dicembre 2024

www.bodensee.eu

Lo Zeppelin di cioccolata
e la hall del museo (foto sotto)


Autore: Corona Perer

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