Arte, Cultura & Spettacoli

Arte, meglio l'opera che lo show dell'opera

Gli interventi dei nostri lettori

(riceviamo e pubblichiamo) - Il museo non è più mero luogo espositivo ma luogo d’incontro e d’intrattenimento  e vivo è il dibattito sulla mutevole funzione sociale dell’arte e dell’artista, sul ruolo del pubblico e le potenzialità che i sistemi multimediali e multisensoriali offrono oggi alla  fruizione artistica. Ciò che si è evoluto negli ultimi decenni è innanzitutto l’utenza, in un contesto internazionale da cui non si può prescindere.

Il diffondersi di musei virtuali, e ancor più la possibilità di trovare e visualizzare tramite piattaforme di condivisione video come YouTube, frammenti di qualunque oggetto o evento, da un lato ha instillato in ognuno l’abitudine alla fruizione digitale, dall’altro ha modificato radicalmente il concetto di “tempo” necessario alla fruizione globale di un’opera.

Opere create per un pubblico d’élite, nate per essere fruite in un determinato contesto ambientale e secondo una determinata cronologia, si affiancano oggi ad opere create con l’esplicito obiettivo di attirare e coinvolgere un pubblico di massa. Si parla di “opere plurali” in cui il processo di piena fruizione non si identifica e non si esaurisce nell’esperienza contemplativa, ma è frutto della sinergica azione di molteplici elementi e di soluzioni hi-tech.

Ci si chiede quanto la possibilità di fruire di straordinari capolavori e di specifiche installazioni in contesti immersivi o ricostruttivi non violi però l’autenticità, l’essenza stessa di molte opere, specie quelle del passato, così come pensate dall’autore e se realmente la “consultazione” multimediale e online delle opere attiri un pubblico maggiore, incrementando gli introiti.

A livello strategico le istituzioni museali puntano sempre più ad una progettualità innovativa che sfrutti il potenziale delle piattaforme social per ampliare l’accesso alla conoscenza. Un qualunque Ente non può prescindere da un’attenta e lungimirante politica di marketing e di fundraising. 

Oltre oceano si è ormai affermato un contesto di participatory museum, un “museo relazionale” che da luogo fisico di esperienza culturale vive oggi una metamorfosi in termini dinamici ed interattivi. Si moltiplicano anche i laboratori voltei ad attrarre diverse tipologie di utenti rispetto al passato, famiglie, giovani e studenti.

Probabilmente è inutile arroccarsi dietro rigide posizioni puriste o avanguardiste, l’avvento della rete e l’impiego dell’hi tech ha certamente stimolato un processo di democratizzazione delle conoscenze, portando alla ribalta anche idee, lavori ed artisti che altrimenti sarebbero rimasti nell’ombra, tuttavia l’incontro diretto, de visu con l’opera d’arte, rimane l’unico momento capace di dare piena vita a quella relazione che ogni opera sviluppa  per sua intrinseca vocazione con l'individuo.

Autore:  Lucia Gianfreda*
* docente di materie letterarie a Taranto

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